Recensione di LEI MI PARLA ANCORA, il film di Pupi Avati con Renato Pozzetto in anteprima su Sky Cinema.

lei mi parla ancora poster film

La locandina del film Lei mi parla ancora.

SCHEDA DEL FILM

REGIA: Pupi Avati
CAST: Renato Pozzetto, Fabrizio Gifuni, Stefania Sandrelli, Isabella Ragonese, Alessandro Haber, Lino Musella, Chiara Caselli, Gioele Dix, Serena Grandi
DURATA: 100 minuti
DISTRIBUZIONE: Vision Distribution/ Sky Cinema
DATA DI USCITA (televisione): 8 febbraio 2021


RECENSIONE

Un vecchio vinile che suona.
Due giovani sposi in un’Italia anni ’50. Lei consegna una lettera a lui.
Close up sue due mani anziane che si sfiorano.
Sono quelle di Nino e “La” Rina. 65 anni di matrimonio felice stanno per concludersi con l’imminente morte di lei.

Inizia così Lei mi parla ancora, l’ultima fatica cinematografica del maestro Pupi Avati.

La storia di un uomo che non si rassegna alla perdita della compagna di una vita e che, anzi, la sente vicina, presenza vivida con la quale parlare, scherzare, immergersi nei ricordi…
La figlia, preoccupata per le condizioni psicologiche dell’uomo, gli affianca un ghost writer per scrivere un romanzo su questa lunga storia d’amore.

Lei mi parla ancora-Fabrizio Gifuni e Renato Pozzetto-Ph.SKY

Fabrizio Gifuni e Renato Pozzetto in una scena del film Lei mi parla ancora. Photo: courtesy of Sky.

Il regista, coadiuvato nella sceneggiatura dal figlio Antonio, parte dall’omonima opera letteraria di Giuseppe Sgarbi, ma si concentra su aspetti più nascosti.
Perché la lucente relazione tra Nino e Caterina possa arrivare a tutti e diventare una storia d’amore universale, il focus non può essere tanto sul loro rapporto, quanto invece sul lavoro che c’è dietro alla stesura del libro di memorie.

Così, se da un lato abbiamo dei flashback della vita quotidiana della coppia, dall’altro, nel presente, c’è un incontro/scontro tra l’anziano e l’editor: due personalità differenti per carattere e per vissuto, che gradualmente smussano gli angoli del loro animo e si riscoprono rispettosi e fiduciosi l’uno dell’altro.

Un punto di vista intelligente che però spiazza lo spettatore che fatica a lasciarsi coinvolgere dal sentimento puro e forte di Nino per Rina.

La reticenza che prova il protagonista nel raccontare allo scrittore gli aneddoti di meravigliosa vita vissuta con sua moglie, sembra essere la stessa del regista che gelosamente custodisce i “segreti” di questa relazione concedendoci solo qualche rara incursione per lo più nel passato della coppia. In quegli anni ’50 tante volte già esplorati e portati sullo schermo da Avati con delicatezza e nostalgia.

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Lino Musella e Isabella Ragonese in una scena del film Lei mi parla ancora. Photo: courtesy of Sky.

Ed è proprio la nostalgia la nota preponderante di questo film. Un’atmosfera crepuscolare, ma invasa di tenerezza. Il rimpianto per quei tempi andati in cui tutto era più semplice, persino promettersi amore per sempre. E un presente di neve che cadendo lenta, silenziosa e inesorabile, preserva i ricordi di un uomo vicino al tramonto che non vuole lasciare la sua casa-mausoleo in cui tutto gli parla della sua amata.

La vita sembra un ingombrante ostacolo tra Nino e Caterina.

I momenti visivamente più belli ed emotivamente più rilevanti sono quando il Maestro confonde il protagonista (e con esso lo spettatore), lavorando sul piano della realtà, del ricordo e del sogno intersecandoli tra loro. Un affascinante clima onirico ed evocativo che pervade la prima parte della pellicola per poi, purtroppo, lasciare man mano sempre più spazio al presente.

La dimensione del qui ed ora che porta al confronto Nino con la figura dello scrittore, è quella che funziona meno. Si percepisce che l’anziano, uomo schivo e riservato, col suo modo di vivere ed amare pieno di poesia e trasporto, riesce a poco a poco a scalfire la corazza che lo scrittore si è costruito a seguito di esperienze lavorative e sentimentali non pienamente soddisfacenti. Ma è difficile poter dire che sia nata una vera amicizia e che questo incontro abbia arricchito entrambi.
L’evolversi del loro rapporto è poco indagato e un po’ sbrigativo, come del resto il finale che meritava forse più pathos.

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Renato Pozzetto in una scena del film Lei mi parla ancora. Photo: courtesy of Sky.

Per portare sullo schermo l’amore eterno di Nino e Caterina, Pupi Avati si avvale di un grande cast costituito da habitué del “suo” cinema come Alessandro Haber, Serena Grandi, Chiara Caselli, affiancati da volti “nuovi” per il regista come Stefania Sandrelli, Lino Musella, Isabella Ragonese e Fabrizio Gifuni. Tutti convincenti, ma totalmente offuscati dal talento di Renato Pozzetto che si misura col personaggio principale con grande onestà intellettuale, restituendoci un protagonista drammatico, ma anche tenero, appassionato, autentico.

La vera rivelazione di Lei mi parla ancora.

Una personale nota di merito al personaggio del fratello di Caterina (Alessandro Haber). Spesso presente nei ricordi e nei sogni di Nino, è una figura struggente e romantica. Tramite diretto tra mondo dei vivi e quello dei morti e moderna figura di Virgilio, una guida delle anime rassicurante, amorevole e serena.
Testimone ed angelo custode sia in vita che nell’aldilà, di quell’amore intenso che va oltre la morte, rendendo Nino e “la” Rina immortali.  

Violetta Biagiott


TRAILER UFFICIALE

Foto: ufficio stampa SKY, che si ringrazia.