Il nostro ricordo dell’artista CHRISTO, incontrato alla Berlinale nel 2017. 

Finisce un film. Fai un giro sulla CNN per leggere gli aggiornamenti dagli Stati Uniti, dove negli ultimi giorni è un’ondata di razzismo e non la pandemia a tenere banco, e trovi la notizia che non ti aspetti: Christo, l’artista, ci ha lasciato all’età di 84 anni.

L'artista Christo sul palco di Berlinale Talents 2017 Photo by MaSeDomani

L’artista Christo sul palco di Berlinale Talents 2017 Photo by MaSeDomani.

Christo l’avevo visto e ascoltato durante una masterclass alla Berlinale 2017. Era un gelido 12 febbraio ed erano trascorsi pochi mesi dal successo dei Floating Piers sul Lago di Iseo. Dal 18 giugno al 3 luglio 2016, una passerella lunga 3,5 chilometri, una serie di pontili galleggianti, sulla sponda bresciana del lago, aveva attratto circa un milione e mezzo di visitatori. Una di quelle esperienze indimenticabili. Come indimenticabile è stato scoprirlo tra gli ospiti di Talents.

Era stato un pomeriggio lungo e appassionante. L’argomento era Courage agaist all odds, e di coraggio lui e la sua compagna Jeanne-Claude, insieme nella vita e nell’arte dall’inizio degli anni Sessanta, ne hanno avuto molto. Nati nello stesso giorno dello stesso anno, il 13 giugno del 1935, sono stati un riferimento nella Land Art. La loro era arte monumentale che andava a modificare/ interagire con il paesaggio. Ogni opera aveva un significato, preveda tanto studio, imponeva attenzione al particolare e molti ostacoli da superare. L’energia che sprigionava alla fine però era unica.

Nella loro carriera i due hanno installato Running Fence, una serie di teli bianchi su 40 chilometri di cavo lungo le colline a nord di San Francisco, che col vento dava l’impressione di un enorme serpente fluttuante. Hanno impacchettato diversi edifici-simbolo, tra cui, la Kunstalle a Berna nel ’68; il monumento a Vittorio Emanuele in Piazza Duomo a Milano nel 1970; il Pont Neuf a Parigi nel 1985; e fasciato il Reichstag a Berlino nel 1995. E prima della passerella dorata in Italia, avevano già circondato le isole della baia di Biscayne a Miami con un telo color fucsia.

Christo alla Berlinale. Photo by MaSeDomani

Christo alla Berlinale incontra il pubblico. Photo: MaSeDomani.

Tutte le loro opere erano temporanee, tutte le loro creazioni erano autofinanziate e tutte le loro idee erano seguite e realizzate sempre in prima persona, con l’aiuto di tecnici specializzati.  

Erano un esempio d’indipendenza, tenacia (per ottenere i permessi per talune istallazioni hanno dovuto attendere decadi) e di entusiasmo. I loro progetti erano un coinvolgente viaggio, dagli schizzi alla soluzione dei problemi pratici, sino alla realizzazione e fruizione.

Quello di Berlino è forse l’unico pezzo che mi è sempre dispiaciuto non essere riuscita a scrivere. Ma dopo quel magnetico incontro un furto mi ha privata degli appunti. Mi sono rimasti la memoria e poche foto scattate dalla piccionaia di un teatro gremito. Indelebile però l’immagine dell’instancabile Christo, che con entusiasmo rispondeva alle domande di giovani aspiranti artisti, dei fan di tutte le età e dei curiosi che avevano sfidato il clima per incontrare un grande artista.

Durante la conversazione col pubblico non dimenticò di ricordarci che in ogni momento We need to love and feel what surrounds us. E la sua arte era proprio così, ci imponeva di viverla con ogni fibra del nostro corpo. 

Il prossimo appuntamento è con l’Arco di Trionfo di Parigi: dal 18 settembre al 3 ottobre 2021 ci accoglierà… impacchettato!

Vissia Menza