Alla scoperta di A COSA SERVE LA STORIA DELL’ARTE, tra le novità in libreria di queste Feste.

Siamo arrivati agli ultimi giorni prima del riposo natalizio. E anche se saranno delle feste diverse da quanto sperato, siamo sicuri che la compagnia di alcune buone letture ci saprà dare la giusta carica. Motivo per cui su MaSeDomani, da quando i luoghi di cultura hanno subito il secondo arresto, ci siamo concentrati sulle novità in libreria, sempre con un occhio di riguardo verso l’arte e la sua energia, di cui tanto sentiamo la mancanza. Dopo i consigli per i lettori in erba, continua il nostro viaggio tra i saggi per segnalare l’uscita di A cosa serve la storia dell’arte scritto da Luca Nannipieri.

Nannipieri A cosa serve la storia dell'arte cover libro

Il nuovo volume del noto critico d’arte, che alcuni di noi conoscono per la rubrica televisiva “Capolavori Rubati” tenuta al Caffè di RaiUno, da cui peraltro è nato un libro omonimo (Skira editore), ci vuole far riflettere sul rapporto tra il patrimonio storico-artistico, lo studioso e la collettività ponendosi e ponendoci domande essenziali, come: a cosa serve la storia dell’arte? Qual è il compito del critico? Perché conserviamo i manufatti e le opere? E molto altro.

Nella sua analisi, Nannipieri si concentra sulla responsabilità sociale dello storico e del critico d’arte, mettendo a confronto il suo pensiero con le figure di riferimento della disciplina e con i direttori storici di alcuni dei più autorevoli musei italiani e stranieri.

A cosa serve la storia dell’arte si divide in tre sezioni: il compito dello storico dell’arte; i campi di conoscenza e di azione; scritti sparsi. 

Partendo dall’assunto che il critico d’arte non è una persona che giudica bensì che s’impegna a creare di continuo – dai luoghi che sino a ieri mancavano ai nuovi studi e approfondimenti che aiutano il pubblico a capire castelli, rovine archeologiche, anfiteatri e non solo – il libro ci mostra le tante sfaccettature di una professione spesso poco compresa anche da chi la esercita (“Oggi il critico è forse il mestiere più inutile che ci sia perché, da tempo, ha dismesso questa volontà di creare”, leggiamo nelle prime pagine), per poi indagare i campi d’azione di tale figura.

La verifica di originalità degli oggetti d’arte, l’errore in buona fede e le truffe (e qui il campionario degli stratagemmi per rendere un quadro contraffatto autentico è vasto). Ci ricorda altresì che i falsi non sono tutti uguali. Le distinzioni sono molte, due esempi su tutti le copie di epoca romana delle sculture greche e quegli artisti che si sono divertiti a contraffare se stessi, tra cui il De Chirico dell’età matura.

Poi si addentra nella comunità e il discorso si fa sottile e affascinante, perché le pagine si focalizzano sulle persone che, con i propri gesti, convinzioni, forze, contribuiscono a dare un futuro alle chiese, ai monumenti, alle piazze e, in generale, al nostro patrimonio. E proprio al concetto di patrimonio è dedicata la parte centrale del volume. Chi decide cosa sia il patrimonio? Quali movimenti nascono attorno ai cosiddetti beni minori? Che cosa significa tutelare e perché conservare? Perché salviamo un bene e lo sentiamo come nostro anche quando formalmente non ci appartiene? E perché abbiamo bisogno di una comunità? Si, di nuovo quella comunità di gente – anonima – di cui si parlava all’inizio.

Le domande sono molte, le risposte pure. E sin dalle prime righe si avverte quanto l’analisi di Nannipieri sia appassionata e approfondita, ma non per forza dedicata agli addetti ai lavori. Al contrario, anche gli amanti dell’arte e i curiosi cronici possono leggere A cosa serve la storia dell’arte traendone spunti di riflessione e scoprendo tante chicche da poter condividere.

Vissia Menza


SCHEDA LIBRO

A cosa serve la storia dell’arte

AUTORE: Luca Nannipieri
PAGINE: 224
CASA EDITRICE: Skira
ISBN: 978-88-572-4462-4
PREZZO: €.19,00

Si ringrazia l’ufficio stampa.

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