BLACK PANTHER – WAKANDA FOREVER: il mito di Black Panther sopravvive alla morte del Re?

Recensione di Black Panther – Wakanda Forever, il film solo al cinema dal 9 novembre 2022.

La locandina italiana del film Black Panther: Wakanda Forever.

SCHEDA DEL FILM

REGIA: Ryan Coogler
CAST: Tenoch Huerta, Letitia Wright, Angela Bassett
DURATA: 161 min.
DATA DI USCITA: 9 novembre 2022
DISTRIBUZIONE: Walt Disney Studios Motion Pictures


RECENSIONE

Un anno dopo i fatti di Black Panther e la morte del suo legittimo sovrano T’Challa (e del suo interprete, il promettente Chadwick Boseman), la nazione del Wakanda è costretta ad affrontare nuovamente le minacce del mondo esterno e difendere strenuamente le risorse del prezioso vibranio. Questa volta l’invasore è un feroce e misterioso popolo acquatico guidato dal vendicativo generale Namor (Tenoch Huerta, Spectre). 

You need to go to war to find material to sing
I am no mother, I am no bride, I am king
King – Florence + the Machine

Tra l’uscita di Black Panther (2018) e quella del suo seguito Wakanda Forever, entrambi diretti da Ryan Coogler (Creed), sono passati quattro anni intensi: in mezzo il successo pirotecnico del primo capitolo, l’alleanza di T’challa con gli Avengers e, tragicamente, la morte prematura di Boseman. Ecco allora che nel Wakanda la famiglia reale si ristruttura e il popolo si prepara ad una nuova vita senza più l’ombra protettiva del loro re, guida ed eroe.

Angela Bassett è Ramonda in una scena del film Black Panther: Wakanda Forever. Photo courtesy of Marvel Studios. © 2022 MARVEL.

Come svoltare? Coogler celebra Boseman in apertura e poi ristruttura l’atto secondo avvolgendolo in un drappo luttuoso che devia in direzione matriarcale ed eleva le due protagoniste femminili Letitia Wright e la regina Angela Bassett in un duplice binario narrativo che da un lato prova a curare le cicatrici del passato, anche un po’ oltre la quarta parete, dall’altro a preservare il futuro del Wakanda.

Wakanda Forever ha buone intenzioni ma le vanifica – o meglio le banalizza – con una stringente adesione all’algoritmo cinecomico Marvel/Disney e tempi biblici ingiustificati dove la sceneggiatura sembra più dettata che immaginata: poi, nella seconda metà, prende corpo la battaglia tra due popoli-minoranze, parimenti sradicati dalla loro libertà e identità, destinati a comprendere di essere la stessa carne da macello di un universo avido.

Avido l’universo, arido l’universo Marvel, che fatta eccezione per le estrose (e disprezzate dalle frange talebane) scorribande made in Waititi offre poco alle voci novità, profondità, emozionalità.

Una scena del film Black Panther: Wakanda Forever. Photo courtesy of Marvel Studios. © 2022 MARVEL.

Wakanda Forever è allora un nuovo emblema di questo impoverimento del genere e della ex gioielleria ed ora bigiotteria supereroica, che sforna avventure sempre più lunghe, sempre più rifinite (gli scontri sono estenuanti e tellurici, ma nessuno si fa mai male), sempre più programmatiche.

E quando manca il fantasista, il carisma del buono o il guizzo del villain, rimane la melina ed una tiritera dove nemmeno il cattivo è più cattivo, solo incompreso o inconsapevole buono. Ma che sorpresa!

Film testamento o rito di passaggio? Diteci qualcosa di nuovo.

Luca Zanovello


TRAILER UFFICIALE

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