Recensione di Killers of the Flower Moon, il nuovo film di Martin Scorsese solo al cinema dal 19 ottobre 2023.

killers of the flower moon poster ita

La locandina italiana del film Killers of the Flower Moon.

SCHEDA DEL FILM

REGIA: Martin Scorsese
CAST: Leonardo DiCaprio, Lily Gladstone, Robert De Niro, Brendan Fraser, Jesse Plemons
DURATA: 206 minuti
USCITA: 19 ottobre 2023
DISTRIBUZIONE: 01 Distribution


RECENSIONE

All’inizio del XX secolo la scoperta del petrolio trasformò l’esistenza degli Osage, che diventarono da un giorno all’altro immensamente ricchi. L’improvviso benessere di questi nativi americani attirò l’interesse dei bianchi che iniziarono a manipolare, estorcere e sottrarre con l’inganno i beni degli Osage fino a ricorrere all’omicidio. Sulle vittime arriva a indagare la neonata FBI, che svelerà un’agghiacciante cospirazione e i responsabili di uno dei crimini più mostruosi della storia americana.

Robert De Niro e Jesse Plemons in una scena di Killers of the Flower Moon. Photo: courtesy of 01 Distribution.

Robert De Niro e Jesse Plemons in una scena di Killers of the Flower Moon. Photo: courtesy of 01 Distribution.

Quando si accendono le luci in sala, dopo aver visto l’ultima pellicola di Martin Scorsese, si ha una strana, stranissima sensazione. O forse si hanno diverse strane sensazioni. Come prima cosa, ci si sente come catapultati bruscamente fuori da qualcosa. Forse anche a causa della sua lunghissima durata, Killers of the Flower Moon non è più solo un film, ma un’esperienza. Non si guarda, ma si vive. Non si è passivi, ma attivi, non spettatori ma partecipanti. Ecco: per 206 minuti si ha la netta sensazione di vivere dentro il villaggio degli Osage e soffrire insieme a loro, temere per le loro sorti, sospettare, dubitare, empatizzare, arrabbiarsi, provare la stessa ingiustizia, la stessa impotenza.

Tratto dall’acclamato e omonimo best seller di David Grann, Killers of the Flower Moon è una storia d’amore, gangster movie in un certo senso, thriller, un film sul peccato originale degli americani, sulla loro avidità, sule menzogne, la prepotenza che li ha sempre contraddistinti e mai abbandonati.

Non c’è etica in questi personaggi che come un virus si aggirano nelle strade e nelle case del villaggio, corrompendo deboli da mettere nelle fila di questo sporco esercito e uccidendo innocenti. Fra i deboli c’è il protagonista, che nel libro era uno degli agenti dell’allora appena nato FBI, e qui invece è Ernest Burkhart, che dopo aver combattuto in guerra torna nella nativa Fairfax in cerca di fortuna. Ma invece della fortuna trova il Male, che è lo zio William Hale (De Niro), the King, che gli promette un lavoro e tanti, tantissimi soldi.

Lily Gladstone e Leonardo DiCaprio in una scena di Killers of the Flower Moon. Photo: courtesy of 01 Distribution.

Lily Gladstone e Leonardo DiCaprio in una scena di Killers of the Flower Moon. Photo: courtesy of 01 Distribution.

Ernest si innamora e sposa Molly, una purosangue, ma alla fine sul piatto della bilancia la smania di arricchirsi pesa di più dell’amore. Ernest è un puro ma anche un debole, viene manipolato facilmente dallo zio e alla fine anche lui come tutti – seppur per motivi diversi – è pronto e disposto a tutto.

Di Caprio interpreta questo ruolo per lui inedito in modo magistrale: il suo viso qui, il suo sguardo, diventano quelli di un reietto, di un mostro inconsapevole, rozzo, quasi patetico in fondo, un burattino nelle mani del diavolo. Il diavolo è De Niro, un agghiacciante uomo per bene che apparentemente è il benefattore del villaggio, e invece è lo spietato bianco che fa razzie e uccide per un “bene superiore”: il suo e di quelli come lui. 

Leonardo DiCaprio in una scena di Killers of the Flower Moon. Photo: courtesy of 01 Distribution.

Leonardo DiCaprio in una scena di Killers of the Flower Moon. Photo: courtesy of 01 Distribution.

La coppia feticcio Scorsese-De Niro colpisce ancora nel segno, è senza dubbio la più riuscita della storia del cinema: questo è il decimo film che unisce i due colossi italoamericani, che insieme hanno realizzato alcune delle pagine più indimenticabili della Settima Arte.

E poi c’è Lily Gladstone, l’attrice nativo-americana che Scorsese ha fin da subito voluto nel cast: lei, con espressioni delicate e comprensive, rappresenta la quieta, l’accettazione e la rassegnazione ma anche e soprattutto la forza, la resistenza, la purezza contrapposta al sangue, alla corruzione, al male assoluto che altro non è che il deserto che loro chiamano pace.

Insomma, il Maestro è riuscito in una missione ambiziosa, realizzare un film attuale e allo stesso tempo di una classicità folgorante, un’opera senza tempo destinata a finire nell’elenco dei film immortali.

Margherita Giusti Hazon


TRAILER UFFICIALE