Non c’è niente da fare: è decisamente l’anno di Caravaggio. Ai primi di luglio gli studiosi si erano accapigliati – e non è una metafora, in una conferenza stampa si è sfiorata la rissa – sull’attribuzione al genio di Michelangelo Merisi di un centinaio di disegni rinvenuti nel Fondo Peterzano del Castello Sforzesco. A distanza di un mese le polemiche tardano a placarsi, su forum e siti specializzati ci si confronta ancora con toni molto accesi e si dimostra così, ancora una volta, come l’interesse per questa figura chiave della nostra tradizione artistica sia sempre particolarmente vivo.

E’ giusto ricordare come anche il ritrovamento dei resti del pittore lombardo, avvenuto nel 2010 a Porto Ercole, sia oggetto di svariate discussioni. Il punto è che la morte stessa di Caravaggio rimane avvolta nel mistero, ed in questo contesto storico la scelta di Rossella Montecchi di immaginarne una sorta di seconda vita risulta particolarmente azzeccata. L’autrice di “Il sogno di Caravaggio” – romanzo edito dalla Giovane Holden Edizioni, una realtà in forte crescita nel panorama editoriale italiano – affronta infatti il tema degli ultimi anni di vita dell’artista, posticipandone la dipartita di un anno e immaginando gli eventi occorsi in ulteriori dodici mesi di un’esistenza che sappiamo certamente ricca e a sua volta quasi romanzesca.

Una situazione (forse) immaginaria a cui va reso un merito: è certamente interessante la capacità della autrice di unire in un binomio davvero ben riuscito il rigore storico con una trama ricca di intrighi e comunque solida e credibile. Nella lettura, ci si ritrova così immersi in una realtà seicentesca descritta con grande attenzione, ed ogni particolare – dalle vesti agli equilibri politici, dalla narrazione sociale alle descrizioni architettoniche – contribuisce a tracciare i contorni del contesto e a renderli affascinanti. Su questo sfondo così ben pitturato, si innestano le vicende di Caravaggio, in una inedita veste di padre putativo capace di controllare il focoso carattere, o almeno di provarci, e di Lucia, giovane fanciulla dolcissima ma molto determinata, salvatrice del pittore ridotto in fin di vita nelle prima pagine del romanzo e sua spalla nel rientro a Roma una volta ottenuta l’agognata assoluzione papale. Tra Borgia e Colonna, in una Roma decadente e bellissima, i due protagonisti si accompagneranno ad una messe di personaggi ben riusciti, in una successione di eventi che rende piacevole lo scorrere delle pagine.

Consigliato agli appassionati d’arte, senza dubbio, ma adatto anche a chi non si ritroverà su Wikipedia a cercare di dare un’immagine alle innumerevoli opere pittoriche che fanno da sfondo al romanzo.

La citazione:
Forse quest’anno stupendo è stato solo un galoppo sfrenato della mia fantasia, un lungo sogno che il delirio mi ha regalato per indicarmi cosa ho perduto vivendo una vita dissoluta e di cosa avrei potuto godere se soltanto fossi vissuto assennatamente.