Abbiamo incontrato Ivan Brusa, regista e interprete di NO VENDETTA NO PARTY, il film su Amazon Prime Video dal 23 giugno 2020. Ecco cosa ci ha raccontato!
Quello di Ivan Brusa è un nome noto da anni agli appassionati del cinema indipendente italiano, quello che tributa e che prolunga la ricca tradizione del film di genere, di quei B-movies dove la B sta molto più per badass che per una categoria inferiore rispetto al cinema di massa.
Attore, regista e sceneggiatore classe ’83, fondatore del collettivo Innovazione 2 e co-fondatore della più recente TORO! Cinematografica, Brusa esordisce alla regia con il suo primo lungometraggio No Vendetta No Party, che accosta gli stilemi del revenge movie, del thriller e della commedia nera ad una spietata satira al mondo degli Youtuber ed Influencer della generazione-web. E che è stato immediatamente acquisito da Prime Video, la piattaforma di streaming del colosso Amazon.
Abbiamo incontrato il regista Ivan Brusa, che ci ha raccontato la genesi e tutte le curiosità davanti e dietro la macchina da presa di No Vendetta No Party.
MASEDOMANI: Ci racconti come sei arrivato alla tua prima regia di lungometraggi?
IVAN BRUSA: Dal 2008 ho iniziato a lavorare come attore, piano piano però sono passato a fare cose dietro la macchina da presa, come scrivere sceneggiature e dirigere cortometraggi. Ne ho girati moltissimi, alcuni di essi sono stati proiettati a festival di settore e trasmessi su alcune tv private. Ho girato anche una serie web. Col passare del tempo, scrivere e dirigere mi è piaciuto sempre di più ed è diventata la mia priorità. Sentivo però di non essere pronto per un lungometraggio. Nel 2018 invece è cambiato qualcosa e ho deciso di buttarmi in questa avventura, dovevo sbloccarmi, dovevo realizzare il mio primo film da regista.
Hai trovato delle difficoltà particolari nel passaggio dal formato “corto” a quello del lungometraggio?
Organizzare e gestire le riprese di un lungometraggio richiede uno sforzo mentale notevole, sia a livello di quantità di energie che di qualità. Inoltre, non partivamo con una crew numerosa, ti basti pensare che il direttore di produzione del mio film… ero io! (ride ndr) E dovevo anche pensare a dirigere, recitare e mille attenzioni logistiche tipiche delle produzioni indipendenti. Se tutte queste cose le fai per 2 giorni con una sceneggiatura da 10 pagine è un conto, per oltre una settimana e con una sceneggiatura da 72 pagine è tutt’altra storia.
No Vendetta No Party è una storia di violenza, di vendetta e di giustizia sommaria, ma anche carica di ironia…
Sì, l’ironia è un’arma potentissima ed è fondamentale nei miei lavori, anche e soprattutto nei racconti di violenza. Come autore mi sento a mio agio nell’usarla.
Il tuo film trasuda amore per il cinema di genere. Quali sono state le influenze decisive per la tua formazione cinematografica?
Devo tantissimo al cinema di genere italiano. Quanto eravamo bravi negli anni ’60 e ’70! Sono un fan accanito degli spaghetti western ma anche del poliziottesco, gente come Umberto Lenzi e Fernando Di Leo dovrebbe essere studiata nelle scuole, di cinema e non!
Di contro, non mancano alcune stilettate al cinema italiano mainstream…
Credo che il cinema mainstream italiano attuale sia ridotto malissimo, cosa si può fare se non attaccarlo e cercare altre vie?
Io e i miei soci della Toro! Cinematografica abbiamo preso l’impegno di creare un tipo di cinema molto diverso da quello strettamente commerciale, e cercare così di sistemare le cose… Ci sono un mucchio di pseudo registi italiani che vengono osannati da molta critica ma bocciati dal pubblico, credo proprio che qualcuno di loro dovrebbe ritirarsi a vita privata e lasciare soldi e mezzi a chi ha veramente talento. E in Italia, di talento inespresso, ce n’è tanto…
A proposito di mezzi, No Vendetta No Party ha evidentemente un budget molto ridotto: come hai lavorato con questi vincoli? Ti ha in qualche modo stimolato?
Avere poco budget non è mai stimolante per un regista. Certo, io e le persone che collaborano con me abbiamo tanta passione, un fuoco dentro che ci porta a dare il massimo, con generosità e inventiva.
Per questo considero la realizzazione del film un piccolo miracolo, con dei limiti certo, ma sfido chiunque a completare un lungometraggio in otto giorni e mezzo e con i pochissimi mezzi che una produzione come la nostra può ottenere!
In No Vendetta No Party non c’è pietà per il mondo delle webstar. Che rapporto hai con loro e con quella moda?
Non ho nulla contro gli Youtuber o chi si guadagna da vivere con Instagram, però sono delle forme di comunicazione e di intrattenimento che pongo al livello della tv trash, qualcosa di molto più superficiale e usa e getta di quello di cui vorrei fruire, come il cinema e l’arte in generale. Per questo la fama e l’impatto sociale di queste star del web andrebbero ridimensionati.
Il problema è che la maggior parte dei giovani d’oggi ne va pazza e si ingurgita tutte le loro cazzate, idolatrandoli. Se gli nomini Marcello Mastroianni, invece, ti guardano confusi.
La protagonista Eleonora è una ragazza costretta ad un lavoro precario e poco stimolante, maltrattata da clienti e capi. Da qui la sua frustrazione e la sua sete di sangue. E’ così che nascono i serial killer del 2020?
Spero che non ne nascano mai fuori dallo schermo! (ride ndr) Vorrei che il pubblico prendesse il mio film come una favola della buona notte sanguinaria e ironica, per sfogarsi un po’ con lei, che rappresenta le vittime delle ingiustizie, lavorative e non.
Nella girandola di malefatte di No Vendetta No Party, nessuno ne esce moralmente integro: chi è peggio? I frivoli e ingenui da una parte o i rancorosi e invidiosi dall’altra?
Una cosa che ho sempre imputato al cinema americano è la netta divisione tra buoni e cattivi. Il mondo non va così, proprio no!
Tutti i personaggi del mio film quindi sono molto ambigui, non c’è un vero buono e non c’è un vero cattivo. Paradossalmente il personaggio che trovo più odioso è quello del viscido agente/casting director Petrella, ed è probabilmente la persona meno violenta, almeno fisicamente, del film.
La vendetta è uno di quei temi universali, declinato con successo dal cinema blockbuster e quello di nicchia, dai registi occidentali e quelli orientali. Quella del tuo film sembra una vendetta più “idealistica”…
E’ vero, hai colto nel segno. Penso che il mondo di oggi sia ingiusto, soprattutto l’Italia. Un Paese in cui in molti settori lavorativi vigono disparità, ingiustizie e raccomandazioni, persone che rivestono ruoli chiave e che palesano una tragica incompetenza… Nel cinema, non ti dico! Eleonora, la protagonista del film interpretata da Michela Maridati, rappresenta la parte di noi che percepisce queste disparità e che vorrebbe mettere le cose un po’ a posto. Anche con le cattive.
Qual è il tuo film di vendetta preferito?
Ce ne sono troppi! Ma te ne cito 2 in particolare: Man On Fire di Tony Scott e Il Cittadino Si Ribella di Enzo G. Castellari.
Primo lungo, subito selezionato da Prime Video. Come ti poni rispetto alla fruizione di film in streaming?
Devo ringraziare la distribuzione che ha creduto in noi. Lo streaming su piattaforme legali è una fonte preziosissima, un mezzo per fare arrivare al pubblico film che non avrebbe mai potuto vedere al cinema o altrove, come quelli indipendenti o quelli nazioni che non siano gli U.S.A..
Io mi esalto col cinema europeo, basta con l’egemonia di Hollywood per carità, un’industria che a mio parere è in profonda crisi di contenuti da almeno quindici anni…
Qual è invece la situazione del cinema low cost alternativo italiano? E le sue prospettive?
Conosco una manciata di registi indipendenti italiani dotati di un talento incredibile, spero che nei prossimi anni possano dimostrare, anche con film piccoli, il proprio valore e che poi abbiano possibilità di girarne molti altri con budget elevati.
Ti diverti ad auto dirigerti o la doppia veste è faticosa?
In realtà non è faticoso, perché non ho bisogno di spiegarmi niente (ride ndr)… Sai, sono uno di quei registi che spiega e rispiega la scena agli attori prima di girare, come dovrà essere la scena e cosa vorrei da loro.
Così, nel mio caso, risparmio un po’ di istruzioni, e mi diverte sempre ritagliarmi un ruolo nelle vicende…
Nel tuo film ci sono molti volti noti delle produzioni Innovazione 2 e Toro!, penso a Roberta Nicosia, Paolo Riva (intervistato qui qualche tempo fa), Roberto Albanesi, affiancati ad alcuni nuovi. Come hai costruito il numeroso cast del film?
In questi 12 anni nell’ambiente ho accumulato così tante conoscenze che ho un parco attori devastante! E sono bravi, mica come quelli delle fiction. In più ho lavorato anche come casting director per altre produzioni, cosa che mi ha aiutato a trovare le facce giuste per la mia storia. A cui, comunque, abbiamo affiancato dei casting per trovare i tasselli mancanti.
Sicuramente Roberta e Paolo sono per me attori tra i più i bravi in circolazione e avevo delineato personaggi che si adattavano alle loro caratteristiche, quindi non ho avuto mezzo dubbio nello scritturarli.
Quindi, in termini calcistici, come è andata la partita “d’esordio”?
Per rimanere nel gergo calcistico, devo ringraziare la squadra. Nel mio caso, oltre ad un grande cast, anche il compositore delle musiche Armando Marchetti, un piccolo Morricone, Tony Polo che ha eseguito la canzone presente nei titoli di coda, il mio co-sceneggiatore Francesco Carra che è anche un grande scrittore, le grafiche di Giorgio Credaro, il mio dop di fiducia Nicola Crucinio e i miei collaboratori associati Roberto Albanesi e Marina Boetti della Sq kids… e mio padre.
Cosa ti aspetta nel futuro?
Ho quasi tutto pronto per iniziare le riprese del mio secondo film. Coi soci della Toro!, invece, dopo il successo di “Dante va alla guerra” (regia di Roberto Albanesi, disponibile su Prime Video) abbiamo prontissimo il nuovo film di Roberto Albanesi, un collega molto talentuoso, nel quale sarò protagonista. Il film si intitola “Le mirabolanti avventure di Faga”. Inoltre stiamo scrivendo sceneggiature per altri registi, insomma non abbiamo assolutamente intenzione di fermarci!
Luca Zanovello
Photo: courtesy of Ivan Brusa
Responsabile della sezione Cinema e del neonato esperimento di MaSeDomaniTV (il nostro canale Youtube) Luca, con grazia e un tocco ironico sempre calibrato, ci ha fatto appassionare al genere horror, rendendo speciali le chiacchiere del lunedì sulle novità in home video, prima di diventare il nostro inviato dai Festival internazionali e una delle figure di riferimento di MaSeDomani. Lo potete seguire anche su Outside The Black Hole
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