MANDIBULES: da Venezia a Le Vie del Cinema la nuova fantacommedia di Quentin Dupieux

Recensione e trailer originale di MANDIBULES, il film in anteprima alla rassegna milanese Le Vie del Cinema 2020.

I protagonisti del film MANDIBULES. Photo: courtesy of Le Vie del Cinema.

SCHEDA DEL FILM

REGIA: Quentin Dupieux
CAST: Adèle Exarchopoulos, Grégoire Ludig, David Marsais
DURATA: 77 min.
GENERE: commedia, fantasy


RECENSIONE

Quando due amici tontoloni e criminalotti di ultima categoria rubano un’auto per una consegna, si ritrovano di fronte ad una scoperta bizzarra: all’interno del bagagliaio c’è una mosca gigante, delle dimensioni di un cane, rimasta intrappolata.
I due tenteranno l’improbabile missione di addomesticarla ed utilizzarla per dei furtarelli, imbarcandosi in una serie di inevitabili pasticci.

Il regista francese Quentin Dupieux (noto anche come Mr. Oizo nella sua carriera di musicista e produttore) porta al Festival di Venezia Mandibules, la sua ultima creatura, un esilarante ibrido di commedia on the road, buddy-movie e fanta horror.

Una scena del film MANDIBULES. Photo: courtesy of Le Vie del Cinema.

Se pensavate che le stramberie cinematografiche di Dupieux non avrebbero mai potuto superare lo pneumatico assassino di Rubber (2010), preparatevi alla smentita: tra i due protagonisti scemo-e-più-scemo style, l’abnorme insettone che adottano e ammaestrano e la serie di peripezie nelle campagne francesi, c’è da perdere la testa.

In senso buono e per le risate a occhi sgranati però, perché Mandibules mette il surreale al servizio della riscossa degli ultimi, due briganti arraffoni a cui non ci si può affezionare, vuoi per i precisi dettagli di caratterizzazione di Dupieux, vuoi per la tremenda chimica tra le due facce “da sberle” David Marsais e Grégoire Ludig. La ciliegina sulla torta di un cast stupendo è l’innesto a metà film del personaggio più indimenticabile del film, l’Agnès col volto di Adèle Exarchopoulos (La Vita di Adèle), costretta da un trauma cerebrale a parlare solo con urla rabbiose e sconclusionate.
Un trittico che regge il confronto con le umanità idiosincratiche dei film di Wes Anderson e Kevin Smith, ma anche, per restare in ambito transalpino, di “Quinquin” di Bruno Dumont.

La star di Mandibules, la mosca extralarge, diventa così pur nel suo delirante fascino il trait d’union per un’adorabile e sgangherata odissea che la trascende e di molto, per merito di una cura ironica e vitale di persone, cose ed equivoci, che conferma l’irresponsabile maturità cinematografica di Dupieux, ormai certezza di storie pulsanti, di stranezze ragionate, uno dei superstiti del cinema di mezzanotte europeo.

Luca Zanovello


TRAILER ORIGINALE 

Foto: ufficio stampa

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