Recensione di Boy Erased, il film diretto e interpretato da Joel Edgerton, basato sulla storia vera di Garrard Conley, con Lucas Hedges, Nicole Kidman e Russell Crowe, al cinema dal 14 marzo 2019. 

Boy Erased - Vite Cancellate poster film

La locandina del film Boy Erased – Vite Cancellate

Jared ha 18 anni. Jared è figlio di una affettuosa e devota madre e di un pastore battista. Jared si sente attratto dagli uomini. Jared deve essere convertito.

La dolorosa storia vera di Garrard Conley – un sopravvissuto della terapia riparativa – è stata prima pubblicata nel libro Boy Erased: A Memoir of Identity, Faith and Family (William Collins, 2018) e ora è un film-denuncia diretto dall’attore e regista australiano Joel Edgerton (a tre anni dalla sua opera prima Regali da uno sconosciuto – The Gift) e interpretato da un cast degno di nota: il giovane e talentuoso Lucas Hedges nel ruolo di Jared, Nicole Kidman nel ruolo della madre e Russell Crowe ad interpretare il rigido pastore.

Il regista Edgerton ritaglia (molto intelligentemente) per se stesso il ruolo più controverso e inquietante, quello di Victor Sykes, “guida” dell’aberrante programma di conversione “Rifugio”, che ha lo scopo di convertire qualsiasi tentazione omosessuale. Fa un cameo anche il regista canadese Xavier Dolan, che qui interpreta – ottimamente – uno dei compagni di corso di Jared, quello che sembra aver capito meglio come comportarsi per uscire il prima possibile dalla diabolica prigionia.

Joel Edgerton in Boy Erased (c) 2018 UNERASED FILM, INC.

Joel Edgerton è Victor Sykes nel film Boy Erased © 2018 UNERASED FILM, INC.

Il film ha una struttura classica farcita però da interessanti avanti e indietro nel tempo che svelano, poco alla volta, il background di Jared, e cosa lo ha portato a confessare ai genitori la sua attrazione verso gli uomini. Edgerton riesce a creare un climax che restituisce allo spettatore quel senso di soffocamento che pervade tutto il film, in un crescendo di angoscia sempre più oscura. Il giovane Hedges (che in questi ultimi mesi ha dato ulteriore prova di possedere un grandissimo talento e versatilità) è perfetto per esprimere l’inquietudine, la voglia di evadere, la paura ma anche la devozione e il senso di colpa di un ragazzo alla ricerca della verità, e di se stesso.

A Jared si chiede di essere chi non è, e solo con un percorso così doloroso, straziante ma insieme liberatorio, potrà trovare il coraggio e la forza per l’accettazione della propria identità.

“Vorrei che tutto questo non fosse mai accaduto, ma a volte ringrazio Dio che lo sia.” Così scrive Garrard Conley in una breve nota che apre il suo memoir, che alla fine è una vera e propria ode all’amore che sopravvive nonostante tutto.

Lucas Hedges in una scena del film Boy Erased (c) 2018 UNERASED FILM, INC.

Lucas Hedges in una scena del film Boy Erased © 2018 UNERASED FILM, INC.

Dal 1999 esiste un’iniziativa mondiale per proibire le terapie di conversione. Eppure i numeri fanno ancora paura, perché circa 700.000 adolescenti LGBT in America hanno provato ad essere “curati” in questi centri, ancora oggi legali in tanti Stati.

Un film che si fa denuncia e appello insieme, un invito ad aprirsi agli altri, a comunicare, ad accettare: nel rapporto fra genitori e figli, ma anche in quello fra società e chiesa, e fra società e singolo individuo.

Ogni volta che si trova in auto con la madre, Jared tira giù il finestrino per farsi accarezzare dall’aria fresca. Un espediente un po’ abusato, ma sempre potente e capace di far parlare le immagini da sole, facendoci empatizzare con il personaggio fin dalle primissime scene.

Nicole Kidman e Russell Crowe in una scena del film Boy Erased (c) 2018 UNERASED FILM, INC.

Nicole Kidman e Russell Crowe in una scena del film Boy Erased © 2018 UNERASED FILM, INC.

Forse Boy Erased non ha particolari momenti indimenticabili, ma ci ricorda quanto la diversità sia spaventosa agli occhi stessi di chi la vive, se educato e cresciuto in un contesto rigido e intollerante.

Per essere un film intriso di sofferenza e dolore, alla fine non risulta così emozionante come avrebbe potuto essere. Probabilmente però questa confusione che lascia addosso è la formula più adatta per veicolare il messaggio prezioso che il film nasconde. Ovvero quanto sia importante lasciare che le persone che amiamo non solo siano se stesse, ma possano sentire il nostro supporto, sempre, anche nei momenti più bui.

Margherita Giusti Hazon