Recensione di DUNE, il film con Timothée Chalamet al cinema dal 16 settembre 2021.

La locandina italiana del film Dune (2021)

SCHEDA DEL FILM

REGIA: Denis Villeneuve
CAST: Timothée Chalamet, Rebecca Ferguson, Oscar Isaac
DURATA: 155 min.
DATA DI USCITA: 16 settembre 2021
DISTRIBUZIONE: Warner Bros. Pictures


RECENSIONE

Anno 10191: il pianeta desertico di Arrakis (per gli amici Dune) riveste un’importanza strategica per la supremazia universale, in quanto ricco di una spezia utilizzata per fini curativi e per i viaggi interstellari.
Sarà battaglia tra i brutali invasori della Casa Harkonnen e i legittimi governatori di Casa Atreides, il cui giovane erede al trono Paul (Timothée Chalamet) sembra destinato a diventare difensore di Dune e degli oppressi di tutta la galassia.

Timothée Chalamet e Charlotte Rampling in una scena del film DUNE. Photo Credit: Chiabella James © 2020 Warner Bros. Entertainment Inc. All Rights Reserved.

Più leggendario del ciclo di romanzi fantascientifici di Dune dello scrittore Frank Herbert c’è forse solo l’interminabile travaglio che ha accompagnato i vari tentativi di adattare i suoi lavori al grande schermo: dal sognante progetto poli artistico di Jodorowsky mai realizzato per “eccesso di avanguardia” (a tal proposito non perdetevi il documentario a riguardo, Jodorowsky’s Dune, tornato al cinema in questi giorni) allo sbilenco adattamento affidato nell”84 a David Lynch con la produzione ed il sostegno sbagliati, che finì per mandare a gambe all’aria la casa di produzione di Dino De Laurentiis e per mettere a repentaglio la carriera del regista, Dune al cinema è sinonimo di flop, energie e budget dilapidati e sventure varie.

Il temerario che riapre il vaso di Pandora è Denis Villeneuve, uno a cui non manca il coraggio – considerando l’esperimento di Blade Runner 2049 (2017) – e nemmeno una consolidata credibilità nello sci-fi e dintorni.

Eccoci allora al cospetto di Dune parte prima, il nuovo tentativo di girare “il film irrealizzabile”, presentato pochi giorni fa fuori concorso al Festival di Venezia ed ora al cinema.
Rebecca Ferguson e Timothée Chalamet in una scena del film DUNE. Photo Credit: Chiabella James. © 2020 Warner Bros. Entertainment Inc. All Rights Reserved.

Rebecca Ferguson e Timothée Chalamet in una scena del film DUNE. Photo Credit: Chiabella James. © 2020 Warner Bros. Entertainment Inc. All Rights Reserved.

Non serve arrivare alla fine delle due ore e trentacinque di Dune per rendersi conto che Villeneuve riserva al film il ruolo di presentatore dello sconfinato universo narrativo, geografico e tematico della storia, dandogli la forma di una lunghissima premessa per quello che verrà successivamente.
Una scelta forse necessaria per non incappare nell’errore del suo predecessore lynchiano, che dovette condensare in un unico film troppi elementi sovraccaricando il sistema e la colonna vertebrale dello spettatore, ma eccessivamente limitante per chi cerca l’arrosto in mezzo al fumo: ci sono infatti avarizia di eventi, pochissimi momenti clou e la lancetta dell’intensità emotiva un po’ in riserva.

Dune scorre così, come molti blockbuster contemporanei, gelidamente elegante, asettico e geometrico, anche un po’ timoroso di essere blasfemo con la materia sacra che viene trattata: come Charlize Theron che si aggira a un cocktail party, la versione di Villeneuve è un bel vedere a cui è quasi impossibile avvicinarsi.

Non aiutano uno Chalamet più catatonico del solito e le sfuggevoli, poco incisive apparizioni (per ora) dei comprimari. Il meglio sta nei panorami di Arrakis e in un sonoro tumultuoso. E, chiaramente, nelle speranze riposte nell’atto secondo.

Luca Zanovello


TRAILER ITALIANO

Foto: ufficio stampa.