Sapevate che Murakami ha dato al gatto che dice (meravigliosamente) frasi senza senso in “Kafka sulla spiaggia” il nome di un critico-scrittore giapponese?

Vi era noto che Murakami, anche per sfuggire alla celebrità raggiunta nel paese del Sol Levante, prese lezioni di guida e patente a Roma?

Immaginavate che, come i suoi personaggi Saeki di “Kafka sulla spiaggia” e Tengo di “1Q84”, Murakami ha scritto per anni i suoi romanzi con una Mont Blanc, prima di convertirsi all’uso di un Mac?

A queste e a mille altre curiosità risponde “I segreti di Murakami”, bel libro di Teruhiko Tsuge edito in Italia da Vallardi. Non aspettatevi però un testo leggero e ricolmo esclusivamente di piccoli gossip: il volume é un vero e proprio saggio critico sulla formidabile opera narrativa del romanziere giapponese, di cui gli elementi biografici forniscono una delle molteplici chiavi di lettura.

Ed ecco che l’essere veramente schivo di Murakami, gli aneddoti sulla sua leggendaria capacità di evitare interviste o conferenze, non vengono proposte al lettore in chiave di pura curiosità ma sono utilizzate per introdurre una tematica – in questo caso quella della solitudine – particolarmente presente all’interno dei suoi romanzi.

È naturale che a rimanere impressi nella mente di chi legge siano piccoli episodi o pensieri che facciano per una volta sentire l’autore molto più vicino. La predilizione di Murakami per il regista David Linch, il suo essere vegetariano, l’elenco dei suoi libri preferiti (Chandler, Hemingway, Carver tra gli altri) aiutano nella comprensione dei suoi riferimenti culturali e dei suoi valori, ed aprono scenari assolutamente intriganti nella nostra esperienza di lettura.

Se siete fan di Murakami, una miniera di informazioni da non perdere.