Secondo me è andata così:
Ambientazione: la redazione della casa editrice che ha dato alle stampe “1001 libri da leggere“
Redattore A: “Allora, abbiamo quasi finito. L’editore ci ha chiesto di trovare i 1001 libri per produrre un volumone di consigli e noi siamo già arrivati a 1.000!”
Redattore B: “C’è poco da esultare: tralasciando che siamo chiusi in redazione da dieci giorni, che mia moglie è scappata con un lanciatore di coltelli e la tua ti ha spedito le pratiche per il divorzio via mail, ne manca ancora uno e siamo fermi a 1.000 da domenica scorsa”
Redattore A: “Uhm… Non è che riusciamo a convincere l’editore a chiudere a 1.000? Magari oggi è di buon umore…”
Redattore B: “Ma figurati, le sue oscillazione d’umore vanno da Arrabbiato a Nero-come-il-carbon. Piuttosto, come si intitolava il romanzo che leggevi ieri in bagno?”
Redattore A: “Era Il quinto giorno di Frank Schatzing, ma non è proprio adatto: 1.200 pagine che avrebbero necessitato di una gran sforbiciata, alcuni personaggi totalmente improbabili (il generale Li primeggia per piattezza), una successione di maremoti, attacchi di cetacei infuriati a barche e vermi giganti, insomma… una roba con pretese scientifiche di altissimo livello che però precipita in una forma narrativa quasi priva di senso.”
Redattore B: “Mmmmm… tu sei sempre stato un po’ esigente, io ce lo infilerei…”
Redattore A: “No, no e ancora no! Guarda, davvero, non è il caso: stile lento e a tratti un po’ ampolloso, protagonisti privi di determinatezza, dialoghi al limite del grottesco (cito tra tutti quelli fra Leon e Greywolf). E il finale, mamma mia, il finale… Una palese dimostrazione di quanto l’autore si fosse infognato nella trama e di quanto stesse cercando disperatamente di trovare una via di uscita. Beh, non l’ha trovata.”
Redattore B: “Ascolta, facciamo così: intanto lo inseriamo nei 1001 libri da leggere, facciamo sempre in tempo a modificare le bozze prima che vadano in stampa. Dai, che così possiamo riemergere da qui: non vedo un raggio di sole da quasi due settimane e ‘sto posto comincia a puzzare come uno spogliatoio maschile dopo l’allenamento di 34 podisti.”
Redattore A: “Ok, ma ricordiamoci di toglierlo, mi raccomando!”
Ecco. Non se lo sono ricordati.
Dici Alfonso e pensi alla sua amata Triestina, alla sua biblioteca (rigorosamente ordinata per case editrici) che cresce a vista d’occhio, alla Moleskine rossa sempre in mano e alla adorata Nikon con la quale cattura scorci di quotidianità, possibilmente tenendo il corpo macchina in bizzarre posizioni, che vengono premiati ma non pensiate di venirlo a sapere. Se non vi risponde al telefono probabilmente ha avuto uno dei tanti imprevisti che riuscirà a tramutare in un esilarante racconto di “Viva la sfiga!”. Perché lui ha ironia da vendere ed un vocabolario che va controcorrente in questo mondo dominato dagli sms e dagli acronimi indecifrabili. Decisamente il più polivalente di tutti noi dato che è… il nostro (e non solo) Blogger senior che con il suo alfonso76.com ha fatto entrare la blog-o-sfera nella nostra quotidianità.