Recensione, poster e trailer di Outside the Wire, il film con Anthony Mackie in streaming su Netflix dal 15 gennaio 2021.
SCHEDA DEL FILM
REGIA: Mikael Håfström
CAST: Anthony Mackie, Damson Idris, Enzo Cilenti, Emily Beecham, Michael Kelly, Pilou Asbæk
DURATA: 115 minuti
DATA DI USCITA: 15 gennaio 2021
PIATTAFORMA: Netflix
RECENSIONE
In un futuro non troppo lontano, il pilota di droni Harp (Damson Idris, L’uomo sul treno), dopo aver disobbedito ad un superiore, viene inviato sul campo, in una zona militarizzata dell’Europa orientale dove la violenza è all’ordine del giorno. Qui si trova a lavorare per Leo (Anthony Mackie), un ufficiale androide unico nel suo genere. La loro prima missione insieme sarà recuperare uno strumento dall’enorme potere distruttivo battendo sul tempo i ribelli.
Che la carriera di Anthony Mackie sia costellata da ottime scelte cinematografiche è innegabile. 8 Mile, She hates Me, Million Dollar Baby, The Hurt Locker, sino alle recenti apparizioni nel Marvel Cinematic Universe, nei panni del supereroe Falcon, sono un tale biglietto da visita da far girare la testa. Questi titoli sono tanto indiscutibili quanto in grado di farci cadere facilmente nella trappola del: “se c’è Mackie non può essere un brutto film!”
E io ci sono cascata così bene da seguire per due ore una storia insipida, schivando una sovrabbondante pioggia di pallottole, che ha frastornato il mio sistema uditivo, in attesa che succedesse il mitico “ribaltone” con cui assolvermi dall’aver trascorso tutti quei minuti inutilmente difronte allo schermo.
Ma niente da fare: Outside the Wire non ha centrato l’obiettivo. È lontano anni luce dal mondo di Terminator; non è una di quelle pellicole che ci portano nel mezzo di un combattimento e ci lasciano lì a soffrire, fino a quando non scopriamo quali buoni non torneranno a casa e se il nostro beniamino s’immolerà per il bene più grande; e non è neppure un action teso alla Mission Impossible dove, di nuovo, le missioni saranno anche al limite dell’inverosimile, ma alla vita complicata del nostro eroe ci affezioniamo in pochi fotogrammi, e le sue rocambolesche avventure sono così estreme da tramutarsi in puro intrattenimento senza retro-filosofia.
In questo lungometraggio, invece, Mikael Håfström (Escape Plan) non riesce a trovare il giusto equilibrio tra dramma, annoso dilemma sul rapporto uomo-macchina e azione. I suoi personaggi sono mono-dimensionali, non si evolvono, non emanano empatia; la trama sembra quella di un videogioco, prevedibile e poco divertente, e difficilmente stimolerà una riflessione sulla nuova frontiera della guerra a distanza e/o se mai i robot potranno diventare senzienti sino a bypassare l’essere umano. Alla fine si salvano solo gli effetti speciali, che svolgono la loro funzione senza fare del male a nessuno.
In definitiva, in Outside the Wire, malgrado il cast, manca lo spettacolo. Mettiamola così, è un’ottima compagnia mentre facciamo i mestieri, soprattutto se siamo da soli nella stanza col ferro da stiro che ci attende.
Vissia Menza
TRAILER UFFICIALE
Foto: courtesy of Netflix
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”
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