Il regista Costa-Gavras al Locarno film festival 2022 © Tosi Photography.

Il regista Costa-Gavras al Locarno film festival 2022 © Tosi Photography.

E’ stato il protagonista assoluto di Locarno75 e ha ricevuto in Piazza Grande il Pardo alla carriera Ascona-Locarno: Costa-Gavras è più di un regista, è un testimone dei nostri tempi.
La sua carriera quasi sessantennale incapsula uno sguardo panoramico sul cinema e la società dagli anni sessanta in poi attraverso film capaci di compiere l’impresa delle imprese, conciliare il fattore di intrattenimento con un costante impegno di ricerca storica, discorso politico e multiculturale.

Quasi una necessità biologica, per un autore che da ragazzo ha dovuto abbandonare la natia Grecia in circostanze rocambolesche…

COSTA-GAVRAS: Ho dovuto abbandonare il mio Paese perché mio padre aveva preso parte alla resistenza contro i tedeschi, era vicino alla sinistra greca e contestava la famiglia reale.
I figli di queste persone, e dunque io, erano etichettati come figli di comunisti e oppositori ed esclusi da qualunque università locale.
Così appena possibile volai in Francia, a Parigi, dove esistevano molte iniziative di sostegno per gli studenti, oltre a molti corsi gratuiti. In Francia ho potuto vivere, studiare, venire finalmente accettato in un Paese, quello che purtroppo la mia patria non garantiva…

MASEDOMANI: Conosceva qualcuno là o fu un salto nel buio?

COSTA-GAVRAS: Conoscevo un amico, mi sarei dovuto incontrare con lui una volta arrivato là perché con lui avrei condiviso una stanza, ma quando arrivai all’albergo dove ci saremmo dovuti incontrare il concierge mi sbatté fuori. Scoprii solo in seguito che lo fece perché il mio amico aveva una relazione clandestina con sua figlia. Pensai: “ottimo inizio!”.
Così ripiegai sulla Cité Universitaire dove gli studenti potevano alloggiare gratuitamente, aveva padiglioni suddivisi in nazionalità così andai a quello greco. Rimasi lì, prima clandestinamente e poi regolarmente.

Il regista Costa-Gavras al Locarno film festival 2022 © Tosi Photography.

Il regista Costa-Gavras al Locarno film festival 2022 © Tosi Photography.

MSD: Insomma, un periodo pieno di peripezie…

COSTA-GAVRAS: Assolutamente… Pensa, avevo anche lavorato per un anno in Grecia, prima della partenza, per mettere da parte un po’ di denaro, che poi avevo messo in banca pensando fosse al sicuro. Ma il governo greco se la passava male e la dracma venne svalutata del cinquanta per cento. Morale, mi ritrovai con metà della somma che pensavo di possedere e così dovetti lavorare un altro anno e rimandare la partenza.
Ma alla fine la Francia mi adottò e mi fece diventare uomo, prima ancora che regista. Le devo molto, anche per questo non me ne sono mai più andato.

MSD: Lei è il presidente della Cinémathèque française di Parigi dal 1981, ci parla di questa realtà preziosa e dell’interesse che catalizza?

COSTA-GAVRAS: In Francia c’è molto interesse per il cinema e per la sua storia, noi cerchiamo di preservarla e di offrirla a chiunque desideri… In Cinémathèque abbiamo un archivio enorme dedicato al cinema, consultabile sia in sede che online, proiettiamo circa 1200 film all’anno, 3-4 al giorno ed ogni anno contiamo 400.000 spettatori tra proiezioni e mostre. L’ultima era dedicata a Romy Schneider ed è stata un grande successo.
Parallelamente coltiviamo anche una sezione dedicata ai più piccoli, dai 5 anni in su, con un percorso di apprendimento su come un film viene realizzato. Insomma, ci diamo da fare…

MSD: Basandosi sulla sua esperienza, il cinema è ancora uno strumento potente ed un’esperienza collettiva come alcuni decenni fa?

COSTA-GAVRAS: In Francia vengono prodotti 250 film all’anno, credo siano numeri di un’industria vitale. Uno l’ho visto proprio ieri sera qui in Piazza Grande, Annie Colère, un grande film sulla tematica dell’aborto. Questo ti fa capire che il cinema esiste ancora come esperienza collettiva, comunicativa, potente. Mi sono voltato e due spettatrici erano in un fiume di lacrime, è stato emozionante.

Ti faccio un altro esempio, Titane, un film straordinario, l’espressione di un nuovo cinema, in questo caso francese, che ha ancora le forme, il linguaggio e i temi per essere d’impatto e cambiare le cose.
Forse in altre nazioni ci sono maggiori difficoltà a realizzare film del genere, magari per l’assenza di fondi o perché il pubblico è meno disposto a farsi sorprendere, o semplicemente va al cinema meno di frequente rispetto alla Francia. Lì l’affluenza al cinema i mesi successivi al lockdown è stata maggiore rispetto a quelli appena precedenti, ci crederesti?

MSD: C’è la stessa attenzione e fertilità anche per quanto riguarda i registi emergenti?

COSTA-GAVRAS: Ogni anno vengono prodotte 45/50 opere prime, il vero problema è che solo pochi registi di queste riescono a fare il secondo film. Il punto cruciale è che servono una visione ed un’operatività politiche che favoriscano la crescita del movimento cinematografico nazionale, questo è il requisito fondamentale perché le porte vengano aperte ai giovani registi.
Dopo la seconda guerra mondiale in Francia fu promossa un’invasione vera e propria di cinema americano che asfissiò la produzione locale. Fu De Gaulle a capire che non si poteva andare avanti così e allora a fine anni cinquanta sostenne la rivitalizzazione del cinema francese. Questa decisione fece rinascere sia l’industria del cinema francese che la cultura cinematografica nel pubblico. Scaturì il desiderio di vedere il “nostro” cinema.

MSD: E’ solo di tre anni fa Adults in the Room, l’unico episodio della sua filmografia girato in Grecia. Non ha mai sentito prima la necessità di tornare là a fare cinema?

COSTA-GAVRAS: In realtà ho scritto soggetti legati alla mia terra d’origine ma non c’è mai stata la possibilità concreta di girarli in Grecia. La verità è che col passare degli anni mi sono reso conto di conoscere sempre meno la vita, la società, le persone greche. Erano luoghi che non capivo più fino in fondo.
Avevo iniziato a comprendere altre culture, quella francese ovviamente ma anche quella americana, che si “infiltrava” ovunque in maniera più comprensibile rispetto a quella di un paese come la Grecia. Era diventato difficile approcciarla con piena consapevolezza.

MSD: Che ricordo ha invece del suo periodo americano con i grandi studios?

COSTA-GAVRAS: La prima cosa a cui penso è che oggi non sarebbe più possibile realizzare quel tipo di produzione, con alti budget per soggetti così impegnati e politicizzati!
Ho ancora degli amici produttori che lavorano per Warner o Universal e quando vengono a visitarmi in Francia dicono: “Fare quel tipo di film oggi? Fantascienza!”. Cercano altri tipi di produzione e, soprattutto, di tematiche. Lo vedi dalle grandi produzioni americane che funzionano, no? Mi ci vedi a fare un film della Marvel?

 

Costa-Gavras © Tosi Photography.

Il regista Costa-Gavras in Piazza Grande durante il Locarno film festival 2022 © Tosi Photography.

MSD: In effetti… Il gusto del pubblico è l’unico problema?

COSTA-GAVRAS: No, un altro fattore che ora mette in crisi gli studios è il loro rapporto con le piattaforme di streaming. Non sanno come approcciarle, se andare incontro alle esigenze dello streaming prima di produrre film o se contemplare le vie distributive solo a posteriori… E’ un periodo di transizione e di confusione anche nell’industria, ci sono zone grigie che non fanno bene né a chi scrive un film né a chi lo deve poi vendere.

MSD: Qual è il film della sua filmografia a cui è più affezionato?

COSTA-GAVRAS: I miei film sono come dei figli! Tutti! E così è come quando hai un figlio che ha più successo e un altro che non trova particolarmente la sua strada. Ma l’amore è incondizionato e a volte penso che se un film ha fatto poca strada, la colpa possa essere prima di tutto mia…
Comunque ti cito Il 13° Uomo e Hanna K., due film che non hanno avuto particolare successo al botteghino ma a cui sono molto affezionato. O forse proprio per questo…

MSD: Due mesi fa ci ha lasciati Jean-Louis Trintignant: ci regala un ricordo?

COSTA-GAVRAS: Era un attore straordinario, questo lo sapete tutti. Accettò di fare una piccola parte nel mio primo film, Vagone Letto per Assassini, essenzialmente perché aveva al tempo una relazione con la protagonista, Simone Signoret. E fu straordinario. Ancora meglio fece in Z, l’Orgia del Potere. Quando gli chiesi di indossare gli occhiali scuri per tutte le riprese accettò nonostante questo penalizzasse il suo sguardo e i suoi occhi sullo schermo.

Nel contempo era una persona molto particolare, con un lato molto misterioso. Era amichevole, ma non molto aperto. Abbiamo avuto una bella amicizia e una straordinaria collaborazione, ma non sento di poter dire che tipo di uomo fosse davvero… Manteneva chiusa una parte di sé. Il resto era fatto di tenerezza e di professionalità esemplari.
Però questa sua piccola parte impenetrabile e insondabile gli conferiva un’aura misteriosa molto affascinante…

La locandina del film Z l’orgia del potere di Costa-Gavras.

MSD: C’è invece un attore con cui non ha mai lavorato e vorrebbe farlo?

COSTA-GAVRAS: Sì, era in discussione un progetto con protagonista Gerard Depardieu che non andò mai in porto. Lui era entusiasta della cosa, io pure, ma purtroppo non se ne fece nulla. Ed è un vero peccato perché considero Gerard il miglior attore francese contemporaneo: la sua dedizione nell’affrontare il ruolo, sono qualità che ho sempre stimato. E la sua empatia ed intuito nel comprendere le persone sono quasi soprannaturali!

Una volta eravamo in vacanza insieme a New York e mentre eravamo al ristorante percepì nello sguardo della cameriera che ci aveva appena serviti qualcosa che non andava… La prese da parte, le chiese che cosa la turbava, lei fu sorpresa e si confidò con lui.
Qualche tempo dopo tornammo là e si rincontrarono, lei gli disse che le cose erano migliorate rispetto al periodo precedente e ebbero una sorta di “rimpatriata emotiva”. Con una persona così avrei voluto lavorare su qualche set, senza dubbio. Una persona che emana energia.

MSD: A proposito di energia, qual è il segreto della sua sorprendente vitalità?

COSTA-GAVRAS: Questo proprio non lo so! (ride ndr) Continuare a fare quello che amo, parlare con persone come te che vengono da altre parti del mondo ma che hanno conosciuto, studiato e amato i miei film. La curiosità delle persone con cui parlo ai festival, agli incontri pubblici sono entusiasmanti.
Probabilmente le mie batterie si ricaricano con le due cose che ho sempre avuto al mio fianco in tutti questi anni: la mia bellissima famiglia e il cinema. Il cinema è energia continua!

MSD: Sicuramente il suo stile cinematografico ha ispirato molti colleghi. E’ vero che William Friedkin si è ispirato a lei e in particolare a Z – L’orgia del Potere per realizzare Il Braccio Violento della Legge?

COSTA-GAVRAS: E’ tutto vero! Ho conosciuto William solo dopo l’uscita del suo capolavoro, quando venne a presentarlo a Parigi lo incontrai a pranzo insieme al Ministro della cultura. Rimasi colpito dall’ammirazione che aveva per me e per i miei lavori e per l’influenza che avevano avuto sulla sua formazione di regista e sulla realizzazione del film. Diventammo amici e io fan di molti suoi film.

Negli Stati Uniti molte persone, compreso lui, rimasero colpite da Z e soprattutto dal suo montaggio. Come dico sempre e come dissi anche a lui, il montaggio inizia con la scrittura del film, almeno il pensiero del montaggio che sarà. Non può essere un lavoro applicato successivamente, a sé stante. E’ durante la scrittura e durante le riprese che tu cominci il montaggio, abbiamo parlato a lungo di questo. Gli ho detto: “in America pensate che un montaggio del genere sia un oggetto misterioso, ma non è così, è solo questione di pensarci prima!” (ride ndr)

Il regista riceve il premio alla carriera in Piazza Grande a Locarno © Tosi Photography.

Il regista riceve il premio alla carriera in Piazza Grande a Locarno © Tosi Photography.

MSD: E’ la sua prima volta a Locarno… Come è stata l’esperienza al Festival?

COSTA-GAVRAS: Sono felice di essere qui sia per il Premio che ho ricevuto sia per l’atmosfera che si respira e i luoghi che sto visitando. Sono straordinari ed una cornice perfetta per vedere cinema d’autore. Amo l’idea di essere circondato da montagne: trasmettono il senso di curiosità, di esplorazione, di scoprire cosa c’è oltre. Qualcosa che è un po’ anche la ricerca cinematografica.

MSD: Per concludere, è impossibile non domandarle, in quanto autore profondamente politico, una sua visione dell’attualità…

COSTA-GAVRAS: Nonostante molti abbiano cercato di incasellarmi in questo o quel contesto politico, ho una visione piuttosto semplice della politica e dei politici: nessuno di loro potrà mai ambire a regalarci la pace o il paradiso. Possono sempre e solo migliorare o peggiorare lo stato delle cose. Le loro promesse o le filosofie che raccontano di avere sono strumentali, spesso anche utopiche. Per questo non ho mai aderito ad un partito, nemmeno quando in molti casi negli anni sessanta e settanta mi identificavano come “comunista”.

Ovviamente sono cresciuto in una generazione che credeva che il partito comunista potesse dare una sorta di paradiso egualitario, c’era una sorta di propaganda del comunismo che lo descriveva come il movimento che aveva distrutto Hitler e dissipato le ombre di un regime dittatoriale. La Russia, Stalin… erano in simbolo della caduta nazista, la contrapposizione ad essi. Stalingrado sembrava la città della resistenza mondiale. E questo non poteva non influenzare il pensiero di un ragazzo. Era un entusiasmo che veniva trasmesso attraverso la manipolazione, la propaganda.

MSD: Dall’altra parte della barricata cosa c’era?

COSTA-GAVRAS: C’era una finta democrazia che approvava una guerra globale, prigionieri politici, colonialismo. Quindi l’alternativa comunista attirava, filosoficamente ed emotivamente. Poi, progressivamente, la maggior parte di noi ha capito che era un inganno.

Anche in questo il mio trasferimento in Francia fu fondamentale: ebbi modo di confrontarmi con persone politicamente impegnate, intelligenti, dal pensiero critico. Capii che non c’era una facile soluzione, nessun paradiso, nessun partito che potesse darci quello che sognavamo. Ho capito che era meglio affidarsi a registi che raccontavano le idee che condividevo, la ricerca della libertà, ritrovare lì il mio pensiero e le mie visioni del mondo. Ecco in cosa credevo e in cosa credo…

Costa-Gavras a Locarno75 © Tosi Photography.

Costa-Gavras a Locarno75 © Tosi Photography.

MSD: Ci anticipa cosa c’è nel futuro di Costa-Gavras?

COSTA-GAVRAS: Sto lavorando su un nuovo progetto ma preferisco non parlarne ancora, voglio prima essere certo che diventerà realtà. Di sicuro, non mi fermo qui.

Luca Zanovello

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