C’è Ancora Domani, il film di Paola Cortellesi ora al cinema

Recensione di C’è Ancora Domani, il primo film di Paola Cortellesi sulla violenza contro le donne.

La locandina ufficiale del film C’è Ancora Domani, ora solo al cinema!

SCHEDA DEL FILM

REGIA: Paola Cortellesi
CAST: Paola Cortellesi, Valerio Mastandrea, Romana Maggiora Vergano, Emanuela Fanelli, Giorgio Colangeli, Vinicio Marchioni
DURATA: 118 minuti
DATA DI USCITA: 26 ottobre 2023
DISTRIBUTORE: Vision Distribution


RECENSIONE

Ieri sono stata al cinema per la seconda volta per rivedere C’è Ancora Domani, prima prova registica di Paola Cortellesi.

La prima volta che ho visto il film è stata un po’ una casualità, un salto nel buio non previsto. Non avevo letto la trama e non avevo neanche pensato di guardarlo.

Poi l’incontro con un amico, il cambio dei piani e… ecco che ho fatto la scelta giusta!

Non avendo idea di cosa avrei visto, ma conoscendo gli altri film in cui Cortellesi è attrice e sceneggiatrice, mi aspettavo che il suo esordio alla regia fosse una commedia.

Paola Cortellesi, Giorgio Colangeli, Chiara Bono, Alessia Barela, Federico Tocci, Romana Maggiora Vergano, Mattia Baldo, Gianmarco Filippini e Valerio Mastandrea in una scena di C’è Ancora Domani @ Claudio Iannone.

E invece, ecco che mi ritrovo spiazzata davanti a un film drammatico che non racconta solo una pagina di storia, ma anche un episodio di ieri che purtroppo si ripete anche nell’oggi.

Paola Cortellesi sceglie di rappresentare sullo schermo la vicenda di Delia, interpretata da lei stessa, una donna comune, che al termine del secondo conflitto mondiale, in una Roma ancora occupata dalle truppe americane, si barcamena tra un lavoro e l’altro per contribuire al mantenimento della sua famiglia, composta dal marito Ivano (Valerio Mastandrea) e dai suoi tre figli.

La vita di Delia è una vita grigia, di una donna che non ha alcuna aspirazione se non quella di vedere ben sposata la figlia maggiore, Marcella (Romana Maggiore Vergano).

Delia sopravvive così, tra un lavoro e l’altro, senza mai fermarsi, nello squallore del seminterrato in cui abita con la famiglia, e le botte del marito Ivano, capofamiglia brutale che la picchia quando fa un errore o non fa come dice lui, il quale ha rispetto solo del padre, Sor Ottorino (Giorgio Colangeli), costretto a letto da anni e ulteriore carico per la povera Delia.

La vita di questa donna sembra ripetersi sempre uguale, con l’unico sollievo dato dall’amicizia con Marisa (Emanuela Fanelli), quando a Delia viene recapitata una misteriosa lettera che smuoverà in lei qualcosa e che sarà una vera svolta nella sua buia esistenza.

Paola Cortellesi e Valerio Mastandrea in una scena di C’è Ancora Domani @ Claudio Iannone.

C’è Ancora Domani è uno di quei film che lasciano il segno e che non si possono non vedere al cinema.

Così ha detto lo stesso Fazio quando ha avuto come ospite Paola Cortellesi a Che Tempo Che Fa qualche settimana fa. Ed è un’affermazione che condivido appieno, tanto che il giorno dopo la mia prima visione, ho invitato i miei stessi alunni a vederlo e proprio ieri ci siamo organizzati per andare assieme al cinema.

Ma perché C’è Ancora Domani è un film che va assolutamente visto?

Prima di tutto, perché racconta una pagina di storia. Ci viene mostrata l’immagine della nostra Italia liberata da poco dal nazifascismo, in quel momento ibrido in cui non era ancora repubblica ma non era neppure più monarchia.

Inoltre, Paola Cortellesi affronta un tema purtroppo tristemente attuale. Quello del maltrattamento e dell’abuso tra le mura domestiche.

Delia rappresenta tutte quelle (tante) donne che subivano questa sorte e che, come lei, l’accettavano perché erano state cresciute con l’idea che fosse giusto essere sottomesse al proprio marito, il quale aveva potere di vita e di morte su di loro.

Come sottolinea la regista, questo modo di pensare era insito nella cultura di allora (e purtroppo ancora in troppi contesti anche in quella di oggi). Gli stessi uomini crescevano così e pertanto era normale comportarsi a quel modo.

Gianmarco Filippini, Mattia Baldo, Paola Cortellesi e Valerio Mastandrea in una scena di C’è Ancora Domani @ Claudio Iannone.

A qualche settimana dal 25 novembre, Giornata Mondiale contro la Violenza sulle Donne, perciò C’è Ancora Domani è davvero uno di quei lungometraggi che ci mostra questa violenza nella storia e in una storia, ma che ci ricorda anche di un importante momento nella storia delle donne che non va dimenticato.

Proprio per questo C’è Ancora Domani non è solo un film drammatico, ma ci trasmette più di un barlume di speranza.

La Cortellesi, infatti, al registro drammatico intreccia continuamente quello comico, che è un po’ il suo marchio di fabbrica e senza il quale la pellicola sarebbe stata meno gradevole.

Sullo schermo c’è sì una storia tragica e spaventosa, ma è una storia che a tratti riesce anche a far ridere. La regista sceglie di smorzare i momenti troppo drammatici o anche troppo romantici con espedienti comici.

Vi è per esempio una bellissima scena tra Delia e un suo antico amore, Nino (Vinicio Marchioni), in cui i due si guardano con la malinconia di due innamorati, le cui strade si sono separate. La macchina da presa gira attorno ai due che si rimirano con struggente tristezza, ma entrambi hanno mangiato un pezzetto di cioccolato, per cui mentre si sorridono persi nel loro sentimento sembra che abbiano tutti i denti cariati.

Un’altra cosa che ho molto apprezzato è stata l’uso del bianco e nero, come omaggio al cinema neorealista. La regista afferma in un’intervista di aver optato per questa scelta d’istinto, perché per la storia di Delia si è ispirata ai racconti delle sue nonne e delle sue bisnonne, che lei stessa si immaginava di quel colore. Anche la scelta del formato iniziale, prima dei titoli di testa, in 4/3 è sempre un omaggio al cinema neorealista, in particolare a quello rosa.

Zoe Zolferino, Luisa Ricci e Paola Cortellesi in una scena di C’è Ancora Domani @ Claudio Iannone.

A me il bianco e nero ha fatto venire a mente uno dei più bei film degli ultimi anni. Roma di Cuarón.

Altro elemento secondo me particolarmente studiato, anche a fronte della formazione della Cortellesi, la quale come sappiamo nasce più come cantante, anche se poi si afferma come comica, è l’uso del suono. C’è una particolare attenzione in C’è Ancora Domani per il silenzio, che spesso viene contrapposto al rumore, tipico del cortile dove si trova l’abitazione di Delia e dei suoi e che in quegli anni rappresentava una sorta di famiglia allargata. Anche le musiche sono selezionate ad hoc. Meravigliosa la scelta del pezzo degli Outkast, B.O.B. (Bombs Over Baghdad) per una delle scene finali che esprime con grande potenza il tumulto del cuore di Delia.

Non mi soffermo troppo, invece, sullo splendido cast. Ciascun attore, dalla stessa Cortellesi a Mastandrea a Marchioni a Fanelli interpreta mirabilmente il proprio personaggio. Primo tra tutti Mastandrea che non avevo mai visto in un ruolo simile e che è stato proprio una grande sorpresa perché è davvero riuscito a far odiare il suo personaggio.

Per ultimo, prima di chiudere questa appassionata recensione, volevo sottolineare un altro aspetto del film. Quello del rapporto tra le donne. Delia si relaziona con diverse figure femminili. Prima di tutto con la figlia Marcella.

Tra madre e figlia, sebbene ci sia affetto, vi è un rapporto conflittuale, perché Marcella non è in grado di comprendere la madre e la tratta con disprezzo quando la vede sottomettersi al padre. In certi tratti pare addirittura che la figlia stessa, influenzata dall’ambiente che ha attorno, finisca per considerare la madre una nullità. Per fortuna ci penserà la lettera misteriosa a sistemare le cose.

Emanuela Fanelli e Paola Cortellesi in una scena di C’è Ancora Domani @ Luisa Carcavale.

Un altro bellissimo rapporto è quello di Delia con l’amica Marisa con cui passa gli unici momenti di leggerezza e con cui può scambiare delle confidenze. Bellissima è la scena delle due che fumano assieme una sigaretta degli americani.

Altre sono le donne con cui interagisce Delia: con le donne del cortile, con la proprietaria del negozio di riparazioni, con la figlia del notaio cui Delia va a fare le punture.

La Cortellesi mostra molte figure di donne, tutte però, senza alcuna distinzione sociale, costrette al silenzio da una cultura maschilista che in Italia, ma anche nel mondo, fatica a scomparire.

La regista con il suo stesso titolo ci invita, quindi, a continuare a sperare in questo domani. Sì, c’è ancora domani perché si arrivi alla tanto sospirata parità di genere.

Come ha detto un mio amico: C’è qualcosa che Paola Cortellesi non sa fare?

Francesca Meraviglia


TRAILER UFFICIALE

Foto: ufficio stampa film.

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  • Grazie per il rispetto verso il Global Goal numero 5 .Un salutone. Andrea P. - Membro Aiesec International.

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