Recensione di Talk to me, il film dei gemelli Philippou solo al cinema dal 28 settembre 2023.

Talk to me poster ita

La locandina italiana del film Talk To Me ora al cinema! 

SCHEDA DEL FILM

REGIA: Danny e Michael Philippou
CAST: Sophie Wilde, Miranda Otto, Joe Bird, Otis Dhanji, Marcus Johnson
DURATA: 95 minuti
USCITA: 28 settembre 2023
DISTRIBUZIONE: Midnight Factory/ Plaion Pictures 


RECENSIONE

Un gruppo di giovani amici scopre come evocare i demoni facendo uso di un’antica mano imbalsamata, finché uno di loro si spinge troppo oltre aprendo irrimediabilmente le porte al mondo degli spiriti. Perseguitato così da visioni soprannaturali, il gruppo si trova inconsapevolmente al centro di una possessione devastante che porterà a porsi una domanda importante: meglio fidarsi dei vivi o dei morti?

Sophie Wilde in Talk to me. Photo credit: courtesy of A24.

Sophie Wilde in Talk to me. Photo credit: courtesy of A24.

Il nuovo horror targato Midnight Factory colpisce nel segno. Era tanta l’attesa per l’arrivo di questo titolo in sala, con aspettative altissime che sicuramente si dimostreranno ben riposte, tanto per la critica quanto per il pubblico.

Diretto dai gemelli Danny e Michael Philippou, meglio conosciuti come RACKARACKA – creatori di video horror, comici e action online – canale Youtube che nel tempo ha accumulando oltre 6,6 milioni di iscritti, Talk to Me è il loro lungometraggio d’esordio, l’inizio di un percorso in cui i due cineasti vogliono fare sul serio:

“Tutto ciò che abbiamo fatto, tutto ciò che abbiamo realizzato finora è stato finalizzato a questo, a realizzare il nostro primo lungometraggio. Quindi è letteralmente un sogno diventato realtà. È stata un’esperienza incredibile. Ogni sua singola parte. Talmente stimolante che non riuscivamo a dormire la notte. Ogni volta che giravamo, tornavamo a casa e montavamo, perché era semplicemente la migliore esperienza che avessimo mai fatto. Abbiamo adorato ogni secondo. È stato un sogno per noi e non vediamo l’ora di fare un altro film”.

Il film ha per protagonista la giovanissima e tormentata Mia e un gruppo di adolescenti suoi coetanei. Mia ha da poco perso la madre per un apparente suicidio, si sente incompresa e sola, sempre più lontana dal padre perché è convinta che le stia nascondendo qualcosa sulla morte della madre; i suoi unici due amici sono Jade e il fratello minore Riley, una specie di seconda famiglia con cui Mia passa la maggior parte del suo tempo.

Sophie Turner in Talk to me. Photo credit: courtesy of Midnight Factory.

Sophie Turner in Talk to me. Photo credit: courtesy of Midnight Factory.

Mia è irrequieta e trascorre le sue giornate in uno stato di ansia costante, tipico di quell’età complessa e dolorosa che è il passaggio fra l’adolescenza e l’età adulta. La noia percepita, la solitudine, il vuoto interiore sono sentimenti pericolosi perché se non riusciamo a conviverci vogliamo solo evitarli scappando: per questo quando Mia intravede la possibilità di sfuggire all’ansia sperimentando la possessione spiritica, anche se è una cosa spaventosa, ci si butta senza minimamente pensare alle conseguenze.

Non è l’unica a farlo, anzi: sembra che sia uno dei passatempi preferiti dei giovani alle feste, che si fanno riprendere mentre sono posseduti per documentare il tutto e condividerlo sui social. Il film parla di possessione, è vero, ma lo fa rivisitando completamente questo genere e trattando questo argomento in modo inedito. Lo “sballo” provocato dalla possessione è identico a quello provocato dalla droga. I giovani più fragili infatti diventano subito dipendenti da questo nuovo modo di provare oblio esattamente come accade con la droga, che nei casi peggiori poi diventa l’unica ragione di vita.

Talk to Me parla dunque di un’adolescente che diventa dipendente dalla possessione spiritica per sfuggire al dolore e alla noia, ma anche per sentirsi parte di qualcosa, parte di un gruppo.

Il pitch del film è molto potente e i personaggi sono realistici, scritti benissimo, come anche i dialoghi: il film rispecchia i tempi che stiamo vivendo, incerti e difficili, per questo spesso ci si ritrova a compiere azioni pericolose e sconsiderate, perché si ha come la sensazione che non si abbia niente da perdere. La ricerca dell’evasione e del pericolo è estremamente attuale ai giorni nostri, siamo sempre più sprezzanti del pericolo e delle regole perché la realtà è così dura e grigia che non fa più paura perdere quella “normalità” a cui un tempo si ambiva come massima espressione della serenità. Adesso è proprio quella normalità il film horror di cui abbiamo più paura.

Sophie Wilde in una scena di Talk to me. Photo credit: Matthew Thorne.

Sophie Wilde in una scena di Talk to me. Photo credit: Matthew Thorne.

Talk to Me è un horror ma è anche un “teen drama” profondo e psicologico, che pone al centro tematiche importanti come la solitudine, il sentirsi incompresi e diversi, il lutto, il suicidio, l’amicizia, la salute mentale, la dipendenza dai social network e dalle “droghe” – di qualunque natura esse siano. Vengono analizzati diversi drammi famigliari nel film senza sconti a nessuno, né ai genitori né ai figli.

Nella pellicola non troverete jumpscare o comicità e battutine gratuite: il film rimane solido e rigoroso per tutta la sua durata, senza scendere a compromessi legati a una nuova tendenza in cui ogni momento drammatico va sdrammatizzato, ma anzi realizzando un’opera matura che non ha paura di mettere in scena un’aspra critica sociale e una paura penetrante.

Gli effetti visivi sono efficaci, così come il trucco, i costumi, e tutte le recitazioni dei co-protagonisti.

Insomma l’esordio dei gemelli Philippou è sorprendente, rigoroso e traumatizzante: un film che fa paura perché parla di noi, della nostra società, del bisogno che abbiamo di essere visti e immortalati per ricordarci che esistiamo, della necessità viscerale che sentiamo di stringere la mano di qualcuno e dirgli “parlami, ti lascio entrare”, in un deserto di empatia e amore che se i vivi non sanno più darci, allora andremo a cercarlo dai morti.

Margherita Giusti Hazon


TRAILER ITALIANO UFFICIALE

Foto: ufficio stampa, che si ringrazia.