Premessa necessaria: l’autore non è un mio parente. Mi rendo conto che la precisazione possa sembrare inutile, considerando che ci sono un apostrofo e una vocale di differenza, ma dopo essere stato oggetto di richieste di informazioni (ho testimoni oculari) su un possibile legame di sangue con “quelli della De Agostini”, meglio mettere le mani avanti.
De Agostino ha scritto un noir ricco e convincente.
Ricco, perché nonostante la mole di personaggi non ci si perde mai nel filo della narrazione e le pagine volano via una dietro l’altra, alimentando frase dopo frase una necessità quasi fisica di capire chi e perché abbia privato della vita il giovane squadrista ritrovato cadavere fra le mura del castello di Semiana.
Convincente, perché la ricostruzione storica è minuziosa, attenta, con il pregio di calare immediatamente il lettore in un periodo chiave della nostra storia nazionale: gli anni immediatamente precedenti la presa del potere da parte di Benito Mussolini. Sono anni caratterizzati da episodi di violenza sistematica, di ricerca di legittimazione da parte dei suoi stessi protagonisti, di opposizioni feroci al libero pensiero e di prevaricazioni continue. E sono anni in cui la Lomellina, ambientazione del romanzo, è zona florida ma anche culla di personaggi che ebbero una rilevanza assoluta nella successiva presa del potere fascista in Lombardia prima e nell’intero territorio italiano immediatamente dopo.
Durante la lettura, mi son domandato se definire “La Contessa nera” un noir o un romanzo storico, conscio che l’etichettatura di un libro è sempre un po’ forzata ed utile solo per il suo posizionamento nelle librerie domestiche. In realtà, quello che vorrei sottolineare è che il libro di De Agostino è magistrale nell’evidenziare episodi e atmosfere storicamente verificatesi e renderle “gialle”: l’esempio più lampante è la contessa Mattavelli, che fece realmente piombare nel panico contadini e simpatizzanti socialisti adoperandosi in un mix di seduzione dei ras locali, intricati giochi politici e spedizioni punitive, immancabilmente organizzate nella sua alcova.
Su questa trama si innestano una scrittura vivace, caratterizzata da dialoghi “in lingua” che faranno la felicità dei cultori delle forme dialettali (da conservare, sempre!) e una narrativa resa avvincente da una relazione davvero ben calibrata fra azione e pensiero, momenti di riflessione e vivissime scene dinamiche.
Alfonso d’Agostino
Scheda libro
Titolo: La contessa nera
Autore: Umberto De Agostino
Editore: Fratelli Frilli
Collana: Tascabili. Noir.
Pagine: 128
ISBN: 9788875638900
Dici Alfonso e pensi alla sua amata Triestina, alla sua biblioteca (rigorosamente ordinata per case editrici) che cresce a vista d’occhio, alla Moleskine rossa sempre in mano e alla adorata Nikon con la quale cattura scorci di quotidianità, possibilmente tenendo il corpo macchina in bizzarre posizioni, che vengono premiati ma non pensiate di venirlo a sapere. Se non vi risponde al telefono probabilmente ha avuto uno dei tanti imprevisti che riuscirà a tramutare in un esilarante racconto di “Viva la sfiga!”. Perché lui ha ironia da vendere ed un vocabolario che va controcorrente in questo mondo dominato dagli sms e dagli acronimi indecifrabili. Decisamente il più polivalente di tutti noi dato che è… il nostro (e non solo) Blogger senior che con il suo alfonso76.com ha fatto entrare la blog-o-sfera nella nostra quotidianità.
Bellissima recensione, però volevo ricordarti che si scrive: un apostrofo (l’articolo indeterminativo un non si apostrofa mai davanti ai sostantivi di genere maschile); perché, con la é; rilevanza e non rtilevanza; prevAricazioni e non prevEricazioni.
Un saluto.
Mario
Grazie mille, prezioso Mario. E poi c’è chi si ostina a denigrare la correzione di bozze. :-) Starò più attento.