Recensione di No Time To Die, l’attesissimo 25° film di James Bond al cinema dal 30 settembre 2021.
SCHEDA DEL FILM
REGIA: Cary Joji Fukunaga
CAST: Daniel Craig, Léa Seydoux, Rami Malek
DURATA: 163 min.
DATA DI USCITA: 30 settembre 2021
DISTRIBUZIONE: Universal Pictures
RECENSIONE
E’ il film simbolo dell’assurda e tragica epoca Covid: No Time To Die, ultimo capitolo cronologico della saga dell’agente 007 James Bond ed ultima interpretazione di Daniel Craig, era pronto ad uscire nel cuore del 2020 e poi sul finire dell’anno ma per due volte le condizioni pandemiche lo avevano rimesso in ghiacciaia.
Oggi finalmente Cary Joji Fukunaga (True Detective, Beasts of No Nation) libera sugli schermi planetari la creatura bondiana, che con le sue due ore e quarantatre minuti diventa il film di 007 più lungo dell’intera serie.
No Time To Die si apre con un incipit già abbondantemente anticipato dal web nei mesi passati: il prologo movimentato girato a Matera e la Bond song malinconica ed elegante firmata Billie Eilish, propedeutici ad introdurre un James Bond ormai attempato che si gode pensione, cocktail e ritmi jamaicani. Una quiete destinata a non durare, perché una chiamata d’emergenza del vecchio amico della CIA Felix Leiter (Jeffrey Wright) lo riporta all’azione e alla licenza.
E’ qui che No Time To Die si mette in moto, riportando alla corte di Bond vecchi amori (Madeleine Swann – Léa Seydoux), antagonisti (Waltz torna nei panni di Blofeld) e collaboratori (l’M di Fiennes e il Q di Ben Whishaw) e facendoli convergere verso una nuova minaccia tremendamente ed ironicamente attuale.
Se l’hashtag ufficiale del film è #NoTImeForSpoilers un motivo (o più di uno) ci sarà, ed è dunque evidente come il valore finale di No Time To Die sia da tarare su alcuni momenti che rendono l’ultimo Bond forse poco brillante nel suo svolgimento centrale, ma sicuramente storico e memorabile in ultima analisi.
E’ anche un legittimo addio al volto di Craig, già esausto per sua stessa ammissione di indossare l’abito di Bond (vesti nettamente più militari che smoking, nelle molte sequenze di tambureggiante azione), e sempre più al profilo donnaiolo e spavaldo del personaggio in nome dell’evoluzione MeToo contemporanea.
A rimetterci nella revisione temporale sono soprattutto la splendida Ana De Armas, relegata a sfuggevole comparsa cubana, e il debole villain farfugliante interpretato da Freddie Mercury a sua volta interpretato da Rami Malek.
No Time To Die alterna sentimento e sparatorie, si aggrappa stretto al continuum narrativo di Spectre (2015) e ne condivide la prevedibilità, la mancanza di estro, di minaccia malevola e di contorto mistero da spy-story, dedicandosi piuttosto (o rassegnandosi?) al tramonto dell’eroe e alla riverente chiusura di un ciclo.
Un tributo ad un mito del cinema che paradossalmente è ormai sia immortale che anacronistico, un Bond dimenticabile che diventa indimenticabile. Scopritelo in sala, finalmente.
Luca Zanovello
TRAILER UFFICIALE
Responsabile della sezione Cinema e del neonato esperimento di MaSeDomaniTV (il nostro canale Youtube) Luca, con grazia e un tocco ironico sempre calibrato, ci ha fatto appassionare al genere horror, rendendo speciali le chiacchiere del lunedì sulle novità in home video, prima di diventare il nostro inviato dai Festival internazionali e una delle figure di riferimento di MaSeDomani. Lo potete seguire anche su Outside The Black Hole
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