Recensione di Kala Azar, l’esordio della regista greca Janis Rafa premiato col KNF Award alla 49ma edizione del Festival di Rotterdam.

Locandina ufficiale del film Kala Azar
SCHEDA DEL FILM
REGIA: Janis Rafa
CAST: Penelope Tsilika, Dimitis Lalos
DURATA: 85 min.
DATA DI USCITA: –
DISTRIBUZIONE: –
RECENSIONE
In una sperduta periferia del sud Europa una coppia di giovani ragazzi si dedica alla cura degli animali incontrati lungo la propria strada. Si tratta per lo più di animali randagi, malati o destinati a lasciare presto le loro case. Prendersi cura di loro e della loro sepoltura diventa un inno d’amore alla vita.

Una scena tratta dal film Kala Azar – Photo: courtesy of IFFR
Premiato con KNF Award, il premio per la miglior (co)produzione olandese, Kala Azar era sicuramente tra i film più d’impatto del concorso. Attraverso una regia elegantissima, eppure allo stesso tempo cruda, la greca Janis Rafa ha sicuramente avuto un esordio di grande effetto. Questa però non era l’unica sua opera in programmazione a Rotterdam: c’era anche Requiem for a Shipwreck, altra produzione greco-olandese legata al naufragio di una nave.
Di formazione accademica (Phd in Fine Arts a Leeds), Janis Rafa ha già avuto modo di dimostrarsi una cineasta dall’estetica molto precisa e matura. La sua ricerca si fonda sui legami quasi mistici, sacrali, che uniscono uomini e animali. Inoltre la sua macchina da presa è una silenziosa ma perseverante indagatrice di tutti quei paesaggi, piccoli gesti e momenti di intimità che rendono poetica la vita di una persona.

Penelope Tsilika e Dimitris Lalos in una scena del film – Photo: courtesy of IFFR
In questo caso protagonista è una coppia di giovani amanti dei cani che fanno tutto quello che è in loro potere per salvarli da condizioni di degrado. Alla loro si intreccia la vita anche di un’altra generazione, quella dei genitori apparentemente, a simboleggiare l’amore per la vita animale al di là dei tempi, gli spazi e gli stili di vita. Infatti proprio per questo il discorso di premiazione della giuria di giornalisti olandesi ha usato queste parole:
Come la maggior parte dei film in selezione, esso tratta di squilibrio, conflitto e mondi in uno stato di decadimento. È un requiem degli esseri umani per gli animali, e forse anche un requiem degli animali per l’umanità. Rivela una storia in un modo che solo il linguaggio visivo cinematografico può padroneggiare.
Alessandra del Forno
TRAILER UFFICIALE
Ndr. vi ricordiamo il nostro diario dove trovate molti più articoli dall’IFFR 2020!


Amante del cinema documentario e di tutto ciò che riesca a sublimare in immagini la poeticità del quotidiano, Alessandra è una giovane laureata che vede in Wenders, Tarkovskij (e Aldo, Giovanni e Giacomo) la strada verso la felicità. La potete trovare ogni due lunedì del mese tra i cinefili del LatoB e tutte le altre sere tra gli studenti di documentario della Luchino Visconti a Milano.
Scrivi un commento