copertina una lama di luce di andrea camilleri

Da cosa si capisce che è arrivata l’estate? Facile: arrivano le prime zanzare, le domeniche metropolitane si svuotano di concittadini e la nuova avventura del commissario Montalbano sbarca in libreria e si prepara a dominare la classifica dei romanzi più venduti.

Amanti dei gialli di Camilleri, appassionati della avventure del commissario più famoso della letteratura moderna, semplici lettori in cerca di un voltapagina umanissimo in grado di accompagnare un momento di relax od una calda notte in cui si fatica a chiudere gli occhi, gioite: “Una lama di luce” si inserisce perfettamente nel solco tracciato dal vivacissimo e prolifico autore siciliano, e non mancherà di regalarvi delle profonde soddisfazioni.

A cominciare dalla trama, che si sviluppa nell’intreccio di due indagini principali: ad un caso di rapina con annessa aggressione ad una donna che non convince quasi nessuno si aggiunge il ritrovamento di una casupola in un campo, ambiente probabilmente utilizzato per stivare un vero arsenale. Su quest’ultimo indagherà ovviamente l’antiterrorismo, ma gli avvezzi alle modalità di azione del buon Montalbano faticheranno poco ad immaginare come per il commissario sarà davvero impossibile lasciar perdere del tutto…

Su questo impianto narrativo, sempre intrigante e assolutamente scorrevole, si innesta poi il vero tema dominante della nuova avventura: non riuscirei a perdonarmi se mi lasciassi sfuggire qualsiasi accenno di spoiler, ma posso anticipare – è nella seconda di copertina – che nella vita del commissario farà il suo ingresso una gallerista per quella che sarà molto più che una banale avventura. Si, lo so, la maggior parte degli appassionati starà gongolando, perché Livia, storica fiamma “a distanza” di Montalbano, è simpatica davvero a pochi, ma lo sviluppo della storia renderà il commissario un personaggio diverso da quello a cui siamo abituati, donandogli una freschezza nuova e lasciando intravedere ulteriori aspetti di quella umanità di cui ci siamo innamorati anni fa.

Ancora una volta, Camilleri fa decisamente centro: a partire dal titolo – adoro quando il titolo di un libro è chiave interpretativa del testo – per arrivare alla riproposizione di un personaggio abbandonato in una delle prime avventure di Montalbano, un incontro – seppure a distanza – che costringerà il commissario a fare i conti con il suo passato, le sue paure, quelle piccole vigliaccherie che abbiamo tutti e che ci fanno desistere nel trovarci di fronte ad una scelta importante.

Per me, il miglior Montalbano degli ultimi anni, arricchito da un finale intenso e commuovente che lascerà senza fiato. Consigliatissimo.