Recensione di Povere Creature! Il nuovo film di Lanthimos con protagonista Emma Stone solo al cinema dal 25 gennaio 2024!

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La locandina italiana del film Povere Creature!

SCHEDA DEL FILM

REGIA: Yorgos Lanthimos
CAST: Emma Stone, Mark Ruffalo, Willem Dafoe, Ramy Youssef, Christopher Abbot
DURATA: 141 minuti
USCITA: giovedì 25 gennaio 2024
DISTRIBUZIONE: Walt Disney


RECENSIONE

La storia incredibile della fantastica trasformazione di Bella Baxter, una giovane donna riportata in vita dal dottor Godwin Baxter, scienziato brillante e poco ortodosso. Bella vive sotto la protezione di Baxter ma è desiderosa di imparare. Attratta dalla mondanità che le manca, fugge con Duncan Wedderburn, un avvocato scaltro e dissoluto, in una travolgente avventura che si svolge su più continenti. Libera dai pregiudizi del suo tempo, Bella cresce salda nel suo proposito di battersi per l’uguaglianza e l’emancipazione.

Emma Stone in Poor Things. Photo by Atsushi Nishijima. Courtesy of Searchlight Pictures. © 2023 20th Century Studios All Rights Reserved.

Emma Stone in Povere Creature! Photo by Atsushi Nishijima. Courtesy of Searchlight Pictures. © 2023 20th Century Studios All Rights Reserved.

Il libro da cui è tratta la nuova esplosiva fatica di Yorgos Lanthimos era introvabile. Per alcuni si era già creata una sorta di leggenda, fra cacce al tesoro, aste alla ricerca del miglior offerente, e furti in rete. Io alla fine sono stata credo una delle poche fortunate a leggere il romanzo nella sua versione originale – diciamo (prima quindi della ristampa a cura di Safarà Editore, che ha avuto la lucidità di rieditarlo), e quindi prima di vederne la sua trasposizione cinematografica. 

ll romanzo, uscito nel 1992 e scritto da Alasdair Gray, mi rapì letteralmente anima e cuore, fin dalle primissime pagine. No, fin dalla copertina, anzi: dal titolo: Poveracci. Fra le tante cose che si potrebbero dire a riguardo, sicuramente la più evidente è che quest’opera è una celebrazione della libertà come poche se ne sono mai lette o viste, per di più il racconto è quello di una donna, e quindi il concetto assume un valore e una attualità ancora maggiori. L’autore di questo romanzo riesce in un’impresa impossibile, mettere in scena un bildungsroman – perché in fondo di questo si tratta, di una storia di crescita e formazione – uscendo letteralmente dagli schemi, dalle norme, dalla morale, creando un libro dentro un libro e una storia dentro a un’altra storia, con una impostazione che quasi ricorda Il grande Gatsby di Fitzgerald.

Insomma Poor Things/Poveracci/Povere creature (chiamatelo come volete) è un gioiello raro e introvabile, finto e vero, perché si spaccia per essere tante cose, in primis è fintamente vittoriano, poi fantascientifico, romantico, folle e illusorio, i personaggi sono totalmente irrealistici eppure così reali, e ci si affeziona come fossero umani veri. È dunque molto facile intuire che cosa Lanthimos abbia visto in questo romanzo per decidere di trasformarlo in un film. Perché il mondo di Poveracci è un mondo fatto di mostri e di ironia, di figure surreali, di crudeltà, di zero empatia ma tanti colori.
Emma Stone in Povere Creature. Courtesy of Searchlight Pictures. © 2023 Searchlight Pictures All Rights Reserved.

Emma Stone in Povere Creature! Courtesy of Searchlight Pictures. © 2023 Searchlight Pictures All Rights Reserved.

Povere creature sembrerebbe proprio la storia della prima Frankenstein donna della storia del cinema.

Willem Dafoe è il co-protagonista di questa folle avventura, in un ruolo che sembra scritto appositamente per lui. Profondamente solo, amante della scienza nel modo più puro, Godwin Baxter è un essere strambo, simpatico dopo tutto, a metà fra una divinità che tutto può e un essere umano che si sta decomponendo e sta morendo. Godwin suscita una grande forma di tenerezza perché è una persona che crede, crede fermamente in un sogno e come tutti i sognatori non guarda in faccia a nessuno anche mentre è consapevole di essere un mostro e di creare dei mostri.

Ma chi sono i veri mostri di questo film? Gli uomini.

Ci torniamo fra un attimo. Durante la conferenza stampa dove abbiamo avuto la fortuna di incontrarlo, Dafoe – che ha appena ottenuto una meritatissima stella nella celebre Hollywood Walk of Fame –  ha raccontato che cosa differenzia la storia di Frankenstein da quella di Godwin Baxter. Nella prima, il creatore ha una repulsione verso la sua creazione, qui invece lo scienziato si innamora della sua creatura a tal punto da volerle dare una seconda possibilità di vivere dignitosamente la sua vita. In realtà, dandola a lei la sta dando anche a se stesso. Godwin crede profondamente nella scienza, la scienza in fondo può darti una seconds vita. Non è etico, non è ortodosso, ma per Godwin è un atto di generosità.

Dafoe racconta inoltre che la sua immedesimazione con il personaggio dello scienziato tenero e folle è stata così immediata forse anche perché da adolescente si era ritrovato a fare il “portiere” della clinica dove lavorava suo padre, quindi ha sempre avuto contatti con strumenti chirurgici, malati, e operazioni. Sicuramente questo aspetto ha creato un particolare legame col personaggio e col film. La riuscita è dovuta anche all’incredibile trucco applicato sull’attore, un processo lungo tre ore. Il trucco e in particolar modo poter indossare una maschera sul viso è stato per lui un incredibile strumento perché gli ha permesso di guardarsi nello specchio, scomparire per far emergere qualcun altro… o qualcosaltro. È stato un mezzo per sentire altri sentimenti e farli propri.

Willem Dafoe in Povere Creature. Photo by Atsushi Nishijima Courtesy of Searchlight Pictures. © 2023 20th Century Studios All Rights Reserved.

Willem Dafoe in Povere Creature! Photo by Atsushi Nishijima Courtesy of Searchlight Pictures. © 2023 20th Century Studios All Rights Reserved.

Ma veniamo a una delle questioni più delicate del film, la rappresentazione del genere maschile.

Il campionario da film horror e insieme da tragi-commedia proposto prima da Gray e poi da Lanthimos racchiude tutte le categorie maschili riunite nel comune obiettivo di schiacciare la donna, mascherato dalla scusa di volerla invece proteggere. E allora ecco che dal padre al fidanzato geloso passando per l’uomo cinico che vuole insegnarti la vita si compie una panoramica sull’attuale e sempiterna condizione che la donna vive da quando è giunta sul pianeta terra, fino ad arrivare forse alla salvezza con l’unico uomo che la ama (nel libro, bisogna dirlo, è raccontato molto meglio il suo personaggio e il suo punto di vista) e la lascia davvero libera di viaggiare, sperimentare e fare del suo corpo ciò che vuole.

Alcuni uomini diranno che è irrealistico, che non esiste un tipo d’uomo così, altri diranno “ma non siamo mica tutti così”. Eppure, sono abbastanza certa di una cosa: che così come le donne si potranno immedesimare in Bella e amare profondamente questo personaggio, gli uomini si immedesimeranno nel fitto e meschino campionario di subuomini. Perché gli uomini come Max McCandles esistono, sono rari, certo, e vengono descritti come ingenui e alla fine addirittura passano per stupidi. Stupidi perché non esercitano il loro potere coercitivo su una donna e non se la tengono stretta in quanto “lei è mia”. Stupidi perché ieri come oggi l’amore è solo possesso, ma se davvero esiste l’evoluzione della specie, conviene invece che il genere maschile inizi a imparare e applicare il metodo “Max McCandles” perché noi donne ci stiamo evolvendo, e non saranno certo loro a fermarci.

Emma Stone e Mark Ruffalo in Povere Creature. Photo by Atsushi Nishijima. Courtesy of Searchlight Pictures. © 2023 20th Century Studios All Rights Reserved.

Emma Stone e Mark Ruffalo in Povere Creature! Photo by Atsushi Nishijima. Courtesy of Searchlight Pictures. © 2023 20th Century Studios All Rights Reserved.

Questo film esprime la liberazione personale attiva di un essere umano (che ha gli occhi, appunto, di una donna) che pur di sperimentare cose persone e luoghi rompe schemi, norme, regole sociali e morali, che cresce come crescono le piante, senza limiti e in modo naturale, si attacca dove trova uno spazio e segue l’istinto e soprattutto la sua natura: se sei una pianta che vive al sole cercherai i raggi solari, se invece cresci all’ombra cercherai riparo.

Lanthimos non si lascia sfuggire l’occasione di far sua questa storia, sceglie una porzione di verità e il punto di vista a cui decide di credere e lo mette in scena filtrato dalla sua lente distorta che ormai abbiamo imparato a conoscere. Con una visionarietà stupefacente nel ritrarre i luoghi e gli ambienti, un’abbondanza cromatica e sonora, fra grandangoli e una CGI virata nei temi più burtoniani, Lanthimos vince il Leone d’oro di Venezia80 con un film impietoso, ironico, surreale, esagerato, esaltante, variopinto.

La sua Bella, a cui magistralmente Emma Stone dà un volto, una voce, dei movimenti e una personalità più affascinante, sexy e fluida che mai, è una donna che fa della “disfunzionalità” la sua forza, il suo più grande tesoro, la sua unicità. Mostro e sogno insieme, crudele e empatica nello stesso momento, madre e figlia, amante e figlia, se stessa sempre: studia anatomia mentre si fa versare gin dall’unico uomo che è riuscito a starle accanto senza opprimerla, mentre affila i coltelli per tagliare in mille pezzi l’ego di tutto il resto dell’umanità maschile, deriso – giustamente – senza più pietà alcuna.

Margherita Giusti Hazon


TRAILER UFFICIALE

Foto: ufficio stampa Disney, che si ringrazia.