Proviamo a ricostruire la data di una foto di Porta Venezia scattata nell’Ottocento, attraverso gli eventi storici che hanno segnato Milano.
Ho trovato questa foto sul web, priva di fonti, e mi sono divertita ad analizzarla per scoprire a che data potrebbe risalire.
Tenuto conto che le prime macchine fotografiche si diffusero in Italia a partire dal 1840 (il che permette di dare una ragionevole data di partenza), ho iniziato dai Giardini Pubblici sullo sfondo, che però non danno suggerimenti. Progettati nel 1780 dal Piermarini in stile di giardino alla francese, sono il primo parco pubblico di Milano, realizzato utilizzando i terreni di due monasteri espropriati al tempo della soppressione degli ordini religiosi da parte dell’Imperatore Giuseppe II d’Austria.
Purtroppo l’altezza degli alberi non permette di vedere se è già presente l’edificio del Museo di Storia Naturale, costruito nel 1888 dopo la ristrutturazione del 1861 ad opera del Balzaretti, che trasformò il parco in un giardino all’inglese.
Non danno indicazioni utili i lampioni che vediamo tra i due caselli daziari in stile neoclassico (costruiti nel 1827). Molto probabilmente erano già alimentati a gas: l’illuminazione pubblica a gas fu installata a Milano a partire dal 1840, mentre quella elettrica, iniziata in via sperimentale in alcune vie del centro nel 1887, fu completata solo nel 1920 (infatti nella foto non c’è traccia degli oggi onnipresenti pali della luce). E nemmeno si vedono bandiere, che potrebbero dirci se siamo prima o dopo il 1859 (anno in cui, dopo la Seconda guerra d’Indipendenza contro l’Austria, la Lombardia venne annessa al Regno di Sardegna).
Le persone raffigurate sono troppo piccole per potersi basare sullo stile dell’abbigliamento, ma nella parte inferiore della foto si vedono dei tram a cavalli, e c’è finalmente un indizio utile: i binari.
Data la posizione, tutto fa pensare che si tratti del capolinea della Milano-Monza, prima tramvia interurbana a trazione animale, inaugurata nel 1876; oppure della prima linea urbana, da Porta Venezia a Porta Tenaglia (accanto all’Arena), inaugurata nel 1878; la prima tramvia elettrica Duomo-Arco della Pace, tratta tutt’ora percorsa dal tram n.1, fu inaugurata già nel 1892.
Ad essere finalmente risolutiva è la presenza, sulla destra, del Lazzaretto.
Costruito a partire dal 1497 fuori da Porta Orientale come luogo di ricovero per le vittime delle epidemie, era un enorme quadrato di 378 metri di lato: copriva l’area delimitata dalle attuali via Lazzaretto, via San Gregorio, corso Buenos Aires e viale Vittorio Veneto. Espropriato da Napoleone e trasformato in alloggi per le truppe (prima le francesi, in seguito le russe), fu poi restituito all’Ospedale Maggiore, che per decenni tentò invano di venderlo, mentre era sempre più un rifugio di diseredati.
Nel 1840 il fossato esterno che lo circondava fu coperto, permettendo la trasformazione delle antiche celle, fino ad allora sede di loschi traffici, in botteghe aperte sulla strada. Dopo l’approvazione nel 1881 del piano regolatore per la zona, che destinava l’area all’edificazione di nuovi edifici popolari, il complesso fu acquistato e lottizzato dalla Banca di Credito Italiano (e fu la prima grande speculazione edilizia di Milano). La demolizione del Lazzaretto iniziò nella primavera del 1882: le uniche parti superstiti e ancora visibili sono la chiesetta ottagonale di San Carlo in largo Bellintani/viale Tunisia, da poco restaurata, e una porzione equivalente a 5 stanze originarie in via San Gregorio 5, annessa al monastero russo-ortodosso di San Nicola.
Si può dunque affermare con un buon grado di certezza che la foto risale agli anni tra il 1876 e il 1882-83.
Marina Pesavento
Casalinga per nulla disperata, ne approfitta per guardare, ascoltare, leggere, assaggiare, annusare, immergersi, partecipare, condividere. A volte lunatica, di gusti certo non facili, spesso bizzarri, quando si appassiona a qualcosa non la molla più.
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