Recensione di Granchio Nero, il thriller distopico di Adam Berg su Netflix dal 18 marzo 2022.

Granchio Nero poster film Netflix ENG

La locandina internazionale del film Granchio Nero ora su Netflix!

SCHEDA DEL FILM

TITOLO ORIGINALE: Svart krabba
REGIA: Adam Berg
CAST: Noomi Rapace, Aliette Opheim, David Dencik, Jakob Oftebro, Dar Salim, Ardalan Esmaili, Erik Enge, Cecilia Säverman
DURATA: 110 min.
DATA DI USCITA: 18 marzo 2022
PIATTAFORMA (streaming): Netflix


RECENSIONE

In un mondo distopico dilaniato dalla guerra, Caroline Edh è una dei sei soldati scelti per intraprendere una missione al limite del suicidio nel tentativo ultimo di porre fine a quel combattimento divenuto sempre più sfiancante. I sei prescelti dovranno attraversare un arcipelago ghiacciato a piedi, anzi pattinando nelle ore notturne, durante la stagione invernale, per portare un misterioso pacco ad una base supersegreta oltre le linee nemiche. Il tragitto da subito risulterà costellato di sfide…

Granchio Nero. Photo: Jonas Alarik / Netflix

Un’immagine del film Granchio Nero. Photo: Jonas Alarik / Netflix.

Il 18 marzo 2022 è stato un giorno di novità sulle piattaforme di cinema in streaming. Su Netflix è uscito Black Crab (tradotto letteralmente in Granchio Nero) con Noomi Rapace. L’attrice svedese, da anni di casa anche a Hollywood (dopo la saga di Uomini che Odiano le Donne, l’abbiamo vista tra l’altro in Passion di Brian De Palma e Alien Covenant di Ridley Scott), qui è protagonista indiscussa di un thriller post apocalittico tra i ghiacci della sua terra. Dietro la macchina da presa c’è Adam Berg, regista polivalente (ha lavorato sia per la televisione sia per la pubblicità) al suo debutto nel lungometraggio. E i due si impegnano per dar vita ad una “lunga marcia” in cui, molto probabilmente, il futuro del mondo dipenderà da un solo uomo.

Nulla di nuovo sotto… l’aurora boreale.

Con un’ambientazione da “confini del mondo” e una fotografia incisiva (per cui dobbiamo ringraziare Jonas Alarik), che comunica allo spettatore tutta l’ansia del dover sopravvivere circondati dai nemici, in un territorio in cui il clima è anche lui ostile, la gracile Noomi impersona la tenace Caroline in un film freddo quanto la sua ambientazione che non riesce mai davvero ad entrarci nelle ossa e a diventare memorabile.

Noomi Rapace in una scena del film Granchio Nero. Photo: Jonas Alarik / Netflix.

In Granchio Nero l’azione scorre lungo un percorso prevedibile e poco appassionante malgrado la confezione curata, una fotografia efficace, quel tocco di fantascienza che dona sempre un fascino particolare ai war movie, e tratteggi il dramma di una guerra assurda in un momento in cui non troppo distante da noi se ne combatta una reale. La Rapace cerca di portare sulle sue spalle il progetto e ne esce a testa alta, purtroppo però quelli che le ruotano attorno, dentro e fuori dal set, non riescono ad aiutarla altrettanto bene. Con dei cattivi dal volto dimenticabile, una narrazione lineare, colpi di scena ed eroismi telefonati, la sensazione è di essere difronte ad un film in cui tutti hanno fatto i compiti, ma hanno evitato di compiere lo sforzo decisivo.

Nessuno osa, il messaggio (che non esista una guerra giusta e la distinzione tra buoni e cattivi non sia mai propriamente netta come ci piacerebbe) non fa presa sullo spettatore come dovrebbe.  

Insomma, ci ritroviamo difronte ad un’occasione mancata e la domanda a questo punto sorge spontanea: come sarà l’omonimo romanzo (di Jerker Virdborg), super apprezzato in patria, di cui questo film è la trasposizione cinematografica?

Vissia Menza 


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