Recensione di STRAPPARE LUNGO I BORDI, la serie d’animazione di Zerocalcare dal 17 novembre 2021 su Netflix.

STRAPPARE LUNGO I BORDI locandina Netflix

La locandina della serie italiana Strappare lungo i bordi.

Presentate le prime due puntate al Festival Del Cinema di Roma, dal 17 Novembre Netflix propone sulla sua piattaforma, la prima serie animata italiana: STRAPPARE LUNGO I BORDI.

Scritta e diretta da Zerocalcare (alterego su carta da circa di 20 anni del fumettista romano Michele Rech) con la collaborazione di Movimenti Production e BAO Publishing, STRAPPARE LUNGO I BORDI è un gioiellino da non perdere.

A partire dalla sigla, firmata dal musicista Giancane che ha curato tutte le musiche originali della colonna sonora, sembra chiaro il carattere dolce/amaro di questa produzione.

La serie è composta di 6 episodi molto brevi (circa un quarto d’ora ciascuno), dove Calcare ripercorre, attraverso salti temporali, aneddoti, digressioni, parti fondamentali della sua vita come l’incontro con Alice, mentre affronta un viaggio in treno con gli amici di sempre, Sarah e Secco.

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Un’immagine della serie Strappare lungo i bordi. Photo: courtesy of Netflix.

Cosa rende speciale questa serie? La facilità con cui l’autore riesce a passare dall’individuale al collettivo, all’universale. Ci parla di sé, ma in fondo racconta la storia di tutti noi e riesce a rivolgersi trasversalmente a più generazioni.

Dai riferimenti più superficiali e divertenti (chi non ha in casa un “fossogroviglio”?), al tema principale: una riflessione sulla vita e su come veniamo “indirizzati” a viverla.
Su quanto sia difficile trovare il proprio posto nel mondo sia che si abbiano le idee chiare su cosa voler “fare da grandi” come il personaggio di Sarah, sia che ci si lasci trasportare dagli eventi chiudendosi in una spirale di asocialità e fobie, sentendosi la rappresentazione dell’inadeguatezza, come Zero.
Il mondo andrà avanti comunque, senza aspettarti perché “sei soltanto un filo d’erba in un prato”.

Il vettore del suo messaggio è il cartone animato che mantiene la fedeltà al fumetto e la velocità serrata delle serie televisive, con la preziosa aggiunta di una colonna sonora bellissima che spazia da Gli Ultimi, ai Bronski Beat, fino ad arrivare addirittura a Ron.

Così lo spettatore è in balia di un’altalena di emozioni autentiche che vanno dal sorriso alla risata fragorosa, dalla commozione al pianto a dirotto.
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Un’immagine della serie Strappare lungo i bordi. Photo: courtesy of Netflix.

Zerocalcare mette tutto se stesso in questa serie.

C’è tanta ironia, sarcasmo, dissacrazione; ma anche malinconia, riflessione e soprattutto poesia. A partire dal titolo, tanto particolare quanto azzeccato. Perché tutti noi viviamo la nostra vita come se ci fossero delle semplici istruzioni da seguire. Una linea tratteggiata che ci indica la via dalla quale è impossibile allontanarsi.

Eppure, a qualcuno è mai capitato di aprire perfettamente un pacco di pasta o una confezione di cereali semplicemente strappando lungo i bordi? Figuriamoci se un percorso di vita possa ridursi a questo. Zero lo sa bene e ci rende partecipi di tutte le sue ansie, paure paranoie che a un certo punto lo hanno bloccato e lo hanno portato a vivere una vita congelata. “Cintura nera de come se schiva la vita” cit.

Per chi non lo conoscesse o lo ha cominciato a seguire da poco grazie a Rebibbia Quarantine, sarà una piacevolissima scoperta.
Per chi lo segue da tempo e teme che le proprie aspettative possano essere deluse, la risposta è NO.

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Un’immagine della serie Strappare lungo i bordi. Photo: courtesy of Netflix.

La serie non tradisce il carattere distintivo dei fumetti e del suo autore. Quello che più colpisce è proprio la sincerità con cui è stato portato avanti questo splendido progetto.

Un’onestà intellettuale che ci rilassa e rassicura. Ogni puntata è come se stessimo sul divano con Zero. Un tête-à-tête in cui ci racconta un episodio della sua vita (in cui inevitabilmente ci riconosciamo). Non a caso, è lui a prestare la voce a tutti i personaggi (a parte l’ultimo episodio) tranne a uno, l’armadillo, la sua coscienza, che ha la voce di Valerio Mastandrea (Fantastico!)

STRAPPARE LUNGO I BORDI può essere vista tutta d’un fiato o centellinando gli episodi, ma il consiglio è di rivederla almeno una seconda volta per cogliere la cura maniacale al dettaglio. Dai poster alle pareti in casa, ai manifesti in strada, dallo screensaver sul cellulare ai tweet e ai post su Facebook, dalla Tangenziale di notte, all’inserimento di personaggi come un Panda a omaggiare un’amicizia e una stima reciproca con un altro talentuoso fumettista romano.

Il lavoro di Zerocalcare (e di tutte le persone che lo hanno coadiuvato e hanno permesso la realizzazione di questa serie) è una sorpresa continua e credo che questo Artista con la A maiuscola, dall’intelligenza raffinata, divertente e particolarmente sensibile, stia finalmente ricevendo l’attenzione ed il successo che merita. 

Violetta Biagiotti


TRAILER UFFICIALE

Foto: si ringrazia l’ufficio stampa Netflix.