Cosa può esserci di meglio di una recensione letteraria di V. per ridare linfa alla tradizione del nostro lunedì zombie?

Adrenalinica lotta per la sopravvivenza in un mondo che si sta sgretolando sotto in nostri increduli e spaesati occhi. Una corsa alla ricerca della salvezza, brancolando sempre più nel buio, nell’oscurità più nera che si ricordi dalla notte dei tempi. Un nemico inatteso, sconosciuto, incontrollabile, senza senso apparente. Nessun aiuto dal prossimo, ma solo l’ausilio degli umani istinti e del proprio bagaglio di esperienze. La legge del più forte regna sovrana e l’uno contro tutti è l’unica certezza.

Un avvocato ed il suo gatto in fuga dalla Galizia e, più in generale, dalla fine del mondo, senza mai perdere “quell’umano sentimento che è la speranza”.
Se domani accendendo la televisione, non ricevessimo più aggiornamenti, per esempio, dalle zone nordafricane al momento in fermento, lo noteremmo? Se ci invitassero ad inviare soccorso medico, ci stupiremmo? Se il motivo di ciò fosse il diffondersi di una epidemia tra i pazienti degli ospedali, spesso da campo, ci preoccuperemmo?

Ma se una mattina sempre meno canali trasmettessero il tg, se il panico si diffondesse nel vicinato, la diffidenza crescesse sino all’avvento della legge marziale, allora si che i dubbi sorgerebbero!
È così che prende il via questa avvincente storia, ricca di scene tanto umane quanto colorite, surreali, thriller mozzafiato in costante crescendo, sempre più splatter, al punto che ci parrà di vedere ciò che accade come se fossimo dentro il libro.
Caso letterario in Spagna, novità passata in sordina nelle nostre librerie, nonostante il 2011 sia l’anno del trionfo zombie. Perfetto ludico passatempo, intelligente nella sottile ironia che ci accompagna per le oltre 400 pagine, ma che non impedisce i tanti sobbalzi dalla seggiola, anzi rende ancor più arduo il distacco prima della fine dell’ultimo paragrafo.

State pronti, loro sono ovunque, sono i non-morti, quelli che vi percepiscono, vi bramano, vi troveranno e vi azzanneranno, perché il nostro mondo ora non ci appartiene più al punto che per qualche oscuro motivo siamo divenuti la loro inutile cena.

E quando l’incubo vi sembrerà terminato, vi sentirete orfani ma sarà tempo di intraprendere una nuova lettura : - )