Fakeminismo in scena questa sera 26 agosto 2021 all’Arena Milano Est.
Ehi, lettori, come procedono gli ultimi giorni di vacanza? Resti tra noi ma io non ce la faccio più!
Ed ecco che gli ultimi comunicati stampa sui prossimi spettacoli sono stati accolti dalla sottoscritta come la manna venuta dal cielo.
Tuttavia, ormai l’avrete compreso, non posso scrivere alcun articolo se non arriva la giusta ispirazione. Penserete che sia difficilissimo, ma non è così. Certe volte basta fermare il flusso di ansie e paure che offusca l’unicità della nostra essenza e come una conchiglia lasciare che l’eco di quanto di bello abbiamo attorno ci pervada.
Altre volte è proprio questa eco a farmi fermare e a regalarci quei rari sorrisi che precedono un attacco d’arte (per rubare l’espressione a Giovanni Muciaccia, uno dei miei idoli incontrastati).
Stavo tornando da una gita incredibilmente fuoriporta al negozio d’animali per acquistare i costosissimi croccantini preferiti dalle mie gatte, quando dalla radio fuoriescono queste parole:
You don’t own me…
Dove ho già sentito questa canzone?
È un attimo e nella mia mente brilla più di un sole a mezzanotte il titolo di un film che adoro. Il club delle prime mogli.
Come dimenticare quella splendida scena finale in cui Bette Midler, Goldie Hawn e Diane Keaton cantano vittoriose questo inno all’indipendenza e alla completezza del mondo femminile?
Una scena che però rimane ancora un caso sporadico in un mondo, il nostro, che è ancora un mondo di uomini.
E come non collegarla facilmente a uno spettacolo come Fakeminismo, ennesimo e graditissimo appuntamento dei giovedì pungenti del polo multiculturale estivo targato Teatro Martinitt, in scena questa sera alle 21.30 all’Arena Milano Est?
Infatti, con Fakeminismo Daniele Fabbri propone uno dei più classici e applauditi monologhi dello stand-up, facendo un abile uso di un linguaggio spietato e divertente allo stesso tempo, cercando di mostrare quella che è definita “l’altra metà del cielo” con uno sguardo maschile ma non maschilista.
Ma è davvero possibile parlare in maniera sicura e obiettiva delle donne per un uomo di oggi, nonostante tutte le buone intenzioni?
Ebbene no. Ma Fabbri non si perde d’animo e, sebbene non abbia le risposte alle numerose domande suscitate dalla sua riflessione, si mette comunque in discussione.
Dichiara appunto nel suo modo divertente e brutale insieme:
Ho 39 anni, sono single, maschio eterosessuale ma non per colpa mia. Ho ricevuto una educazione cattolica, e questo mi ha insegnato che i miei impulsi sessuali sono sbagliati e pericolosi. Ma sono anche figlio del patriarcato, e questo mi ha insegnato che se non metto il mio pene al primo posto, sono un fallito. In tutta questa confusione, un giorno ho incontrato il Femminismo che mi ha spiegato che sbagliano entrambi. Mi sembri interessante Femminismo, ti sto ascoltando. Ma ogni tanto, se ti piaccio, scopiamo?
In un mondo in cui ancora le donne sono discriminate, di cui stiamo vedendo i peggiori effetti nel non così distante Afghanistan, il tentativo di un uomo che si sforza di trovare un modo diverso per parlare di donne può essere un bel passo in avanti verso quel “You don’t own me” della canzone.
Come i celebri Monologhi della Vagina, Fakeminismo ci regala più domande che risposte, ma come diceva Trinity in Matrix, un altro dei miei film preferiti – sì, va bene, all’inizio lo vidi solo per Keanu Reeves – “ciò che conta è la domanda”. Interrogarsi è il primo passo verso un cambio di prospettiva.
(Post Scriptum per i più golosi: All’ingresso dell’arena saranno presenti postazioni di street-food, perciò potete venire anche “non mangiati”.)
Francesca Meraviglia
INFO E CONTATTI
Indirizzo: Arena Milano Est – Teatro Martinitt, via R. Pitteri 58, Milano
Contatti: 0236580010 | info@teatromartinitt.it | www.teatromartinitt.it
Orari: giovedì 26 agosto 2021, ore 21.30
Biglietti: 20€ (biglietti online (www.arenamilanoest.it e www.vivaticket.com) o al telefono con carta di credito)
Tutte le attività sono svolte nel rispetto delle norme anti-Covid. Tuttavia, a causa dell’instabilità della situazione pandemica si segnala che il programma potrebbe subire delle variazioni indipendentemente dalla volontà della direzione.
Fonte e foto: ufficio stampa Teatro Martinitt, che si ringrazia.
Francesca è un’insegnante e un’appassionata di cultura in generale. Si emoziona di fronte a un testo ben scritto e versa sincere e calde lacrime quando un’opera d’arte le comunica emozioni. Canta a livello amatoriale e crede che la lettura sia il modo migliore per stringere legami forti.
Sin dall’inizio uno sproloquio infinito di parolacce e gesti che definire volgari è eufemistico; uno spettacolo davvero disgustoso; se per far ridere la gente, così come pomposamente sottolinea il protagonista, basta continuare a parlare di cazzo, di pene, di scopate, di pompini, di inculate più o meno etero o omosessuali, e simulare tali atti, direi che sicuramente raggiunge lo scopo per un pubblico che non merita altro.
Non mi definisco un bacchettone e mi piace allargare le conoscenze artistiche andando a vedere spettacoli anche di sconosciuti, e non mi è mai capitato di lasciare uno spettacolo a metà, ma in questo caso non ce l’ho fatta, sono dovuto uscire , sentendomi anche gabbato per i soldi spesi.
Un suggerimento all’autore: si può essere comici anche con un po’ meno volgarità, e non voglio scomodare nomi che potrebbero insegnare al soggetto qualcosa in fatto di eleganza, basterebbe che si impegnasse a guardare e studiare in prima persona qualche rappresentazione di questi per capire che lo stile è ben altra cosa.
Spettatocolo edificante e terrificante, volevo abbandonare la sala ma sono rimasta in un crescendo di disgusto per il monologo più misogino ed antifemminista mai visto. Compiacimento becero su situazioni limite con le 15emni del web. La cosa tragica è che il pubblico era entusiasta, un inno al cattivo gusto.