Recensione del film L’uomo sul treno (The Commuter), il tesissimo thriller con Liam Neeson al cinema dal 25 gennaio 2018. 

La locandina italiana del film L’uomo sul treno (2018)

La locandina italiana del film L’uomo sul treno (2018)

Una mattina come tante altre, la sveglia puntata sempre alla stessa ora, la famiglia che fa colazione e discute delle piccole cose, la stazione poco lontano ed il solito treno da prendere per andare al lavoro. Tutto sempre uguale e sempre alla medesima ora.

Questa è la vita di Michael, un uomo d’affari che ogni giorno va avanti e indietro da Manhattan come migliaia di altri pendolari. La giornata di oggi però è diversa dalle altre. Michael, infatti, sarà licenziato, e sul treno del ritorno sarà avvicinato da una strana figura che gli farà una proposta. Una di quelle domande a cui è impossibile dire di no. “Farebbe una piccola cosa, che avrà delle conseguenze per uno sconosciuto, in cambio di una lauta ricompensa?” Questa è la provocazione, lanciata quasi come gioco, a cui Michael deve far fronte e per cui si ritroverà in mezzo a qualcosa di più grande di lui, che metterà in pericolo la vita sua a dei suoi cari.

Ecco la premessa de L’uomo del treno, il fulcro attorno a cui ruota una trama che ci trascinerà in un turbinio di eventi imprevedibili e di azioni altrettanto inaspettate.

Vera Farmiga e Liam Neeson in una scena del film L’uomo sul treno - Photo: courtesy of Eagle Pictures

Vera Farmiga e Liam Neeson in una scena del film L’uomo sul treno – Photo: courtesy of Eagle Pictures

Il regista, Jaume Collet-Serra, prende una sceneggiatura suggestiva e la porta sullo schermo compiendo una serie di scelte azzeccatissime. Dal montaggio iniziale in cui riesce, in modo originale e convincente, a rendere lo scorrere del tempo uguale giorno dopo giorno. Alla decisione di riprendere in ogni istante il protagonista, con una camera che lo segue passo dopo passo. Dall’illusione che tutto accada in tempo reale, a quella di svolgere gli eventi all’interno di un treno. Ogni elemento è studiato per avere un ruolo fondamentale nel dispiegarsi della storia e per servirla al meglio.

Il protagonista, Liam Neeson, è convincente nella parte di un uomo che ha come unico scopo quello di lavorare duro e di vivere felice con la propria famiglia. E non risulta meno credibile nel momento in cui si trasforma nell’eroe di un film d’azione, ossia quando si trova coinvolto in un’escalation di tensione e sospetti. Al suo fianco la co-protagonista, Vera Farmiga, è altrettanto perfetta nell’interpretare Joanna, la bella sconosciuta che pare comparire dal nulla per porre il quesito che darà il via a tutti gli accadimenti successivi.

Attorno a loro si muovono diversi attori che riescono nell’intento di comunicare l’idea di film corale – soprattutto chi veste i panni dei passeggeri del treno. Persone che, contro la propria volontà, si trovano invischiate in una situazione apparentemente senza speranza. E Neeson vince anche su questo fronte: si trasforma nell’ancora di salvezza a cui si devono aggrappare coloro che, in preda ad una sorta di sindrome di Stoccolma, prima si sentono ostaggi di un carnefice poi si uniscono a lui nella disperata ricerca di una soluzione.

Liam Neeson in una scena del film L’uomo sul treno - Photo: courtesy of Eagle Pictures

Liam Neeson in una scena del film L’uomo sul treno – Photo: courtesy of Eagle Pictures

L’uomo sul treno è un’opera davvero ben confezionata. È un thriller psicologico che esalta una sceneggiatura scritta in maniera avvincente e tiene lo spettatore con il fiato sospeso dal primo all’ultimo minuto, grazie a continui cambi di fronte, ad un’azione spettacolare e all’iniziale quesito. Un quesito che mette alla prova la morale del protagonista e provoca in chi guarda un mix d’immedesimazione, scelte, ripensamenti e dubbi etici tale da non permettergli, pur sapendo di avere a che fare con un cattivo, d’identificarlo sino alle battute finali.

In conclusione, siamo di fronte ad un ottimo biglietto da visita per la coppia Neeson-Collet Serra che, ormai alla quarta collaborazione dopo Unknown – senza identitàNon stop e Run all night, si amalgama bene sul set e sa completarsi a vicenda. Anche in questa occasione, il regista ha ritagliato per Neeson l’immagine di “uomo con fisico e cervello” in un ruolo da “solo contro tutti” che funziona alla perfezione. Ora non ci resta che aspettare venga riproposta in futuri lungometraggi. La formula è ben rodata. 

Anna Falciasecca