Recensione di MAD GOD, il film d’animazione in anteprima al Locarno Film Festival 2021. 

Mostri, soldati, scienziati pazzi, animali deformi, freaks schiavi e freaks schiavisti: nell’inferno animato di Mad Dog non c’è salvezza, mentre divinità sadiche lo stipano di esseri destinati ed inclini ad ogni sorta di aberrazione.

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Un’immagine del film Mad God in anteprima a Locarno74. Photo: courtesy of Locarno Film Festival.

Mad God è una delle anteprime esclusive del Festival di Locarno e sicuramente la più scioccante e controversa, un progetto ultratrentennale e dalla genesi mitologica ideato e diretto dal genio degli effetti visivi e della tecnica della stop-motion Phil TIppett, premiato in Piazza Grande con il Vision Award Ticinomoda.

L’autore di miracoli visivi per Guerre Stellari, Robocop, Jurassic Park e Starship Troopers, visionario ammiratore ed erede di Ray Harryhausen aveva iniziato a lavorare su Mad God sul finire degli anni ottanta. Poi l’avvento del digitale, l’esplosione dell’animazione computerizzata e della CGI a spazzare via le tecniche artigianali e a congelare il progetto fino al 2008, anno in cui venne ripreso e lentamente ricomposto in quello che diventa, oggi, un lungometraggio animato che attinge dalla storia del cinema e dell’”artigianato” per diventare un’opera straordinaria, unica, di pura avanguardia.

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Un’immagine del film Mad God in anteprima a Locarno74. Photo: courtesy of Locarno Film Festival.

Mad God è un viaggio nelle viscere di un inferno affollatissimo che somiglia pericolosamente alla vita in superficie, dove ulteriori viscere e lembi di carne si riversano sullo schermo come frutto di un’enciclopedica fiera delle atrocità e delle violenze umane.

Accompagnandole con un’alternanza di suoni classici e stridori industrial, Tippett suggerisce attraverso diverse ed innovative tecniche d’ animazione (con particolare amore per la “sua” stop-motion) le comuni pratiche che ci rendono mostri, dalla guerra alla sperimentazione animale, dalla schiavitù alla violenza sui bambini, e lo fa senza compromessi o la benché minima volontà di attenuazione o di attenuanti: il suo è un girone infernale che ci meritiamo, dove la luce non arriva mai.

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Un’immagine del film Mad God in anteprima a Locarno74. Photo: courtesy of Locarno Film Festival.

Mad God è un calvario durissimo da guardare, ma anche strabiliante ed ipnotico, senza dialoghi (la poca voce umana è quella di Alex Cox) e con l’inquietante messaggio che l’uomo è prima di tutto cavia di se stesso ed ignaro di esserla.

Tra Milton ed espressionismo tedesco, Dante e Clive Barker, l’apocalisse biomeccanico di Tippett parla di un dio che ci usa come carne da cannone, un perverso creatore che oltretutto ci dona tavole della legge che ci impongono di riservare lo stesso trattamento a chi sta sotto di noi. Cinema allucinato ed indomito, connubio di fantasia e pessimismo realista. Per cuori stabili, nella speranza di una distribuzione significativa.

Luca Zanovello

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