Dal Pardo d’oro a Rule 34 a Gigi La Legge scopriamo insieme i vincitori del Locarno Film Festival 2022!

Il Pardo d'Oro di Locarno 75 © Tosi Photography.

Il Pardo d’Oro di Locarno 75 © Tosi Photography.

L’edizione numero settantacinque del festival di Locarno si chiude con la cerimonia di premiazione che incorona Rule 34 (Regra 34) della regista brasiliana Julia Murat. Il film Pardo d’Oro, definito dal direttore Giona A. Nazzaro “un’opera audace e politica destinata a lasciare un segno importante”, è un dramma identitario incentrato sulla doppia vita della protagonista Simone, studentessa di legge impegnata in casi di donne maltrattate di giorno, disinibita cam-girl nel suo tempo libero.

La legge 24 del titolo è quella che afferma che per ogni cosa della vita esiste il suo corrispettivo pornografico e nel caso di Simone consiste in un progressivo innalzamento dell’asticella delle sue sperimentazioni sessuali a beneficio dei suoi fan, fino a trovare nuove sfumature di piacere ma anche minacciose zone d’ombra nel mondo del bdsm.

Rule 34 addomestica con efficacia due storyline opposte e complementari, corrispondenti alle due professioni della sua prima donna. Nella prima sguinzaglia frecciate al sistema politico e giuridico brasiliano, rappresentati come due meccanismi fatti di tante leggi ed altrettanti inganni e di una retorica logorroica vacua e labirintica, mentre nella seconda riflette con acume filosofico ma anche pragmatico sulla contemporaneità del business pornografico, sospendendo inibizioni e stimolando questioni.

Una scena del film Regra 34 Pardo d'Oro a Locarno 75. Photo: courtesy of Locarno Film Festival 2022.

Una scena del film Regra 34. Photo: courtesy of Locarno Film Festival 2022.

Simone del resto è una donna che sa cosa è giusto, sa cosa desiderano i suoi ammiratori, ma ancora non ha trovato le giuste distanze con il suo corpo, con le potenzialità del piacere e le strategie del dolore. Trovarle significa ricalibrare la prospettiva del suo lavoro legale e dell’empatia per le vittime di abusi. Ed evidentemente, cambiare nel profondo.

Julia Murat realizza un film di attualità, che agisce locale e pensa globale proprio mentre in Brasile infuria il clima rovente delle elezioni generali (è la stessa regista ad ammettere che il film potrebbe uscire tra qualche mese, una volta che le acque politiche si saranno calmate) e che rinfresca con una prospettiva intrigante, senza volgarizzarlo né esteticamente né concettualmente, il tema fetish.
Julia Murat vincitrice del Pardo d'Oro di Locarno 75 © Tosi photography.

Julia Murat vincitrice del Pardo d’Oro di Locarno 75 © Tosi photography.

Il premio speciale della Giuria va invece all’italiano Gigi La Legge di Alessandro Comodin (L’estate di Giacomo), il film più stralunato del Festival che segue durante una giornata come tante il sempliciotto poliziotto di provincia Gigi (l’attore non professionista ed esordiente Ulisse Buosi).

Omaggio geografico e linguistico al Friuli-Venezia Giulia di Comodin, seppur pervaso da una straniante sensibilità ed empatia nei confronti dell’omino comune dal cuor contento, Gigi La Legge non ci ha colpito particolarmente nella sua fragile ossatura narrativa ed un progredire sbiadito, che solo nell’estremo finale trova il soffio di poetica paesana che probabilmente cercava dal principio.

Alessandro Comodin e Ulisse Buosi © Tosi Photography.

Alessandro Comodin e Ulisse Buosi © Tosi Photography.

Tripletta di premi invece per la co-produzione belga, francese e costaricana Tengo Suenos Eléctricos, uno dei nostri colpi di fulmine di Locarno 75: il film conquista la migliore regia, di Valentina Maurel, e le migliori interpretazioni femminile (la giovane Daniela Marín Navarro) e maschile (Reinaldo Amien Gutiérrez).

Un intenso e graffiante dramma familiare che non avrebbe sfigurato come Pardo d’Oro e che utilizza l’immagine inconsueta di un gatto irritato e stressato dal divorzio della coppia protagonista e dalla ristrutturazione dell’habitat familiare per accompagnare il pubblico nei meandri dei dolorosi day-after di una separazione.

Reinaldo Amien Gutiérres e Daniela Martin Navarros © Tosi Photography.

Reinaldo Amien Gutiérres e Daniela Martin Navarros © Tosi Photography.

L’emotivo e disordinato rapporto tra l’adolescente Eva (Marín Navarro) e papà (Amien Gutiérrez), minacciato dall’ombra di una violenza trasmissibile, è il fulcro del film ed una delle dinamiche più commoventi e verosimili ammirate sugli schermi del Festival attraverso le prove magnifiche di due attori meritatamente ricompensati.

Chiudono il palmares del Concorso Internazionale il premio Pardo Verde WWF assegnato all’austriaco Matter Out Of Place, documentario tematicamente cruciale ma un po’ schematico che indaga le modalità di accumulo e smaltimento dei rifiuti in angoli peculiari del pianeta e l’alacre lavoro quotidiano di chi lo ripulisce, e la menzione speciale allo struggente dramma post-bellico azero Sermon to the Fish, un altro titolo che non avrebbe sfigurato come Pardo d’Oro e di cui abbiamo parlato qui.

Luca Zanovello

Locarno 75 pardo verde WWF © Tosi Photography

Il pardo verde WWF di Locarno 75 © Tosi Photography.

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