Un commento alla prima stagione di LUNA NERA, la serie in streaming su Netflix dal 31 gennaio 2020.

Luna Nera stagione 1 poster serie tv Netflix

La locandina di Luna Nera

Luna Nera è una produzione tutta italiana che porta nelle nostre case, attraverso Netflix, un tema decisamente poco trattato dalla televisione nostrana, ovvero quello delle streghe.

La serie è tratta dal libro di Tiziana TrianeLe città perdute. Luna nera” ed è diretta e sceneggiata da un cast tutto femminile tra cui citiamo le registe Francesca Comencini, Susanna Nicchiarelli e Paola Randi.

Veniamo però alla trama. La storia si incentra su Ade (Antonia Fotaras), una giovane levatrice accusata della morte di un neonato e da quel momento ricercata in quanto strega. Da qui la seguiamo nella sua nuova vita in una comunità di sole donne, in un luogo segreto, lontano dal mondo civile.

Già solo da queste informazioni si può intuire che il punto di vista femminile la fa decisamente da padrone. La curiosità per l’adattamento del romanzo, e per l’argomento trattato, non si traduce però in una soddisfazione piena.
LUNA NERA ph credit Emanuela Scarpa/ Netflix

Una scena di LUNA NERA. Photo credit: Emanuela Scarpa/ Netflix

Nei sei episodi che costituiscono la prima stagione si seguono varie vicende.

Ci sono la storia d’amore contrastata tra Ade e Pietro (Giorgio Belli), il figlio del capo dei Benandanti che vivono proprio di caccia alle streghe. Ci sono gli incantesimi ed i riti che le donne praticano e custodiscono. C’è la descrizione della forza e indipendenza femminile contrastata con determinazione e senza spiegazione da un mondo impaurito e ignorante. C’è un’ambientazione italiana. E, infine, c’è anche l’elemento fantasy che cresce esponenzialmente sino all’ultimo episodio.

Nonostante le premesse e la curiosità Luna Nera in parte non raggiunge i suoi intenti. Come spesso accade alle prime produzioni, la serie mette troppa carne al fuoco facendo perdere la sua identità alla storia, la quale finisce col barcamenarsi alla ricerca di un equilibrio tra ricostruzione storica, amore, denuncia e fantasy. 

La sceneggiatura poteva essere l’ancora di salvezza. Purtroppo però non ha ricevuto sufficiente supporto né dalla recitazione né dalle scelte produttive. E alla fine Luna Nera si fa guardare ma lascia quell’amaro in bocca di un lavoro un po’ approssimativo.

Note positive sono sicuramente la fotografia e le ambientazioni che forse avrebbero potuto essere sfruttate per sottolineare le conseguenze che tali eventi hanno avuto sul nostro territorio nei secoli passati.

Visto il finale aperto si presume ci sarà una seconda stagione. Rimandiamo quindi ai nuovi episodi la speranza che la serie riesca prendere una direzione più precisa e a trovare una sua identità chiara.

Anna Falciasecca


TRAILER UFFICIALE