E’ la storia di due ragazzi che – dopo la festa post-laurea – hanno passato la notte insieme, e per essere precisi la notte fra il 14 ed il 15 di luglio del 1988. E qui ecco scattare l’idea geniale (vedi sul vocabolario alla voce “sarcasmo”) dell’autore: raccontare il 15 luglio dei due protagonisti nei vent’anni successivi, alcuni dei quali passati assieme, altri decisamente a distanze siderali l’uno dall’altra.

Vi farei un torto raccontandovi molto di più della trama di queste 500 pagine fondamentalmente inutili; mi limiterò a segnalare che Emma, protagonista femminile del romanzo, è tratteggiata con qualche convinzione in più ed è un personaggio potenzialmente interessante nella sua integrità mentre Dexter rasenta – con uno stile di vita che sembrerebbe improntato alla ricerca della massima libertà – il macchiettistico, a volte superandolo ampiamente. Nella ripetitività delle vicende e nella necessità di trascinare situazioni ho colto soltanto un gran senso di vuoto, una sensazione di vaghezza che non riesce a risollevarsi neppure in un finale che si vorrebbe concitato ma che risulta di fatto piuttosto scontato.

L’insieme conduce ad un paio di conclusioni amare: la prima è che sono precipitato in un loop di libri che non mi hanno lasciato niente, e su cui mi farò delle curiose domande fra qualche anno, tirandolo fuori dalla libreria e domandandomi “Ma questo, che capperi era?”.

La seconda mi fa pensare al fatto che si tratti di una pubblicazione piuttosto venduta, con un piede nella classifica dei Top Ten da qualche settimana: che facciamo, lo attribuiamo alla reboante presentazione di Nick Hornby che ne canta le lodi in quarta di copertina (sarà un omonimo?), o ci limitiamo ad osservare che alcuni fenomeni sono destinati a rimanere inspiegabili, governati esclusivamente dalle Leggi di Murphy, e che per certo da questo romanzo finirà per essere tratto un altrettanto inutile film?