Recensione di Kinds of Kindness, il nuovo film del regista greco, solo al cinema dal 6 giugno 2024.

kinds of kindness poster cinema

La locandina italiana del film Kinds of Kindness ora al cinema!

SCHEDA DEL FILM

REGIA: Jorgos Lanthimos
CAST: Emma Stone, Jesse Plemons, Willem Dafoe, Margaret Qualley, Hong Chau, Joe Alwyn, Mamoudou Athie, Hunter Schafer
DURATA: 165 minuti
DATA DI USCITA: giovedì 6 giugno 2024
DISTRIBUZIONE: Walt Disney


RECENSIONE

Una favola in tre atti: un uomo senza scelta che cerca di prendere il controllo della propria vita; un poliziotto preoccupato dal fatto che la moglie scomparsa in mare sia tornata e sembri un’altra persona; e una donna determinata a trovare una persona specifica con una speciale abilità, destinata a diventare un prodigioso leader spirituale.

Emma Stone e Jesse Plemons in KINDS OF KINDNESS. Photo by Atsushi Nishijima. Courtesy of Searchlight Pictures. © 2024 Searchlight Pictures All Rights Reserved

Emma Stone e Jesse Plemons in KINDS OF KINDNESS. Photo by Atsushi Nishijima. Courtesy of Searchlight Pictures. © 2024 Searchlight Pictures All Rights Reserved.

Yorgos Lanthimos dopo il clamoroso e meritato successo (e la vittoria di quattro premi Oscar) per Povere Creature! – presentato all’ultima Mostra del Cinema di Venezia – torna al Festival di Cannes con una nuova opera, un ritorno al suo cinema delle origini, un cinema freddo e sarcastico che si discosta dagli ultimi film e che però in questo caso risulta più un esercizio di stile che una parabola umana, o meglio: disumana.

Un ritorno al passato anche perché il regista greco debuttò proprio a Cannes ormai quindici anni fa con Dogtooth, che vinse il premio Un Certain Regard.

Kinds of Kindness ha un cast stellare (composto da Emma Stone, Jesse Plemons, Willem Dafoe, Margaret Qualley, Hong Chau, Joe Alwyn, Mamoudou Athie, Hunter Schafer) che si sdoppia, anzi si triplica, interpretando tre personaggi diversi in tre diversi affreschi di vita il cui fil rouge è il contrario della gentilezza del titolo: Lanthimos torna a servirsi di un cinema distaccato (proprio nello stile di regia oltre che di narrazione), abbandona i grandangoli e torna a raccontare la disperazione e l’amoralità di personaggi asettici, inquietanti, fragili e grotteschi, sottomessi e abusatori, che si muovono all’interno di scene disturbanti.

La sceneggiatura originale, scritta insieme a Efthimis Filippou (alla sua quinta collaborazione con Lanthimos) segna proprio un’inversione di rotta dopo La Favorita e Povere Creature! che riporta agli inizi di carriera, ma purtroppo ci sono passaggi troppo contorti (e anche poco comprensibili, soprattutto nell’ultimo episodio) e troppo compiaciuti per raggiungere i livelli di Alps o di The Lobster.
Willem Dafoe e Margaret Qualley in KINDS OF KINDNESS. Photo by Atsushi Nishijima. Courtesy of Searchlight Pictures. © 2024 Searchlight Pictures All Rights Reserved.

Willem Dafoe e Margaret Qualley in KINDS OF KINDNESS. Photo by Atsushi Nishijima. Courtesy of Searchlight Pictures. © 2024 Searchlight Pictures All Rights Reserved.

Dove però scivola la coerenza narrativa, in soccorso arrivano le magistrali interpretazioni degli attori che ormai possiamo definire feticcio (tutte, nessuna esclusa) e la grandissima capacità di regista e sceneggiatore di mettere i loro personaggi proprio lì dove solo i grandi scrittori sanno metterli: in balia degli eventi, in architetture e periferie senza anima, bollite dal sole e dal caldo, nessun run for cover per loro, esposti come carne da macello per tutti i 165 minuti della durata del film, in un mare di incertezza e fragilità dove non si sa mai cosa stia per accadere.

Lanthimos tocca corde e sfumature tarantiniane e lynchiane fra black humor, inquietudine perturbante e surrealismo grottesco e feroce e usa la musica in modo originalissimo – a partire dalla canzone che apre il film, Sweet Dreams, che sostituisce il jingle della Searchlight Picture e che sembrerebbe fornire il tema di tutto il film.

Alla fine Kinds of Kindness rimane l’opera d’arte di un grandissimo artista che però sembra essersi preso una pausa per navigare in superficie e fare un’esercitazione di stile in preparazione di qualcos’altro che speriamo possa confermare ciò a cui ci ha abituati da oltre quindici anni: di essere l’autore unico di un cinema di raro coraggio, provocatorio, riflessivo, innovatore.

Margherita Giusti Hazon


TRAILER UFFICIALE