Non è facile accontentare sia i nuovi potenziali lettori che il popolo di fan affezionati, pronti a ingollarsi qualsiasi forma di narrativa Pinketts decida di approcciare, ma sono abbastanza certo che con “Depilando Pilar” il milanesissimo autore di noir sia riuscito pienamente nell’intento di affascinare entrambi i gruppi.
Per chi non abbia mai preso in mano un romanzo di Pinketts, lo stile di scrittura assolutamente peculiare ed altrettanto personale sarà una piacevolissima scoperta: in qualche pagina potrà sembrare stancante, ma la capacità infinita di giocare con le parole e con le frasi, arrampicandosi su picchi lessicali e precipitando verso il luogo comune evitandolo proprio all’ultimo renderà la lettura una esperienza senza dubbio appagante e diversa dal solito. Un piccolo assaggio da un romanzo precedente (“Ho fatto giardino”):
Per gli aficionados, “Depilando Pilar” è un tuffo gradevolissimo nel mondo di Lazzaro Santandrea – alter ego dell’autore, spassosissimo l’incontro romanzato dei due – e della variopinta galassia umana che è solita gravitargli attorno. Pogo il Dritto, De Sade, la giornalista Alice saranno co-protagonisti di una trama gialla caratterizzata da mille colpi di scena, in una Milano trascinata nel panico da un’ondata di delitti commessi inspiegabilmente da una serie di (normalmente) pacifici taxisti.
Con una vena di creativa follia ed una di purissimo divertimento letterario, Pinketts imbastisce il romanzo che aspettavamo da un po’: tra sette nani esperti di arti marziali, due sicari in doppio petto, un industriale dal vizietto “frustante” (non è un errore di stampa) ed un figlio quasi suo coetaneo, Lazzaro Santandrea ci riconcilia con il suo mondo – forse appena un po’ appannato nelle ultime prove – e ci regala una felice immersione in un plot spumeggiante (definizione che piacerà al protagonista) che ce lo rende compagno di strada persino quando è sobrio.
Vi starete domandando “E Pilar?”. Pilar si fa attendere, più e più volte richiamata all’interno dal romanzo. E a un certo punto arriva, ad un pelo dalla fine ;)
Dici Alfonso e pensi alla sua amata Triestina, alla sua biblioteca (rigorosamente ordinata per case editrici) che cresce a vista d’occhio, alla Moleskine rossa sempre in mano e alla adorata Nikon con la quale cattura scorci di quotidianità, possibilmente tenendo il corpo macchina in bizzarre posizioni, che vengono premiati ma non pensiate di venirlo a sapere. Se non vi risponde al telefono probabilmente ha avuto uno dei tanti imprevisti che riuscirà a tramutare in un esilarante racconto di “Viva la sfiga!”. Perché lui ha ironia da vendere ed un vocabolario che va controcorrente in questo mondo dominato dagli sms e dagli acronimi indecifrabili. Decisamente il più polivalente di tutti noi dato che è… il nostro (e non solo) Blogger senior che con il suo alfonso76.com ha fatto entrare la blog-o-sfera nella nostra quotidianità.