Recensione di Sulla Stessa Onda, il film di Massimiliano Camaiti su Netflix dal 25 marzo 2021.

Poster del film Sulla Stessa Onda

La locandina del film Sulla Stessa Onda.

SCHEDA DEL FILM

REGIA: Massimiliano Camaiti
CAST: Elvira Camarrone, Christian Roberto, Vincenzo Amato, Donatella Finocchiaro
DURATA: 99 min.
DATA USCITA (streaming): 25 marzo 2021
PIATTAFORMA: Netflix


RECENSIONE

La fine dell’estate, un’isola in Sicilia, un corso di vela. Due adolescenti, Sara e Lorenzo, s’incontrano e s’innamorano immediatamente. Ma il loro amore dovrà superare un grandissimo ostacolo: la malattia di Sara.

Sulla stessa onda. Photo credits: Floriana Di Carlo/Netflix

i protagonisti del film Sulla stessa onda. Photo credits: Floriana Di Carlo/Netflix

C’è qualcosa che fa di questo titolo – che trovate su Netflixmolto più di un film di genere, in questo caso un teen drama. Forse l’ambientazione: la Sicilia con i suoi colori, la sua luce, le sue spiagge, le sue città e le sue case decadenti, danno all’atmosfera della pellicola un alone quasi del passato, anche se il lungometraggio è ambientato ai giorni nostri, rendendolo così sospeso nel tempo.

O forse i personaggi: due adolescenti molto più reali del solito, ma soprattutto più semplici. Ciò che ho apprezzato maggiormente di questo film è che non ha paura di essere semplice, di togliere, invece che aggiungere. 

Non ci sono personaggi eccentrici, bizzarri, casi umani: solo persone che si muovono in un contesto familiare e sociale normale, e cercano di sopravvivere a una terribile malattia. Questo rende l’immedesimazione molto più autentica perché non si percepisce mai l’artificio. Il regista si è concentrato sugli sviluppi psicologici più che su quelli fisici, sulle conseguenze che la malattia ha su tutte le persone che in qualche modo la vivono.

Sulla stessa onda. Photo credits: Netflix/Floriana Di Carlo

Una scena del film Sulla stessa onda. Photo credits: Netflix/Floriana Di Carlo.

Sono sicuramente di parte (perché ho praticato vela e catamarano per dieci anni), ma la vela è una stupenda metafora della vita, perché è uno sport che non fa sconti a nessuno, estremamente meritocratico e onesto: non si può fingere, non si può strafare. È lo sport che più di tutti ti fa scoprire cosa significhi davvero la libertà. La sensazione del vento e dell’acqua sulla pelle, mentre cavalchi lo scafo di una piccola barca non ha eguali, non la si può trovare da nessuna altra parte.

I personaggi del film puntano proprio a quella libertà, perché una malattia ti rende prigioniero, di te stesso, prima di tutto. Perché diventi cauto, pauroso, pavido, naturalmente, per preservarti, si chiama spirito di autoconservazione. Ma Sara e Lorenzo non vogliono sopravvivere, vogliono vivere, e la loro lotta per la libertà e l’amore è commovente e autentica.

Una sSulla stessa onda. Photo credits: Netflix/Floriana Di Carlo.

Una scena del film Sulla stessa onda. Photo credits: Netflix/Floriana Di Carlo.

C’è molta tenerezza, ed è raro trovarla senza ironia o comicità in un film italiano: c’è empatia, e non compassione, comprensione e non pietismo.

Molto bella la colonna sonora, composta dalle musiche originali di Yakamoto Kotzuga e la bellissima Promise di Ben Howard, di cui condivido un aneddoto del regista, che racconta come i due ragazzi hanno trovato la loro sintonia sul set:

“A tre giorni dall’inizio del film, lascio i ragazzi da soli nella sala prove. Quando torno, li trovo contentissimi, commossi. Dal bar accanto, hanno passato un pezzo che li ha totalmente sbloccati. In mia assenza hanno provato una scena che, secondo loro, è venuta benissimo. Li guardo dubbioso, la rifanno, sorrido contento. Quel pezzo, Promise di Ben Howard, è stato sempre ascoltato sul set prima delle scene emotive ed oggi è diventato il brano di punta della nostra colonna sonora.”

Dopo la visione, ho pensato a una frase di Pierangelo Bertoli: “E alla fine della strada potrò dire che i miei giorni li ho vissuti”.

Margherita Giusti Hazon


TRAILER UFFICIALE

Foto: courtesy of Netflix