C’è in Frederick Forsyth una capacità di interpretare la sua contemporaneità che sorprende: se il compianto Tom Clancy seppe donarci alcune perle di fanta-politica-guerra che si prospettarono quasi profetiche in alcuni punti – tra tutti, l’utilizzo di aerei di linea come strumenti di terrorismo – il buon Forsyth ha scavato nella storia contemporanea con trame sempre attuali e sempre vicine allo sviluppo dei suoi giorni.
Dopo la caccia ai nazisti raccontata in “Dossier Odessa” e lo sviluppo delle relazioni internazionali di piena guerra fredda descritto ne “Il quarto protocollo”, tocca a “La lista nera” vestirsi nuovamente di quotidianità, nel racconto della lotta contro il terrorismo islamico.
Il protagonista, Kit Carson, è infatti impegnato in una caccia all’uomo: deve assicurare alla giustizia “II Predicatore”, un fondamentalista islamico che incita all’odio contro gli infedeli tramite seguitissimi filmati pubblicati sul web, e dalle cue parole sono già nati una dozzina di omicidi in Gran Bretagna e negli Stati Uniti. Questo misterioso personaggio è quindi entrata a pieno merito nella cosiddetta “lista nera”, un documento approvato dal presidente americano e dai vertici delle agenzie USA e che costituisce un elenco di personaggi da eliminare senza troppo clamore e senza processi.
Nella sua ricerca Carson sarà coadiuvato da un ragazzino imberbe e agorafobico, piccolo genio dell’informatico e unico in grado di seguire le tracce del Predicatore dietro firewall, proxy, connessioni che saltellano da un improbabile paese ad un altro. Alle forze speciali occidentali, Seal e SAS tra le altre, sarà invece affidato il compito di stanare il terrorista “sul campo” e di assicurarne l’uccisione.
Credibile come tutti i romanzi di Forsyth, che vanta evidentemente – oltre ad una invidiabile esperienza da reporter – una messe di contatti operativi, “La lista nera” è già pronto per divenire, oltre che un bestseller ed un capitolo nuovo nella sterminata saga dei fantathriller, un ottimo prodotto hollywoodiano. Lo aspettiamo al cinema?
Dici Alfonso e pensi alla sua amata Triestina, alla sua biblioteca (rigorosamente ordinata per case editrici) che cresce a vista d’occhio, alla Moleskine rossa sempre in mano e alla adorata Nikon con la quale cattura scorci di quotidianità, possibilmente tenendo il corpo macchina in bizzarre posizioni, che vengono premiati ma non pensiate di venirlo a sapere. Se non vi risponde al telefono probabilmente ha avuto uno dei tanti imprevisti che riuscirà a tramutare in un esilarante racconto di “Viva la sfiga!”. Perché lui ha ironia da vendere ed un vocabolario che va controcorrente in questo mondo dominato dagli sms e dagli acronimi indecifrabili. Decisamente il più polivalente di tutti noi dato che è… il nostro (e non solo) Blogger senior che con il suo alfonso76.com ha fatto entrare la blog-o-sfera nella nostra quotidianità.