Promettono bene Antonin Varenne, astro nascente del noir d’oltralpe dotato di cognome vagamente equino, ed il suo tenente Guerin, protagonista di questo brillante romanzo d’esordio.
Il titolo del giallo ne racconta già in parte l’eccentricità. Per una volta, non siamo in presenza del classico commissariato impegnato nella risoluzione di efferati omicidi, e Varenne ci conduce infatti in una Parigi percorsa da una ondata di inspiegabili suicidi, accumunati dalla spettacolarità, dalla scarsa quantità di vestiti indossati dalle vittime e ottimamente richiamati dalla bella ed evocativa copertina predisposta dai tipi di Einaudi.
Ne derivano una trama complessa ed elaborata, con storie e narrazione forse un po’ troppo ondivaghe in cui non è impossibile “perdere il filo”, ma certamente caratterizzata da uno stile di scrittura personale e molto originale. I personaggi, principali e non, di “Sezione Suicidi” sono uomini e donne pesti, intimamente sfigurati da storie ed esperienze al limite della sofferenza, ed anche per questo decisamente più riconducibili ai pensieri del lettore; particolarmente affascinante la figura del tenente Guerin, sempre in bilico fra disillusione e ricerca della verità, ammorbato da una solitudine scalfita solo da un pappagallo incline al peggior turpiloquio mai espresso da un becco letterario e da un assistente che di tanto in tanto prenderesti a sberle per ingenuità e lentezza.
I fili conduttori di una narrazione che sembra volersi avvicinare alla tradizione del noir francese sono un ritmo volutamente poco serrato ed un focus puntato sull’umanità dei personaggi e su una ambientazione affascinante un-po’-alla-Vargas; si sente un po’ la mancanza di un battito di ironia o di sarcasmo, che avrebbe potuto impreziosire ulteriormente un romanzo che finisce per risultare un po’ triste, nell’accezione non necessariamente negativa del termine.
Il consiglio potrà sembrare banale ma non lo è del tutto: godetevi una bella passeggiata in libreria e sfogliatene qualche pagine. C’è chi ne rimarrà deluso e chi lo trascinerà entusiasticamente verso la cassa; in entrambi i casi, la funzione commenti è qui per voi
Dici Alfonso e pensi alla sua amata Triestina, alla sua biblioteca (rigorosamente ordinata per case editrici) che cresce a vista d’occhio, alla Moleskine rossa sempre in mano e alla adorata Nikon con la quale cattura scorci di quotidianità, possibilmente tenendo il corpo macchina in bizzarre posizioni, che vengono premiati ma non pensiate di venirlo a sapere. Se non vi risponde al telefono probabilmente ha avuto uno dei tanti imprevisti che riuscirà a tramutare in un esilarante racconto di “Viva la sfiga!”. Perché lui ha ironia da vendere ed un vocabolario che va controcorrente in questo mondo dominato dagli sms e dagli acronimi indecifrabili. Decisamente il più polivalente di tutti noi dato che è… il nostro (e non solo) Blogger senior che con il suo alfonso76.com ha fatto entrare la blog-o-sfera nella nostra quotidianità.