Recensione di RESIDENT EVIL – WELCOME TO RACCOON CITY, al cinema dal 25 novembre 2021.
SCHEDA DEL FILM
REGIA: Johannes Roberts
CAST: Kaya Scodelario, Robbie Amell, Hannah John-Kamen
DURATA: 107 min.
DATA DI USCITA: 25 novembre 2021
DISTRIBUZIONE: Sony Pictures / Warner Bros.
RECENSIONE
1998: un tempo florida cittadina occupata e finanziata dalla tentacolare azienda farmaceutica Umbrella Corporation, Raccoon City è ora un villaggio fantasma nel nulla del Midwest, abbandonato dall’Umbrella e dalla maggior parte della popolazione.
Sono rimasti solo alcuni agenti di polizia, tra cui Chris Redfield (Robbie Amell) e la sorella Claire (Kaya Scodelario, Maze Runner, Crawl – Intrappolati), cresciuta ed appena tornata in città. Saranno loro ad affrontare una spaventosa infezione che emerge dal sottosuolo e che sembra avere radici legate alla loro infanzia a Raccoon City.
Sarà l’ambientazione socio-musicale di fine anni Novanta, quelli che videro l’uscita del primo, epocale capitolo della fortunata saga di videogames o la rigorosa fedeltà di scenografie, personaggi ed avvenimenti – praticamente frame-to-frame col gioco nelle fasi iniziali – ma per chi come il sottoscritto venne investito da teenager dai brividi alla postazione Playstation, le premesse di Resident Evil: Welcome to Raccoon City non possono non risvegliare incauti sogni e speranze.
Il reboot cinematografico di Resident Evil firmato Johannes Roberts (47 Metri, The Strangers – Prey at Night) resetta infatti le acrobazie action della comunque fortunata serie di film di Paul W.S. Anderson con Milla Jovovich in favore di un approccio di gran lunga più fedele al videogame e alle atmosfere puramente horror, atmosferiche e strategiche.
La traduzione della mission di Resident Evil: Welcome to Raccoon City è dunque un primo tempo moderatamente suggestivo, quello in cui i protagonisti muovono i loro inconsapevoli passi in una bellissima città deserta, nei luoghi culto dei gamers come la centrale di polizia e la villa del prologo, un vero e proprio tunnel delle meraviglie abbandonato per chi ha lasciato cuore e pollici sugli antiquati controller degli anni 90.
Questa la cornice. Ma il quadro?
Il rovescio della medaglia, e non è un dettaglio da poco, è l’involuzione narrativa ed emozionale che coincide con il precipitare degli eventi, l’arrivo della minaccia “biohazard” e la resa dei conti tra i poco carismatici personaggi (soprattutto il Leon di Avan Jogia è involontariamente e insopportabilmente comico) e i mostri succubi di una CGI fiacca, anch’essa con un aspetto risalente al 1998.
Paradossalmente così la nuova veste di Resident Evil (comunque coprodotta da Anderson) sbanda nel momento in cui sguinzaglia sangue, fuochi e spari. Prima coccola e poi tradisce, allestendo un banchetto di piattini insipidi che non sfama gli affezionati e i nostalgici.
E forse, nel complesso, nemmeno gli amanti generici del cinema horror, che trovano una scarsa e frettolosa sostanza.
Luca Zanovello
TRAILER UFFICIALE
Responsabile della sezione Cinema e del neonato esperimento di MaSeDomaniTV (il nostro canale Youtube) Luca, con grazia e un tocco ironico sempre calibrato, ci ha fatto appassionare al genere horror, rendendo speciali le chiacchiere del lunedì sulle novità in home video, prima di diventare il nostro inviato dai Festival internazionali e una delle figure di riferimento di MaSeDomani. Lo potete seguire anche su Outside The Black Hole
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