La sana competizione su MaSeDomani.com è sempre viva, e dopo la pubblicazione delle 3-recensioni-in-1 sulla saga di Twilight non potevo esimermi dal replicare con letteraria “recensione-una-e-trina”.
Non credo di essere nato con la camicia, ma di tanto in tanto una botta di cu fortuna puo’ indirizzare favorevoli congiunture anche su questi lidi: stavo rileggendo – come faccio spesso in cerca di ispirazioni libresche – “New Italian Epic” dei Wu Ming, e mi ha incuriosito una nota alla seconda edizione in cui i nostri si cospargevano la capoccia di cenere per non aver citato Alan D. Altieri tra gli autori di riferimento della nuova galassia narrativa italiana (meglio descritta qui). Ho stretto gli occhiucci come faccio sempre in cerca di concentrazione: ricordavo dei titoli su cui mi era capitato di appoggiare il naso in libreria, ma per un motivo o per l’altro (e adesso mi chiedo davvero quali potessero essere) i libri in questione erano rimasti sullo scaffale.
A Milano pioveva – e questa estate non è stata una novità – e un salto in libreria lo si fa volentieri, in particolare se hai in programma qualche giorno di totale relax da riempire con vagonate di pagine e punteggiature. Torno a casa con “Campo di Fuoco”, primo volume della serie Sniper che mi attrae riportandomi immediatamente alla memoria le nottate passate su Ghost Recon. Il videogame consentiva di selezionare i sei membri del commando di assalto, ed io ho sempre optato per almeno un paio di cecchini in grado di colpire da grande distanza: un’arma micidiale sul terreno aperto, senza dimenticare che inquadrare il bersaglio con un mirino telescopico e colpirlo senza essere stati rilevati era – da una punto di vista videoludico – una gran soddisfazione.
E’ proprio in Campo di Fuoco che Altieri introduce la figura di Russel Kane: personaggio lacerato, con un passato da medico ed un presente che mal si rapporta con il giuramento di Ippocrate: master sniper delle forze speciali britanniche (i SAS), come dire l’eccellenza della capacità di sopravvivere a qualsiasi evento bellico. E per far meglio comprendere quale sia stato l’impatto, si sappia che in un paio di giorni mi sono dovuto procurare anche “L’ultimo muro” (che prosegue la serie con una intrigante ambientazione a Gerusalemme) e “Victoria Cross” (al momento ultimo romanzo con lo stesso protagonista, anche se sono attese ormai da un paio di anni novità su questo fronte), ed ecco che la recensione una-e-trina era bella che pronta. Tre avventure divorate in quattro giorni, accomunate da una trama che si fa assolutamente adrenalinica, e con un fiorilegio di armi, sparatorie, assalti, fiotti di sangue, serrati combattimenti ed esplosioni apocalittiche. Altieri trascina per mano il lettore nella azione piu’ pura, senza troppi compromessi e senza per questo tralasciare la caratterizzazione dei personaggi di contorno: immancabile la gnocca di turno, qui in versione special e quindi parimenti accessoriata da un punto di vista militare, e inevitabile la presenza del cattivo-cattivissimo, con varianti che vanno dal ricco-che-se-ne-fotte-dell’ecologia al terrorista fondamentalista che di fondamentale ha solo la volontà di far grana.
Tre libri per lasciarsi rapire e abbandonarsi totalmente alla vera azione. Io ve li consiglio.
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Dici Alfonso e pensi alla sua amata Triestina, alla sua biblioteca (rigorosamente ordinata per case editrici) che cresce a vista d’occhio, alla Moleskine rossa sempre in mano e alla adorata Nikon con la quale cattura scorci di quotidianità, possibilmente tenendo il corpo macchina in bizzarre posizioni, che vengono premiati ma non pensiate di venirlo a sapere. Se non vi risponde al telefono probabilmente ha avuto uno dei tanti imprevisti che riuscirà a tramutare in un esilarante racconto di “Viva la sfiga!”. Perché lui ha ironia da vendere ed un vocabolario che va controcorrente in questo mondo dominato dagli sms e dagli acronimi indecifrabili. Decisamente il più polivalente di tutti noi dato che è… il nostro (e non solo) Blogger senior che con il suo alfonso76.com ha fatto entrare la blog-o-sfera nella nostra quotidianità.