Lo so, lo so. Uno si aspetterebbe che nella libreria di un appassionato di gialli e noir campeggino un paio di scaffali su cui riposino, in rigoroso ordine di uscite, gli oltre settanta romanzi di Simenon dedicati alle vicende del mitico – quasi mitologico – commissario Maigret. E in effetti, se la memoria non mi inganna, a casa del Fratellone è proprio così.
Per motivi che non sono francamente in grado di spiegare in quella sorta di biblioteca che è diventato il nostro soggiorno non è così. Non che non mi sia goduto alcune delle avventure del Commissario per antonomasia, ma non ho mai sentito il bisogno di completare compulsivamente la raccolta.
Il giro del mondo letterario e la sua sosta in Belgio mi hanno offerto la possibilità di tornare, parzialmente, sui miei passi.
Dovendo selezionare mi sono affidato alla lista dei
1001 libri da leggere a ogni costo, che indica “
Il crocevia delle tre vedove” tra i romanzi su cui è quasi obbligatorio mettere le pupille. E ho scoperto un Maigret leggermente diverso da quello che ricordavo di aver accompagnato.
E’ innegabile che gran parte del fascino del protagonista risieda nella capacità di lasciasi “avvolgere” dal delitto su cui sta indagando, mirando a una comprensione della vicenda umana della vittima e dell’assassino; inevitabilmente, l’introspezione, la riflessione, il pensiero prevalgono sulla pura azione, in una netta prevalenza psicologica che, nella giallistica moderna, mi è parso solo di intravedere in alcuni dei romanzi di
Mankell.
Ecco, “Il crocevia delle tre vedove” è la più classica delle eccezioni che confermano la regola: fermo restando che l’atmosfera opprimente del luogo (un crocevia – appunto – in cui si trovano solo una villetta, un benzinaio e la casa delle Tre Vedove) e le figure inquietanti dei fratelli Andersen sono simenoniane al cento per cento, avremo il piacere di confrontarci con un Maigret attivo, protagonista persino di una scazzottata, inseguimenti, pallottole schivate con un agile (…) tuffo in un pozzo.
Aggiungi una sorta di femme fatale che sembra far perdere per qualche istante la testa al Commissario, inclusa una sottoveste che poco lascia all’immaginazione, ed ecco servito un romanzo solido, divertente, intensamente avvolgente per qualunque lettore, anche il meno avvezzo alle vicende del mistero.
Inevitabilmente lo consiglio spassionatamente, per staccare la testa dall’ufficio se siete ancora in città o per godervi una buona lettura sulla spiaggia, mortacci vostra.
Alfonso d’Agostino
SCHEDA LIBRI
Autore: Georges Simenon
Titolo: Il crocevia delle tre vedove
Traduzione: E. Muratori
Editore: Adelphi
Collana: Le inchieste di Maigret
Pagine: 141
ISBN: 978-8845912306
Dici Alfonso e pensi alla sua amata Triestina, alla sua biblioteca (rigorosamente ordinata per case editrici) che cresce a vista d’occhio, alla Moleskine rossa sempre in mano e alla adorata Nikon con la quale cattura scorci di quotidianità, possibilmente tenendo il corpo macchina in bizzarre posizioni, che vengono premiati ma non pensiate di venirlo a sapere. Se non vi risponde al telefono probabilmente ha avuto uno dei tanti imprevisti che riuscirà a tramutare in un esilarante racconto di “Viva la sfiga!”. Perché lui ha ironia da vendere ed un vocabolario che va controcorrente in questo mondo dominato dagli sms e dagli acronimi indecifrabili. Decisamente il più polivalente di tutti noi dato che è… il nostro (e non solo) Blogger senior che con il suo alfonso76.com ha fatto entrare la blog-o-sfera nella nostra quotidianità.
[…] (fermata Belgio) e anche per la lista dei 1001 libri da leggere, mi ero goduto qualche anno fa Il crocevia delle tre vedove, ovviamente maigrettiano. Ricordo che mi aveva colpito un aspetto, che ho ritrovato fortemente in […]