Recensione di FRANKENSTEIN ’80, il film di Mario Mancini in home video dal 18 gennaio 2022.

FILM Frankenstein 80

La locandina del film FRANKENSTEIN 80 ora in home video!

SCHEDA DEL FILM

REGIA: Mario Mancini
CAST: John Richardson, Dalila Di Lazzaro, Gordon Mitchell
DURATA: 86 min.
DATA DI USCITA HOME VIDEO: 18 gennaio 2022
DISTRIBUZIONE HOME VIDEO: Mustang Entertainment


RECENSIONE

In una rinomata clinica ospedaliera, un prezioso siero sperimentale viene trafugato. Il principale sospettato è il solitario e tenebroso dottor Otto Frankenstein (Gordon Mitchell), che lavora nell’obitorio dell’edificio.
Contemporaneamente, una serie di omicidi di giovani e avvenenti ragazze terrorizza la città…

Frankenstein ’80, prima ed unica regia di Mario Mancini (Roma, 1935), è uno dei titoli riscoperti e distribuiti negli scorsi giorni da Mustang Entertainment e sicuramente uno dei più curiosi e meno conosciuti.

Andiamo così a riscoprire un film finora inedito sul mercato home video, uscito nel dicembre del 1972, una rilettura contemporanea del mito del mostro di Frankenstein rimasto oscurato nel sottobosco della ricca ed affollatissima produzione di genere dell’Italia anni settanta.

Mancini, professione direttore della fotografia, impugna la macchina da presa una sola volta per adattare il classico letterario e cinematografico orrorifico per eccellenza, provando a sintetizzarlo con le atmosfere e l’estetica del momento corrente; i primi anni Settanta sono infatti sia la culla del tardo-Mario Bava (proprio nel 1972 firma Gli Orrori del Castello di Norimberga) sia il trampolino per la nuova ondata di grandi autori dei generi, da Lucio Fulci e Sergio Martino che realizzano i loro massimi capolavori a Umberto Lenzi che fa deflagrare il fenomeno del poliziottesco.

Per logica conseguenza, Mancini assorbe il clima e trasforma il suo film in un Frankenstein letterale, un mosaico di toni e generi che utilizza la scintilla di orrore per ibridarla subito e forte con componenti ed atmosfere del giallo, dal thriller erotico e affidando l’indagine cardine del film a poliziotti intrepidi e caricaturali da poliziotteschi.

Lo stesso cast sembra tributare la Storia e gli illustri colleghi coevi, col ruolo principale affidato a John Richardson, protagonista de La Maschera del Demonio di Bava, e quello del Dr. Frankenstein a Gordon Mitchell, eroe dei peplum anni Sessanta.

Frankenstein ’80 non è certo un pilastro dell’âge d’or del cinema di paura tricolore, ma è un film bizzarro e per certi versi originale, come l’attenzione estetica e cromatica tutt’altro che ruvida o sporca (qui emerge la formazione fotografica di Mancini, valorizzata dall’ottima qualità video del dvd) ed alcune allusioni al body horror futuro, che prospererà nella sua ridefinizione statunitense una decina di anni dopo grazie ad autori come Stuart Gordon e Brian Yuzna.

Di contro, il punto debole del film è senza dubbio l’anoressica sceneggiatura, scritta da Mancini insieme a Ferdinando De Leone, confusionaria e farraginosa, incapace e forse pure ostinatamente contraria a prendere con decisione la strada dell’orrore o del macabro, oppure quella riflessiva, morale ed esistenziale propria della tradizione e del racconto del mostro di Frankenstein, forse proprio per gli ibridi (e inevitabilmente permeabilissimi) presupposti narrativi sopracitati.

Nonostante gli evidenti limiti artistici, Frankenstein ’80 resta un’uscita home video intrigante e degna di nota, il recupero di una vera rarità che farà gioire i completisti della materia e che rispolvera un unicum sbilenco e sgusciante della filmografia horror italiana.

Luca Zanovello