A volte ci inciampi per caso. Come quando ti aggiri per il tuo quartiere, tra vetrine e spazi conosciuti, e all’improvviso ti trovi di fronte ad un murales mai visto prima, ad un balcone che non avevi notato, ad un albero da cui vorresti farti raccontare una storia.
O come quando stai scegliendo i libri per un soggiorno obbligato e ti capita tra le mani un De Carlo, che per un motivo o l’altro non hai mai letto, e te lo porti dietro.
In altri tempi lo si sarebbe definito romanzo di formazione, e ci si sarebbe accapigliati sul suo valore pedagogico. A prescindere dalle etichette, “Due di due” ė una storia che vale la pena leggere, e che convince sia per la trama – che attraversa venti anni di storia italiana con occhio acuto – sia (forse soprattutto) per lo spessore dei personaggi, qualunque sia il sentimento che proverete nei loro riguardi.
Mario, voce narrante della vicenda, è descritto nelle prime pagine del libro come un ragazzo timido, insicuro. a scuola conosce Guido, un cortaneo dall’anima ben più ribelle di cui diventa il migliore amico. Da qui, e dalle suggestioni di un Sessantotto di contestazioni studentesche, prende il via una trama che ci guiderà nelle alterne fortune di Mario e ci consentirà, con diversi escamotage letterari, di mantenere anche l’esistenza ben più disordinata di Guido all’interno del nostro orizzonte visivo.
E mentre gli anni passano, mentre Mario trova la sua strada e la percorre con attenzione, assistiamo ad un fiorire di temi che includono riflessioni sugli spazi urbani, pensieri sull’adolescenza, sul rapporto fra uomo e Natura, sulle utopie politiche. Con una semplicità che a me ė apparsa davvero dignitosa, De Carlo deposita piccoli semi nel campo appena arato del lettore, certo che qualcosa prima o poi germoglierà. E qualcosa fiorisce davvero, che si tratti di una disamina del nostro percorso o del giudizio su un testo del 1989 che anticipa molte delle spinte ecologiste che da qualche anno abbiamo imparato a riconoscere.
Curiosamente inserito nella lista dei 1001 libri da leggere , “Due di due” ė un romanzo vivo, che non lascia indifferenti.
La citazione:
Non c’è niente di inevitabile nel mondo così com’è adesso. È solo una dei milioni di forme possibili, ed è venuta fuori sgradevole e ostile e rigida per chi ci vive. Ma possiamo inventarcene di completamente diverse, se vogliamo. Possiamo smantellare tutto quello che abbiamo intorno così com’è, le città come sono e le famiglie come sono e i modi di lavorare e di studiare e le strade e le case e gli uffici e i luoghi pubblici e le automobili e i vestiti e i modi di parlarci e guardarci come sono.
Dici Alfonso e pensi alla sua amata Triestina, alla sua biblioteca (rigorosamente ordinata per case editrici) che cresce a vista d’occhio, alla Moleskine rossa sempre in mano e alla adorata Nikon con la quale cattura scorci di quotidianità, possibilmente tenendo il corpo macchina in bizzarre posizioni, che vengono premiati ma non pensiate di venirlo a sapere. Se non vi risponde al telefono probabilmente ha avuto uno dei tanti imprevisti che riuscirà a tramutare in un esilarante racconto di “Viva la sfiga!”. Perché lui ha ironia da vendere ed un vocabolario che va controcorrente in questo mondo dominato dagli sms e dagli acronimi indecifrabili. Decisamente il più polivalente di tutti noi dato che è… il nostro (e non solo) Blogger senior che con il suo alfonso76.com ha fatto entrare la blog-o-sfera nella nostra quotidianità.