Recensione di Bones and All, il film con Timothée Chalamet solo al cinema dal 23 novembre.

bones and all poster ita film

La locandina italiana ufficiale del film Bones and All.

SCHEDA DEL FILM

REGIA: Luca Guadagnino
CAST: Timothée Chalamet, Taylor Russell, Michael Stuhlbarg, Mark Rylance
DURATA: 130 min.
USCITA: 23 novembre 2021
DISTRIBUZIONE: Vision Distribution


RECENSIONE

Anni ’80. Maren si ritrova a dover sopravvivere ai margini della società. Quando incontra Lee, un vagabondo dai sentimenti profondi, i due iniziano un viaggio in auto nella remota provincia americana, scoprendo sempre di più se stessi e ciò che il futuro ha in serbo per loro.

Taylor Russell e Timothée Chalamet in Bones and All. Credit: Yannis Drakoulidis / Metro Goldwyn Mayer Pictures

Taylor Russell (a sinistra) è Maren e Timothée Chalamet (a destra) è Lee nel film BONES AND ALL. Credit: Yannis Drakoulidis / Metro Goldwyn Mayer Pictures © 2022 Metro-Goldwyn-Mayer Pictures Inc. All Rights Reserved.

Luca Guadagnino torna a trasformare in immagini una storia d’amore quasi impossibile, ancora una volta adattando un romanzo, Bones and All (Fino all’osso) di Camille DeAngelis. Un coming of age che sarebbe molto riduttivo definire di genere, perché il regista di Chiamami col tuo nome e Suspiria va molto oltre le definizioni cinematografiche, realizzando un’opera potente e profonda che scava in un’America anni ’80 nascosta e pericolosa, e nelle anime dei due protagonisti, Maren (Taylor Russell) e Lee (Timothée Chalamet), perfetti e struggenti outsiders alla ricerca di un posto nel mondo.

Presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2022 (dove ha vinto due premi, Miglior Regia a Luca Guadagnino e Miglior Interprete esordiente a Taylor Russell) il film mescola violenza estrema e amore assoluto in un on the road fisico ma anche mentale, compiuto da personaggi che sono alla ricerca costante di qualcosa che non credono di avere dentro di loro.

“È la storia di due giovani che scoprono che, per loro, non esiste un posto da poter chiamare casa, per cui devono reinventarselo. Maren e Lee vanno alla ricerca della loro identità in situazioni estreme, ma le domande che si pongono sono universali: chi sono, cosa voglio? Come posso sfuggire a questo senso di ineluttabilità che mi trascino dietro? Come possono entrare in sintonia con qualcun altro?”

In questo passo Guadagnino spiega come lui e lo sceneggiatore Dave Kajganich affrontano il tema del cannibalismo, nel modo più universale possibile, ovvero affrontando il tema della diversità, proprio come se fosse una patologia, una malattia mentale più che fisica, sottolineando come nella nostra società quando soffri di un disturbo della mente finisci per essere emarginato, non compreso, isolato: il cannibalismo dunque in questo film non è altro che una metafora, viene rappresentato come una vera e propria “disfunzione”, che esattamente come la depressione, o il disturbo borderline della personalità, implica il provare paura, vergogna, impulso, porta a isolarsi o nella migliore delle ipotesi ad andare alla ricerca di qualcuno di simile a noi con cui condividere questa solitudine.

Maren è una protagonista forte, un personaggio femminile sfaccettato, molto reale (nel film Guadagnino non inserisce alcun elemento fantasy perché non ce n’è bisogno): coraggiosamente accetta il suo destino, mai non in modo passivo, si mette alla ricerca di qualcosa basandosi solo su se stessa e sulle sue risorse. Il suo viaggio è una vera e propria scoperta: non si vergogna della sua natura, non si fa agire dal suo “complesso” ma decide di venire allo scoperto e vivere la sua vita nel modo più autentico possibile.

Timothée Chalamet e Taylor Russell in BONES AND ALL. Credit: Yannis Drakoulidis / Metro Goldwyn Mayer Pictures © 2022 Metro-Goldwyn-Mayer Pictures Inc. All Rights Reserved.

Timothée Chalamet e Taylor Russell in una scena del film BONES AND ALL. Credit: Yannis Drakoulidis / Metro Goldwyn Mayer Pictures © 2022 Metro-Goldwyn-Mayer Pictures Inc. All Rights Reserved.

È proprio quando decide di cercarsi che trova l’amore. Innamorarsi è l’elisir che fa parte del percorso perché solo entrando in contatto con la propria natura e autenticità è possibile condividere davvero qualcosa con qualcuno e innamorarsi, affidandosi all’altro ritrovando finalmente fiducia in se stessi, dopo anni di fuga da se stessi (e dagli altri).

Maren, proprio come Lee, è costretta ad “arrendersi” alla sua malattia, solo così potrà essere se stessa e riuscire a trasformare quello che potrebbe essere visto come un punto debole, in una forza: Maren non è solo la sua malattia, non è solo cannibalismo, ma è tutti gli aspetti della sua personalità e del suo carattere che la contraddistinguono.

È la lotta per superare l’isolamento a unire Maren e Lee. Uno di fronte all’altra si mettono in discussione, si destabilizzano a vicenda, Lee con la sua finta corazza e Maren con i suoi dubbi morali. Innamorarsi è come guardarsi allo specchio: fa paura, ma nessuno dei due si tira indietro, fino alla fine, fino alle ossa.

La colonna sonora di Trent Reznor e Atticus Ross è l’elemento che dallo schermo porta le immagini e le emozioni direttamente alla nostra anima, inevitabilmente tramortita dopo la visione del film.

Margherita Giusti Hazon


TRAILER UFFICIALE