Nata a Kiev nel 1903, Iréne Némirovsky era figlia di un banchiere ebreo ucraino fuggito con la famiglia a Parigi nel 1918, dopo la Rivoluzione Russa. Parlava correntemente tre lingue e padroneggiava talmente bene il francese da pubblicare fin dai 19 anni, in una lingua ricca e brillante, racconti e poi romanzi e saggi di grande successo. Dal suo apprezzato romanzo DAVID GOLDER fu tratto nel 1930 l’omonimo film diretto da Julien Duvivier.
Nel 1935 chiese la cittadinanza francese, ma nonostante la sua fama le fu negata, e questo ben prima delle leggi antisemite promulgate dal Governo di Vichy dell’ottobre 1940, in seguito alle quali le fu vietato di pubblicare. Si rifugiò in campagna con le due figlie, raggiunta presto dal marito Michel Epstein, ebreo anche lui e perciò licenziato dalla banca in cui lavorava. Nel 1942 entrambi furono arrestati e morirono ad Auschwitz; le bimbe, di 13 e 5 anni, si salvarono, nascoste in un convento da amici premurosi.
Per oltre 50 anni, da un collegio a una famiglia adottiva, trasloco dopo trasloco, Élisabeth e Denise Epstein portarono con sé una valigia che conteneva gli ultimi manoscritti della madre. Convinte che fossero i suoi diari, per pudore non vollero mai leggerli. Dopo la morte di Élisabeth nel 1996 Denise si fece coraggio e con l’aiuto di una lente – la scrittura di Irène, già minuta, era resa microscopica per la scarsità di carta in tempo di guerra – lesse e trascrisse centinaia di pagine di testi e di note.
In quegli ultimi mesi Irène Némirovsky aveva composto febbrilmente le prime due parti di una “suite in cinque movimenti” che doveva narrare piccole e grandi storie della Francia sotto l’occupazione nazista.
TEMPESTA IN GIUGNO narra la fuga in massa verso sud dei parigini alla vigilia dell’arrivo dei tedeschi (14 giugno 1940): pochi fortunati in auto o con gli ultimi treni (ricordate il film CASABLANCA?), tanti a piedi, trascinandosi dietro malati, vecchi e bambini, e bagagli sempre più leggeri, patendo la fame e la paura sotto i ripetuti bombardamenti aerei delle strade. DOLCE racconta il nascere della passione fra una “sposa di guerra” e un ufficiale tedesco bello, colto, gentile, musicista raffinato: molto difficile per una giovane donna sola identificarlo come “nemico”.
Della terza parte, che avrebbe dovuto intitolarsi PRIGIONIA, ci ha lasciato uno schema, mentre delle ultime due abbiamo solo i titoli: BATTAGLIE e LA PACE. Acutamente aveva aggiunto dei punti interrogativi dopo entrambi i titoli.
La pubblicazione a sessant’anni di distanza di SUITE FRANCESE, il volume che le riunisce, è stata un vero evento letterario. Pubblicato in Francia nel 2004, ha ricevuto il Prix Renaudot a titolo postumo, facendo eccezione al regolamento che prevede la premiazione di soli scrittori viventi. Gli è stato invece negato il Premio Goncourt, con la miserabile scusa che l’autrice non era francese.
Immediatamente tradotto in molte lingue, ha avuto un enorme ed universale successo. E’ un libro appassionante, “popolare” nel migliore senso del termine: sentimenti semplici e comuni, storie di gentilezze e vigliaccherie, di imprevisti eroismi e quotidiane miserie, raccontate con occhio acutamente femminile e una scrittura piacevole e briosa, sempre realistica, con momenti di amabile umorismo e tanta umana pietà. Ci fa affezionare alle famiglie Péricand e Michaud durante il loro viaggio periglioso e ci fa condividere i dubbi e i rimorsi di Lucile mentre rischia di innamorarsi del bel Bruno. Ci racconta la guerra e le sue prime innocenti vittime, i civili lontani dal fronte, come nessun ponderoso saggio storico sarà mai capace di fare.
SCHEDA LIBRO
Autore: Irène Némirovsky
Titolo: Suite francese
Traduzione: Laura Frausin Guarino
Editore: Adelphi
Collana: Gli Adelphi
Pagine: 415
ISBN 978-8845927522
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Casalinga per nulla disperata, ne approfitta per guardare, ascoltare, leggere, assaggiare, annusare, immergersi, partecipare, condividere. A volte lunatica, di gusti certo non facili, spesso bizzarri, quando si appassiona a qualcosa non la molla più.