“Dolcetto o scherzetto?”
Per fare una facile rima verrebbe da rispondere “Libretto”, se non fosse che questa antologia di racconti edita da Einaudi – che giaceva da un po’ tra gli scaffali di casa – è composta da 371 ricchissime pagine, a cui mal si adatta la definizione restrittiva che consentirebbe di chiudere la strofa.
E sebbene si tratti del periodo migliore dell’anno per proporre la selezione di cui vi abbiamo mostrato copertina, mettiamo subito le manine avanti: se siete appassionati di letteratura horror avrete – con ogni probabilità – già dedicato le vostre letture ad una buona parte dei racconti presentati da una introduzione di Marcello Fois, e rischiate seriamente di portarvi a casa una serie di doppie che nemmeno ai tempi delle figurine Panini e dei gloriosi tempi del “Ce l’ho! Mi manca!”. Ma se, al contrario, siete stati recentemente affascinati dal genere e desiderate confrontarvi con una selezione di narrazioni che abbiano fatto la storia della letteratura orrorifica, beh, “Racconti di Halloween” potrebbe decisamente fare al caso vostro.
Come in ogni antologia, la vera differenza viene determinata dalla qualità degli scrittori coinvolti. E qui c’è davvero da sbizzarrirsi, tanto da far diventare complicato qualcosa di diverso da uno sterile elenco. E sarebbe un peccato, perché qui si passa agevolmente da grandi classici (cito su tutti Edgar Allan Poe con “Il crollo della casa Usher” e Lovecraft, qui omaggiato con il suo “Il colore venuto dallo spazio”) a scelte intriganti quali la rivalutazione in chiara nerissima di Buzzati (“Eppure battono alla porta”) o la riscoperta di un racconto di Benni tratto direttamente da “Il Bar sotto sotto il mare” (si tratta di “Oleron”), per arrivare a maestri più recenti del genere quale l’inarrivabile – per tensione ed ironia – Joe R. Lansdale, per il quale è riproposto “Non viene da Detroit”, originariamente inserito in “Maneggiare con cura” (titolo meraviglioso per una raccolta di racconti del texano più amato d’Italia!).
E così si finisce per ripercorrere la storia di un genere letterario attraverso le quattro sezioni in cui è suddivisa l’antologia, perdendosi fra Conan Doyle, Ray Bradbury e persino ne “Il segnalatore” di Charles Dickens (!), una presenza forse insospettabile ma che non stona affatto in questa notte di Halloween che si sta terribilmente avvicinando!
Dici Alfonso e pensi alla sua amata Triestina, alla sua biblioteca (rigorosamente ordinata per case editrici) che cresce a vista d’occhio, alla Moleskine rossa sempre in mano e alla adorata Nikon con la quale cattura scorci di quotidianità, possibilmente tenendo il corpo macchina in bizzarre posizioni, che vengono premiati ma non pensiate di venirlo a sapere. Se non vi risponde al telefono probabilmente ha avuto uno dei tanti imprevisti che riuscirà a tramutare in un esilarante racconto di “Viva la sfiga!”. Perché lui ha ironia da vendere ed un vocabolario che va controcorrente in questo mondo dominato dagli sms e dagli acronimi indecifrabili. Decisamente il più polivalente di tutti noi dato che è… il nostro (e non solo) Blogger senior che con il suo alfonso76.com ha fatto entrare la blog-o-sfera nella nostra quotidianità.