Tutti i vincitori della 49ma edizione dell’International Film Festival di Rotterdam tra cinema orientale, fotografia B&W e co-produzioni olandesi!

La Tigre simbolo dell'International Film Festival di Rotterdam - Photo: courtesy of IFFR

La Tigre simbolo dell’International Film Festival di Rotterdam. Photo: courtesy of IFFR

Dopo dieci splendidi giorni siamo finalmente giunti alla fine della 49ma edizione dell’International Film Festival di Rotterdam! Abbiamo ascoltato le parole dei registi in concorso, seguito le masterclass di alcuni dei più grandi maestri del cinema contemporaneo, ma soprattutto abbiamo fatto la conoscenza di un festival unico nel suo genere. Caratterizzato per l’altissima qualità della sua programmazione e per la felice integrazione fra tutti i settori della settima arte, l’IFFR 2020 è però ora pronto a chiudere i battenti. Vediamo allora chi sono i giovani talenti che si preparano a lasciare la terra dei mulini con una tigre d’oro sotto braccio!

Vincitori dell'IFFR 2020

The Clouds in Her Room tra i vincitori dell’IFFR 2020. Photo: courtesy of IFFR

IFFR 2020: il Tiger Award

Sebbene il festival non fosse nato nel ’72 con intenzioni competitive, da circa una ventina d’anni l’introduzione della Tiger Competition ha permesso di avvalorare i migliori cineasti esordienti con un premio in denaro. In particolare, i due vincitori dell’edizione di quest’anno sono: Zheng Lu Xinyuan e Kim Yonghoon. Entrambi esponenti della scuola orientale, hanno rispettivamente vinto gli ambitissimi Tiger Award (€ 40,000) e Special Jury Award (€ 10,000) per il loro primo featuring film. La motivazione per il Tiger Award conferito a The Cloud in Her Room della regista cinese Zheng Lu Xinyua in particolare è:

Il film ha unanimemente colpito la giuria per il suo linguaggio innovativo e personale, che con coerenza riesce attraverso diversi approcci e forme a trasmettere soggettività e dualità, e ad esplorare la fantasia del cinema. In un paesaggio urbano ben strutturato, ritrae con grazia una certa generazione globale paralizzata dalla moderna alienazione e dal capitalismo.

La storia è quella di Muzi, una ragazza ventenne che ritorna nella città dove è nata e cresciuta, Hangzhou, per la celebrazione del capodanno. Tutto sembra rimasto com’era prima che i genitori si separassero: un letto, una sedia e una finestra scardinata. Da sola o in compagnia d’amici sembra non possa fare a meno di vagare con la mente tra i ricordi di questo passato statico. Fortemente autobiografico, il film unisce l’intima e privata alienazione di Muzi con quella della sua generazione, venuta grande durante gli anni della politica del figlio unico in Cina.

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Scena tratta da The Cloud in Her Room di Zheng Lu Xinyuan – Photo: courtesy of IFFR

Tutti gli altri premi e vincitori dell’IFFR 2020

Il secondo premio più importante della Tiger Competition, lo Special Jury Award come dicevamo, è quello conferito al regista sud-coreano Kim Yonghoon per il suo Beasts Clawing at Straws. La storia è strutturata come un dramma poliziesco in cui il denaro mette tutti contro tutti, persino le persone più care. Già assistente di Jang Jin -soggetto di una retrospettiva all’IFFR 2015- l’esordiente Kim Yonghoon ha conquistato la giuria per la propria operazione artistica e artigianale, inscritta nel «genere del film esistenziale e impegnato nell’attuale disparità di classe».

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Una scena tratta dal film Beasts Clawing at Straws di Kim Yonghoon. Photo: courtesy of IFFR

I vincitori dell’IFFR 2020 secondo il pubblico…

Tra gli altri premi troviamo quello del pubblico, il BankGiro Loterij Audience Award (€ 10,000), conferito al film che ha ricevuto il punteggio più alto dopo la sua proiezione. Grazie al conteggio di un’infinità di cartoncini “strappa-e-vota”, il film vincitore di questo premio è risultato l’incredibile Parasite B&W di Bong Joon Ho. Sempre votato dal pubblico, ma per la sezione Voices Short Award (€ 2,500), è stato invece il cortometraggio di Laurence Attali, Tabaski

Dall’altra parte, affidato a una specifica giuria di amatori, Il VPRO Big Screen Award (€ 30,000) è stato assegnato al film più meritevole di essere distribuito anche sul piccolo schermo: A Perfectly Normal family di Malou Reymann. Il film, trattando della transizione di genere di un padre vista dagli occhi della figlia, è stato considerato un autentico viaggio emotivo «da condividere con un pubblico il più ampio possibile».

…e secondo la critica:

Per concludere, ricordiamo anche i premi di competenza dalla critica. Innanzitutto il premio FIPRESCI che la Federezione dei Giornalisti Cinematografici ha assegnato al film Only You Alone del regista cinese Zhou Zhou. Il KNF Award che il circolo dei film journalist olandesi ha scelto per un film greco di cui abbiamo già avuto modo di parlare ieri, Kala Azar di Janis Rafa. E da ultimo il premio che il gruppo di giovani critici del festival, lo IFFR Youth Jury Award, ha assegnato a un film che ha conquistato anche noi: Les Misérables di Ladj Ly.

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In senso orario: A Perfectly Normal Family, Parasite B&W, Tabaski, Only You Alone. Photo: courtesy of IFFR

Insomma, con questa domenica il Festival è purtroppo giunto al suo capolinea, ma già iniziano a essere oliati i meccanismi per l’edizione dell’anno successivo! Nel suo 50mo compleanno l’IFFR vedrà infatti alcune novità importanti, come il passaggio di direzione da Bero Beyer a Vanja Kaludjercic. Ma in attesa di quel momento, che cadrà tra il 27 gennaio e il 7 febbraio 2021, non ci resta che dire un’ultima cosa dell’IFFR 2020. Che con i suoi 574 film e gli oltre 2.000 professionisti provenienti da oltre 89 paesi, esso si è dimostrato non solo fucina di nuovi talenti ma anche una gigantesca macchina dei sogni per tutti quei filmmaker, produttori e giornalisti che, come dice Beyer, han solo un obiettivo in comune: «la sincera unica celebrazione del cinema».

Alessandra del Forno

The Cloud in Her Room – trailer | IFFR 2020

Ndr. avete già letto il nostro diario dall’IFFR 2020?