Recensione di Freaks Out il nuovo film di Gabriele Mainetti al cinema dal 28 ottobre 2021.
SCHEDA DEL FILM
REGIA: Gabriele Mainetti
CAST: Claudio Santamaria, Aurora Giovinazzo, Pietro Castellitto, Giancarlo Martini, Giorgio Tirabassi
DURATA: 141 min.
USCITA: giovedì 28 ottobre 2021
DISTRIBUZIONE: 01 Distribution
RECENSIONE
Roma, 1943: Matilde, Cencio, Fulvio e Mario vivono come fratelli nel circo di Israel. Quando Israel scompare misteriosamente, i quattro “fenomeni da baraccone” restano soli nella città occupata dai nazisti. Qualcuno però ha messo gli occhi su di loro, con un piano che potrebbe cambiare i loro destini, e il corso della Storia.
Mescola i generi, questa seconda fatica della coppia Guaglianone-Mainetti (rispettivamente sceneggiatore e regista) che dopo il loro esordio Lo chiamavano Jeeg Robot tornano a creare e lavorare insieme. Ma siamo molto distanti da quel tripudio di innovazione, scene pulp, originalità, ottime interpretazioni ed emozione. Siamo soprattutto lontani da una storia che abbia delle basi solide, e da una sceneggiatura capace di tradurre in immagini un soggetto di partenza molto interessante e con grandi potenzialità.
In concorso all’ultima Mostra del Cinema di Venezia, Freaks Out è un racconto di formazione e di avventura, film storico e riflessione sulla diversità. Tanta carne al fuoco ma niente di davvero approfondito purtroppo, primi fra tutti i personaggi, che rimangono delle figure bidimensionali, di cui non sappiamo nulla, macchiette che tentano di far ridere e poi emozionare, ma senza riuscirci. Come si fa ad entrare in empatia con personaggi che ricalcano i soliti schemi senza nessuna novità o coraggio?
Si scorge il tentativo di arricchire la figura femminile del film, interpretata da Aurora Giovinazzo, il cui tragico passato ne condiziona le azioni e i sentimenti. Ma sarebbe stato proprio questo dramma interiore – se analizzato – a rendere tutto più profondo, e invece l’occasione rimane persa, anche se sicuramente il personaggio di Matilde è l’unico a compiere un arco di trasformazione in positivo.
Oltre a lei, forse l’unica figura davvero approfondita è quella di Franz, direttore del Zirkus Berlin, musicista nazista nato con 6 dita, che invece compie un arco in negativo, non accettando la sua natura ma sforzandosi fino alla fine di essere come tutti gli altri. Dentro di lui strisciano conflitti interni molto potenti, ma purtroppo qui le vicende non sono all’altezza di conflitti così grandi, e di nuovo si percepisce solo un grande spreco di energie.
Non si può dire niente sui costumi, sulle scenografie, sulla fotografia e gli effetti speciali, perché da questo punto di vista Freaks Out è un film dal grande dispiego di mezzi, dove l’enorme ambizione, che ha guidato tutto il progetto, ha dettato legge.
Ma non c’è dolore, quel dolore che dovrebbe impregnare ogni frame in una storia che parla di freaks, gli outsider per eccellenza, la cui diversità sofferta e sofferente dovrebbe riempire i nostri cuori di empatia e amore e poi farli invece esplodere nel vedere il coraggio, la determinazione, il riscatto.
È tutto vacuo, e purtroppo lascia molto indifferenti.
Margherita Giusti Hazon
TRAILER UFFICIALE
Laureata in Lettere Moderne, Margherita lavora alla Fondazione Cineteca Italiana, collabora con la rivista Fabrique du Cinéma, ha in corso alcuni progetti come sceneggiatrice e ha pubblicato il suo primo romanzo, CTRL + Z, con la casa editrice L’Erudita.
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