Milano è così, ogni tanto regala sorprese difficili da immaginare, che si tratti di fenicotteri rosa o di un meraviglioso parco in stile romantico nel pieno centro della città.

Con una premessa: il parco teatro delle mie imbarazzanti esibizioni con la reflex di oggi non è un parco comune: è un parco vietato ai maggiori di 12 anni:

Quindi, se vuoi visitarlo e goderti uno splendido insieme di acqua, cascatelle, volatili in piena libertà e statue neoclassiche hai tre possibilità:

– puoi avere meno di 12 anni, ed entri
– puoi avere più di 12 anni ma accompagnare qualcuno che ne ha meno, ed entri
– puoi provare a commuovere i sorveglianti

Sì, perché confesso che ci ero già stato, o meglio che ci avevo provato; il parco della Villa Reale è posizionato esattamente dietro il PAC, e approfittando delle belle esposizioni che vi organizzano non puoi fare a meno di notarlo, dietro le vetrate. Dopo la prima visita ad una mostra avevo provato a fare il giro e raggiungerlo, restando gelato dal “Dove crede di andare lei?” lanciato da un custode.

“La prego, non mi dica che è proprietà privata”
“No, è un parco comunale”
“???”
“Ma lei non accompagna nessuno di meno di 12 anni, quindi non può entrare”.

Un altro paio di tentativi, settimane dopo, erano stati ugualmente frustrati: la vecchia tattica del “fischietto con gli auricolari nelle orecchie e faccio finta di non sentire” era stata soffocata sul nascere, ed anche quella – ancora più patetica – di fingersi uno straniero ammirato dalla cura del posto non aveva avuto miglior fortuna. “Forbidden!”. Pure poliglotti li scelgono.

Oggi avevo una missione: io SAPEVO – perchè colleghi che hanno figli avevano spifferato tutto – che lì dentro ci sono delle papere. E DOVEVO fotografarle.

Mi sono avvicinato noncurante all’ingresso, si è palesato il custode, ho mostrato la D300, preso in mano il peluche di What The Duck e sparato rapidamente:

“La-prego-faccio-solo-due-scatti-devo-fotografare-questa-papera-di-peluche-con-uno-sfondo-di-papere-vere-poi-vado-via-subito-davvero-questione-di-dieci-minuti-ed-è-finito-tutto”, tutto in apnea. Una roba da rendere orgoglioso Enzo Maiorca e decisamente perplesso il mio tabaccaio.

Non penso che dimenticherò facilmente l’espressione che aveva mentre stringevo il peluche al petto. A ripensarci, è un mezzo miracolo che non abbia chiamato la Croce Verde e si sia limitato a mormorarmi:

“E’ la scusa più bella che abbia mai sentito da un adulto per entrare. Vada, non ci metta troppo che mi mette nei casini”

Ho passeggiato estasiato per i vialetti alberati, annusato aria pura nel pieno centro di Milano, e mi sono beato della vista di due germani reali che si ingroppavano come conigli (considerato la mole di gente che arriva qui googlando “sito ufficiale milly d’abbraccio” mi sento di dover precisare che non è una esperienza eccitante).

Il parco è davvero una meraviglia assoluta. Alberi descritti con appositi cartellini

e una vista di insieme della villa che la via principale non regala e non fa percepire.

E, naturalmente, le ducks.