E’ stato un po’ come andare sull’ottovolante: in alto con Chris Kyle e il suo popolarissimo (e davvero coinvolgente) “American Sniper”, direttamente verso il basso con il meno riuscito “Io sono un’arma” di David Tell (ho raccontato qualcosa qui). Considerando che non mi piace chiudere un argomento con una discesa ardita e che è decisamente preferibile una risalita (cit.), ho pensato di concedere una chance a Mark Owen, pseudonimo dietro cui si cela un ex militare dei celebri Navy SEAL, elite tra le elite dei corpi speciali americani giunta all’onore delle cronache per l’operazione che ha spedito Osama Bin Laden negli abissi.

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Owen, a riposo dal 2012 dopo quasi quindici anni di servizio coronati da una decina di medaglie al valore, è uno degli assaltatori che ha partecipato all’operazione Lancia di Nettuno nella notte tra il 1° e il 2 maggio del 2011, conclusasi con la morte del terrorista più ricercato del mondo. Ha scritto e pubblicato il racconto di quel raid in “No easy day”, edito nel 2012, ed è recentemente tornato in libreria con “No Hero. Storia di un Navy Seal”, libro su cui vale la pena spendere qualche altra parola.

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“No hero” non finirà negli scaffali delle librerie dai pacifisti-a-tutti-i-costi e può persino urtare in alcune sue descrizioni quasi ai limiti dello splatter, ma è un libro profondamente onesto. Se siete appassionati del genere (e avete quindi letto Clancy…) e siete alla ricerca di informazioni da googlare ulteriormente per scovare particolari inediti sulle missioni delle forze speciali USA, siete fuori strada. Prima di tutto, perché Owen è stato un SEAL e non pregiudicherebbe mai la sicurezza dei compagni o dei militari in azione oggi con particolari che potrebbero dare anche minime indicazioni al nemico. E soprattutto perché “No hero” è il racconto di un uomo prima che di un SEAL, con la sua storia fatta di successi e di sacrifici, di impegno e amarezze, di entusiasmo giovanile e di fratelli perduti per sempre.

“No hero” ha una sua profondità. Non è (eccessivamente) agiografico – il tema dominante è invece quello di un perfetto teamworking che porta ogni elemento della squadra all’eccellenza – e cerca di descrivere lo stato d’animo prima durante e dopo un’azione delle Special Forces, dalla preparazione all’analisi post-conclusione, fino agli effetti estranianti del ritorno alla vita civile.

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Alcune delle “censure” nel libro di Owen

Completato da una serie di immagini che includono la “storica” uniforme indossata dall’autore durante il raid contro Bin Laden e da una scelta editoriale intelligente (alcuni contenuti “visualmente” censurati con strisce nere che danno tanto l’impressione di essere intenti nella lettura di un dossier segreto), “No hero” appassionerà gli amanti del genere ma finirà per apparire intrigante anche per chi è alla ricerca di qualcosa che sta nel guado fra il “romanzo di formazione” e la biografia.

Alfonso d’Agostino

SCHEDA LIBRO
Autore: Mark Owen
Titolo: No hero. Storia di un Navy SEAL
Traduzione: L. Tasso, G. Zucca
Editore: Mondadori
Collana: Ingrandimenti
Pagine: 213
ISBN: 978-8804648062

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