Recensione di DEEPWATER – INFERNO SULL’OCEANO, il film di Peter Berg ora in streaming su Netflix.
SCHEDA DEL FILM
TITOLO ORIGINALE: Deepwater Horizon
REGIA: Peter Berg
CAST: Mark Wahlberg, Kurt Russell, John Malkovich, Gina Rodriguez, Dylan O’Brien, Kate Hudson
DURATA: 108 min.
DATA DI USCITA (cinema): 6 ottobre 2016 | (streaming): 1° novembre 2022
DISTRIBUTORE: Medusa e Leone Film Group | PIATTAFORMA (streaming): Netflix
RECENSIONE
Il 20 aprile 2010 sulla Deepwater Horizon, una piattaforma petrolifera semisommergibile della società svizzera Transocean e noleggiata dalla BP (British Petroleum), durante una trivellazione a circa 40 miglia dalla costa della Louisiana, costellata di controlli mancati e di decisioni affrettate dettate dal profitto, avvenne una delle peggiori esplosioni che si ricordino. Questa è la storia degli uomini e delle donne che quel giorno erano in quell’inferno e si trovarono a compiere gesti straordinari.
Peter Berg torna a collaborare con Mark Wahlberg, torna a raccontarci una storia vera e ci conferma quanto il loro sodalizio sia vincente e in grado di sorprenderci ogni volta (ndr. dopo questo lungometraggio si sono ritrovati in Boston Caccia all’uomo, anch’esso che attinge dal reale, Red Zone e Spenser Confindential).
Quanto narrato in Deepwater Horizon alcuni di noi lo ricordano: interminabili giorni di fiamme al largo della Luisiana, una quantità di greggio riversato nel Golfo del Messico da far accapponare la pelle (e sterminare l’ecosistema) e una chiusura delle indagini tempo dopo che può solo irritare. Ciò che però in molti non rammentano (o proprio non sanno) è cosa accadde su quella piattaforma prima dell’esplosione e durante le ore successive, quando dei tecnici si trasformarono in eroi, aiutandosi tra loro e salvandosi da soli, dato che erano nella morsa del fuoco, a 18 metri di altezza, in mezzo all’oceano, in attesa di soccorsi che non potevano essere immediati.
A bordo c’erano 126 persone (di cui 11 persero la vita) e il film si concentra proprio su di loro più che sul conseguente disastro ambientale. Erano ingegneri, persone altamente specializzate, alle prese con un lavoro molto particolare e abituate ad operare in condizioni di stress ben differenti da quelle che noi riteniamo tali.
Ispirandosi ad una inchiesta pubblicata sul New York Times – firmata da David Barstow, David Rohde e Stephanie Saul – Matthew Michael Carnahan e Matthew Sand sono riusciti a scrivere una sceneggiatura avvincente, emozionante e incentrata sul lato umano, come solo gli americani sanno fare.
Malgrado la nostra conoscenza superficiale di quanto accaduto, l’impossibilità di comprendere a pieno la complessità delle routine di chi lavora su una piattaforma petrolifera e l’assenza (ovvia) di un finale a sorpresa, la pellicola ci tiene col fiato sospeso, ci fa affezionare ai suoi protagonisti, a tratti ci fa arrabbiare (gli uomini diventano davvero stolti per avidità) e ci fa scendere la lacrima al momento giusto.
Sicuramente il montaggio serrato e un cast in cui spiccano molte star (al fianco di Wahlberg troviamo il mitico Kurt Russell e l’istrionico John Malkovich, solo per citarne un paio) hanno saputo dare la marcia in più al progetto e fargli raggiungere il cuore degli spettatori, ma senza la giusta angolazione – biografica – nel narrare i fatti, il film non avrebbe funzionato altrettanto bene dal primo all’ultimo minuto.
Deepwater – Inferno sull’Oceano, infatti, è uno di quei disaster movie che ci piacciono perché sanno bilanciare le emozioni, ci raccontano incredibili storie vere, ci fanno domandare come possano accadere eventi così assurdi e dovrebbero farci riflettere su quanto sia autolesionista il genere umano così da indurci a migliorare. Ma, si sa, su quest’ultimo punto dimostriamo sempre notevoli difficoltà.
TRAILER UFFICIALE
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”
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