Recensione di OZARK stagione 2, la serie tv con Jason Bateman e Laura Linney in streaming su Netflix. 

OZARK stagione 2 poster

La locandina di OZARK stagione 2.

Abbiamo visto la prima stagione di Ozark e abbiamo lasciato Marty Byrde la sua famiglia a riciclare denaro di un pericoloso cartello messicano in Missouri.

Con la seconda stagione la vita della famiglia Byrde, per quanto già abbastanza problematica, si complica non poco.

Il casinò che il buon Martin ha scelto come progetto per poter riciclare i milioni di dollari a lui affidati, sembra causare un problema dietro l’altro.

Wendy, la fidata moglie, si fa in quattro muovendosi nei meandri della politica e della corruzione locale. I collaboratori della famiglia in questo progetto senza pace non regalano certo momenti di tranquillità. I Langmore e gli Snell, due famiglie molto note localmente, e non certo per le loro opere di bene, faticano a capire di essere entrati in un gioco più grande di loro. Da quelle parti i profitti personali sono e restano sempre più importanti e si difendono con ogni mezzo.

Ozark stagione 2. Photo: Jessica Miglio/Netflix

Laura Linney e Jason Bateman in scena di Ozark stagione 2. Photo: Jessica Miglio/Netflix.

Come si era capito già nella prima stagione, Ozark ha fin da subito ricordato la sorella maggiore Breaking Bad. In questi nuovi episodi però la serie si fa strada da sola e assume una sua identità ed originalità ben definite. La caratteristica che si nota di più è il peso specifico degli altri personaggi rispetto al protagonista. E’ infatti evidente quanto i veri punti di forza siano soprattutto le co-protagoniste. Personaggi femminili forti e spietati come poche se ne sono viste in TV.

E qui viene calato un vero poker d’assi.

Abbiamo la già citata Wendy (una bravissima Laura Linney), che si trasforma con sempre maggior decisione nella persona che tiene salde le redini di una situazione sempre più complicata. Una sorta di Claire Underwood del riciclaggio.

Accanto a lei troviamo il braccio destro di Marty, ovvero Ruth Langmore (Julia Garner). Decisa e magnetica è lei l’anello di congiunzione tra il mondo del suo capo e la sua famiglia di sbandati e disadattati. La voglia di guadagnarsi la fiducia di Martin è tanta e le è necessaria per sperare in un futuro diverso da quello a cui sembrava destinata.

OZARK stagione 2 Julia Garner. Photo: Jessica Miglio/Netflix

Julia Garner in una scena di OZARK stagione 2. Photo: Jessica Miglio/Netflix.

A completare il quartetto abbiamo Darlene Snell (Lisa Emery) che aggiunge un inesplorato lato più intimo e debole rispetto alla donna senza scrupoli che avevamo conosciuto finora.

In ultimo c’è forse il personaggio più tetro e temuto. Quello che non deve mai mancare in una storia di narcotrafficanti, ovvero l’avvocato di fiducia del cartello messicano. In questo caso è interpretato da una Janet McTeer che è un vero colpo allo stomaco dal primo momento in cui appare sullo schermo.

Insomma, Ozark stagione 2 non fa che confermare le premesse della stagione d’esordio presentandoci però personaggi più complessi e maturi. Riesce inoltre ad esplorare i meandri più scuri e disturbanti dell’animo umano mettendoli tutti sul piatto senza filtro.

Grazie ad una sceneggiatura che non lascia mai un momento di respiro e ad una fotografia che è quasi un protagonista aggiunto, la visione di questa stagione è da non perdere. Da guardare tutta d’un fiato e ben attaccati alla poltrona (o al divano).

Anna Falciasecca


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